Un accordo per guadagnare tempo

Ma nulla impedirà davvero all’Iran di continuare la sua corsa all’atomica

di Yossi Melman

image_2640La già remota opzione militare contro l’atomica iraniana si è ancora di più allontanata mercoledì, quando è stata raggiunta una bozza di un accordo sul programma nucleare di Teheran che infligge un serio colpo alle chance che gli Stati Uniti attacchino l’Iran.
Il testo completo della bozza di accordo fra sei potenze mondiali e Iran non è stato ancora diffuso, ma il poco che si conosce lascia spazio a parecchi interrogativi. Ad ogni modo, se la bozza verrà confermata, e quand’anche l’Iran si attenesse alla lettera all’accordo, la repubblica islamica porterà a casa un importante successo nella guerra d’attrito che conduce con la comunità internazionale mentre continua inesorabilmente a perseguire il suo programma nucleare. L’accordo rimuoverebbe infatti tutte le giustificazioni per un attacco ai siti nucleari iraniani basato sull’accusa a Teheran di violare gli impegni internazionali e di cercare di dotarsi di armi nucleari. L’eventuale opzione militare appare rinviata come minimo di diciotto mesi, l’arco di tempo previsto per l’accordo.
La politica israeliana sull’Iran subisce una battuta d’arresto particolarmente seria giacché l’accordo restringe anche la possibilità di significative sanzioni contro Teheran.
D’altra parte, l’accordo indica anche che l’Iran, in fondo, è vulnerabile alle pressioni e che deve tener conto delle richieste della comunità internazionale e delle preoccupazioni circa il suo programma nucleare. L’accordo allontana l’Iran di almeno diciotto mesi dall’acquisizione di uranio arricchito, che poi però potrebbe essere ulteriormente arricchito per produrre armi nucleari.
Sebbene l’accordo essenzialmente contraddica il Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiedeva la cessazione di ogni arricchimento iraniano dell’uranio, esso d’altra parte non contiene una clausola che assicuri la rimozione delle sanzioni già in vigore oggi sull’Iran. Si tratta di sanzioni piuttosto leggere, ma il loro mantenimento serve a ricordare che l’Iran deve ancora dimostrare davvero di non avere cattive intenzioni.
Alla fin fine, qualunque accordo di compromesso serve a tutte le parti coinvolte per guadagnare tempo. L’Iran ottiene un po’ di sollievo dalle pressioni internazionali senza peraltro fermare l’arricchimento dell’uranio; l’occidente ottiene un time-out, pur mantenendo la vigilanza sul programma nucleare di Teheran.
L’accordo potrebbe anche rivelarsi una pietra miliare nel lungo viaggio verso la fiducia e la comprensione fra Iran e occidente. Ma vi è anche il rischio che l’intesa rimanga un fatto isolato, o che l’Iran la infranga continuando a sviluppare le competenze, le tecnologie e i materiali necessari per dotarsi di un arsenale nucleare. Considerando questa possibilità, la valutazione del Mossad secondo cui l’Iran potrebbe iniziare a produrre armi atomiche entro il 2014 resta valida quanto prima.

(Da: Ha’aretz, 22.10.09)

Nella foto in alto: il capo dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) Mohamed ElBaradei con il capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana Ali Akbar Salehi