Un corridoio di pace lungo la Great Rift Valley

Sui temi ambientali si uniscono gli sforzi di israeliani, giordani e palestinesi

Da un articolo di Michelle Levine

image_1772Pur provenendo da mondi totalmente diversi, alcuni personaggi eminenti in Israele, Giordania e Autorità Palestinese hanno trovato un tema comune: la Great Rift Valley.
La Great Rift Valley consiste in una serie di spaccature geologiche che si estendono per oltre 6.000 km, dalla Turchia meridionale allo Zimbabwe, passando attraverso Siria e Libano, lungo il fiume Giordano, il Mar Morto, il Golfo di Eilat e il Mar Rosso fino al Kenya, dove la grande faglia si divide in due rami. Cinquecento milioni di uccelli usano questo percorso per migrare dall’Europa all’Asia due volte l’anno.
Il gruppo multi-nazionale – con il nome di DST ( Dead Sea Triangle ) – si è incontrato due volte recentemente, a Gerusalemme e al Kibbutz Sde Eliyahu, per discutere del futuro della Great Rift Valley e incrementare la collaborazione già in corso con progetti innovativi e su larga scala. I dirigenti del gruppo pensano a una triangolazione (chiamata Triangolo del Mar Morto) delle strutture per la ricerca nella Great Rift Valley, a Ein Gedi, a Gerico e a Wadi Mujeb in Giordania.
“Gli uccelli migratori e quelli stanziali hanno un ruolo essenziale nella nostra collaborazione, in quanto uniscono agricoltori, educatori e scienziati. I risultati di queste attività sono molto più profondi di quelli dei politici”, commenta Leshem, il rappresentante israeliano.
Lo scopo dell’iniziativa DST è quello di fornire una piattaforma di dialogo attraverso ricerca e istruzione congiunte nella regione del Mar Morto. Tre importanti istituzioni di istruzione superiore, l’Università Al-Balqa (ABU) in Giordania, Al-Quds (AQU) a Gerusalemme est e l’Università di Tel Aviv (TAU) in Israele, costituiranno ciascuna un Dead Sea Research Hub lungo le rive del Mar Morto per trovare insieme delle soluzioni a problemi scientifici comuni a tutti e tre i paesi.
Mentre il gruppo sta raccogliendo fondi per un centro di ricerca e basi di ricerca nei tre paesi, è già cominciato il lavoro per uno dei progetti: ridurre l’uso dei pesticidi in agricoltura. Barbagianni e gheppi si nutrono di roditori che attaccano le coltivazioni, così gli agricoltori stanno imparando a costruire nidi artificiali per attirare questi uccelli nella zona; quando i rapaci si sono installati nella fattoria, l’agricoltore può smettere di usare i pesticidi chimici. Sembra che i gufi si accoppino di più se c’è cibo a sufficienza per i piccoli, e nel mezzo dei campi di grano di Sde Eliyahu questi gufi depongono molte più uova del solito e con maggior frequenza.
Nel 2004, il Comune di Tel Aviv cominciò a usare gheppi e barbagianni per il controllo biologico dei parassiti, sterminando topi e ratti nei cortili urbani. Otto scuole locali parteciparono allo sforzo educativo per promuovere questo progetto. Più di recente, alcuni agricoltori giordani e palestinesi decisero di partecipare al progetto per ridurre l’uso dei pesticidi. “E’ una buona esperienza imparare dagli israeliani e questo progetto, in particolare, è molto importante per la nostra salute e per l’ambiente, perché ci liberiamo in modo naturale dei roditori e dei parassiti che infestano l’agricoltura”, dice Atrash, il rappresentante palestinese.
Nel gennaio 2006 la Cleveland Federation ha aiutato a realizzare questo progetto finanziando la ricerca e le attività di conservazione con gli agricoltori giordani, e costruendo venti nidi artificiali per barbagianni e gheppi sulle rive orientali del fiume Giordano. Rashed, coordinatore del progetto per la Giordania, che è uno dei leader del processo di pace israelo-giordano, ha spiegato che nella tradizione musulmana il barbagianni è simbolo di sfortuna, e quindi molti agricoltori giordani all’inizio erano restii a collaborare. Ma quando alcuni di essi cominciarono a usare con grande successo i barbagianni invece dei pesticidi, gli altri si affrettarono ad imitarli.
Il centro ricerche e visitatori, parte integrante del progetto, compilerà le ricerche svolte in tutte le nazioni situate lungo la Great Rift Valley sui processi e i fenomeni che avvengono nella valle, con particolare attenzione alla ricerca nei campi della geologia, delle scienze della vita e dell’archeologia. Atrash vede con ottimismo l’iniziativa del DST, e costituirà un progetto di ricerca e istruzione ambientale con l’Università Al-Quds e la JWMS (Jericho-Wildlife Monitoring Station). Anche Leshem spera che il progetto progredisca in tempi brevi, in quanto stanno già arrivando dei sussidi. Alcuni rappresentanti della Japan International Cooperation Agency e l’ambasciatore del Giappone in Israele, Yoshinori Katori, stanno seriamente pensando di sponsorizzare un’iniziativa per la cooperazione regionale nella valle, che hanno denominato “Corridoio per la pace e la prosperità”.

(Da: Israel21c, 09.07.07)