Un chiaro messaggio all’Iran

L’Iran crede di poter agire impunemente in Medio Oriente: ecco perché è importante che la nuova amministrazione di Biden presti ascolto alle preoccupazioni dei paesi della regione

Editoriale del Jerusalem Post

La notizia della vittoria elettorale di Joe Biden sul giornale iraniano Shargh

Le elezioni statunitensi hanno portato l’Iran a credere che ora potrebbe non solo godere di un alleggerimento delle sanzioni, ma che potrebbe anche castigare gli Stati Uniti e indebolire il consenso occidentale circa il suo comportamento aggressivo in Medio Oriente. È essenziale che la nuova amministrazione Biden, che naturalmente vorrà ribaltare alcune politiche del presidente uscente Donald Trump, mantenga la pressione americana sulla Repubblica Islamica.

La versione iraniana, oggi, è che gli alleati degli Stati Uniti nella regione farebbero bene ad avere paura. Il Ministro degli esteri iraniano ha detto ai paesi del Medio Oriente di non fidarsi dei legami sulla sicurezza con gli Stati Uniti invitandoli piuttosto ad affidarsi all’Iran. Nel frattempo Teheran continua a incrementare rapidamente le sue capacità in fatto di droni e missili balistici, armi pericolose che possono diffondere il caos in tutta la regione. L’Iran ha già utilizzato i droni per attaccare l’Arabia Saudita, ha armato i ribelli Houthi nello Yemen, ha minato navi nel Golfo di Oman. Nessuno di questi è il comportamento di un paese moderato e pacifico, anche se i propagandisti di Teheran tentano di dipingere in questo modo il loro regime. I paesi moderati e pacifici non minano illegalmente le navi in acque internazionali, né sparano missili e droni su un altro paese. L’Iran ha sistematicamente armato Hezbollah, trasferendo illegalmente armi attraverso l’Iraq e la Siria violando la loro sovranità e quella del Libano, ha riempito pericolosi arsenali e piazzato fabbriche di armi in Libano mettendo a rischio la vita dei civili e ha fornito a Hezbollah armi che vìolano le norme della legalità internazionale. Tutti questi comportamenti mostrano che l’Iran conta di poter agire impunemente.

E’ naturale che la nuova amministrazione americana voglia riconsiderare le sanzioni e le altre iniziative dell’amministrazione Trump. Ma altrettanto naturalmente la nuova amministrazione dovrebbe stare attenta a non mandare il messaggio che la politica statunitense virerà di 180 gradi su alcune questioni chiave. Un problema del Medio Oriente negli ultimi decenni è che vi sono paesi convinti che tutto ciò che devono fare è aspettare quattro o otto anni per vedere una politica estera di Washington totalmente diversa. Pensano di poter ricominciare da zero ogni volta che viene eletto un nuovo presidente.

Il neo eletto presidente Joe Biden conosce da decenni le minacce iraniane. Sa bene che l’Iran ha preso di mira i soldati americani a Beirut negli anni ’80 e, successivamente, in Iraq negli anni 2000. L’Iran sostiene che “resiste” agli Stati Uniti, ma la verità è che non ha mai smesso di attaccare americani e altri civili ben al di là dei suoi confini.

Il programma nucleare iraniano è solo un aspetto della minaccia dell’Iran contro Israele, gli alleati degli Stati Uniti e tutta la regione. Da tempo Teheran considera la “guerra” come l’unica alternativa all’appeasement dei paesi occidentali. Ma smascherare il bluff dell’Iran ha dimostrato che la Repubblica Islamica non può permettersi un conflitto e non è realmente pronta a fare la guerra. Quello che vuole l’Iran è l’impunità. Questo è il motivo per cui è così importante che la nuova amministrazione americana di Joe Biden presti ascolto alle preoccupazioni dei paesi della regione e studi il modo migliore per prevenire i ricorrenti attacchi dell’Iran al personale statunitense e ai loro alleati in Iraq, oltre a impedire che destabilizzi il Libano, la Siria, lo Yemen e che colpisca Israele.

La squadra di Biden appare critica verso alcune politiche statunitensi, come il sostegno di Washington alla guerra dell’Arabia Saudita nello Yemen. E’ utile che la nuova amministrazione analizzi quel conflitto e valuti il modo migliore per stabilizzare lo Yemen. Ma perché ciò accada, è indispensabile che anche l’Iran lasci lo Yemen e che l’estremismo venga contenuto. Allo stesso modo, il sostegno dell’Iran a milizie sciite irachene come l’Organizzazione Badr ha portato alla repressione delle proteste. In Iraq, l’Iran funziona come un cappio sull’economia del paese e una minaccia per la regione curda nel nord. In Siria, l’Iran rappresenta una minaccia analoga quando sposta verso il Golan armi mirate contro Israele e recluta milizie che terrorizzano i civili comuni.

L’amministrazione Biden dovrebbe preservare gli aspetti della politica iraniana dell’amministrazione Trump che hanno funzionato e basarsi su di essi, inviando il chiaro messaggio che l’Iran non pensi di farla franca con i suoi crimini. Il che può accompagnarsi a un cambiamento nella retorica che offra un’apertura positiva alla regione e un supporto ai moderati e a coloro che credono nella pace. Il sostegno agli accordi di pace fra Israele e paesi de Golfo è un esempio del supporto positivo che la nuova amministrazione statunitense potrebbe garantire in modo da promuovere la convivenza, dissuadere l’Iran e favorire la pace.

(Da: Jerusalem Post, 10.11.20)