Un arco bizantino sul sito dellantica sinagoga di Hurva a Gerusalemme

Riportati alla luce anche reperti dei periodi del Primo e Secondo Tempio e ceppi di legno carbonizzati risalenti allincendio del 70 e.v.

image_1475Sono iniziati, a Gerusalemme, i lavori per la ricostruzione della sinagoga di Hurva , la più imponente ed importante di Israele fino alla Guerra d’Indipendenza, bombardata dai giordani nel 1948.
Parallelamente, sono stati avviati sul sito scavi archeologici, diretti dagli archeologi Hillel Geva ed Oren Gutfeld, che stanno portando alla luce reperti di vari periodi della storia della sinagoga. Il più significativo è un intero arco che si erge lungo i resti di una strada lastricata in pietra del periodo bizantino, che partiva dal Cardo (una delle strade principali di Gerusalemme durante il periodo romano e bizantino) e saliva ad est verso il centro del quartiere ebraico. L’arco, largo 3,7 metri con uno spessore di 1,3 e un’altezza di 5 metri, è costruito con grandi pietre rifilate. Geva ritiene che formasse la porta d’ingresso alla strada bizantina. “Quest’arco è unico, perché negli scavi finora erano state trovate solo ampie cupole che ornavano i negozi lungo il Cardo bizantino – dice Geva – Esso mostra il punto in cui la strada partiva dal Cardo, ed è stato recuperato intatto”.
Anche Yuval Baruch, l’archeologo del distretto di Gerusalemme della Israel Antiquities Authority, ritiene che si tratti di “un reperto raro ed importante”.
Gli scavi, iniziati nel 2003, hanno portato alla luce anche altre strutture e vasellame del periodo del Primo Tempio, resti di camere del periodo di Erode (Secondo Tempio), ceppi di legno carbonizzati (testimonianza dell’incendio che ebbe luogo dopo la distruzione del Secondo Tempio), e tre bagni rituali del periodo del Secondo Tempio scavati nella roccia e intonacati.
È stato rinvenuto anche un piccolo arsenale in cui i difensori del quartiere ebraico tenevano proiettili da mortaio e granate durante la Guerra d’Indipendenza.
La ricostruzione della sinagoga di Hurva ha posto termine a una prolungata discussione architettonica su come ricostruire l’edificio, che era il centro della vita culturale e spirituale in Israele e nel quartiere ebraico nella seconda metà del XIX secolo e nella prima metà del XX. Alla fine, è stato scelto il progetto dell’architetto Nahum Meltzer di ricostruire la sinagoga originale.
Il cortile fu acquistato 306 anni fa da Rabbi Yehuda he-Hasid (Segal), arrivato dalla Polonia con 300 dei suoi studenti. Era adiacente alla sinagoga Ramban, costruita circa 430 anni prima e chiusa dagli Ottomani nel 1589. La comunità ashkenazita della Città Vecchia contava all’epoca solo poche centinaia di persone e l’arrivo di Rabbi Yehuda he-Hasid e dei suoi studenti provocò molta agitazione. Egli morì cinque giorni dopo. I suoi seguaci cominciarono a costruire una yeshiva e una sinagoga nel cortile, ma la costruzione non fu completata. Gli ebrei tardavano a restituire agli arabi il prestito per il progetto e nel 1721 gli arabi bruciarono la sinagoga incompiuta ed i 40 libri della Torah che conteneva. Il sito rimase abbandonato per 140 anni, e acquisì il nome “hurva” (rudere). Una nuova sinagoga vi fu costruita dai discepoli del Gaon di Vilna nel 1864.
La Hurva divenne poi la sinagoga più grandiosa di Israele ed ospitò importanti eventi ebraici fino agli anni ‘30. Nel 1948, due giorni dopo la conquista del quartiere ebraico, i giordani bombardarono la sinagoga e il comandante giordano riferì al quartier generale: “Per la prima volta in mille anni non rimane un solo ebreo nel quartiere ebraico. Nessun edificio è rimasto intatto e ciò rende impossibile il ritorno degli ebrei”.

(Da: Ha’aretz, 28.11.06)

Nella foto in alto: L’arco (ricostruito nel 1967) che indica il luogo dove sorgeva la sinagoga di Hurva prima d’essere distrutta dai giordani nel 1948