Un “crimine razzista, giudaizzante, colonialista, talmudico”

Con queste parole l'Autorità Palestinese condanna un progetto israeliano alla Grotta dei Patriarchi di Hebron. Ma di cosa si tratta?

Esattamente per 700 anni, sotto controllo musulmano, l’accesso alla Grotta dei Patriarchi di Hebron è stato vietato agli ebrei, che potevano salire solo fino al settimo gradino della scala esterna, come si vede in questo fotogramma tratto da un filmato del 1913

Il Ministero degli Esteri dell’Autorità Palestinese ha diramato una dichiarazione in cui condanna con forza Israele per l’intenzione di fare qualcosa di abominevole alla Grotta dei Patriarchi di Hebron, che i musulmani chiamano Moschea Ibrahimi.

Ma in nessun punto dell’intero comunicato-stampa il Ministero palestinese spiega concretamente cosa ha intenzione di fare Israele.

Ecco cosa afferma il Ministero degli Esteri dell’Autorità Palestinese:

«La mentalità del colonialismo razzista domina il governo nello stato occupante e le sue varie branche e si incarna nelle sue forme peggiori con le operazioni di controllo, familizzazione [sic] e giudaizzazione della Moschea Ibrahimi, alterandone i landmark storici, culturali, culturali e religiosi e defraudando i proprietari originali della terra e i musulmani dall’accedervi e pregare in essa. L’occupazione è una, la sua mentalità è una e la sua narrativa è una, sia quando si manifesta nella costante oppressione dei prigionieri palestinesi e arabi nelle carceri, sia nel furto di terra palestinese e nel prendere di mira la presenza palestinese attraverso demolizioni e trasferimenti forzati di massa, o col tentativo di imporre la sovranità e il controllo israeliano su tutti i luoghi sacri, archeologici e storici che si trovano nel cuore delle città e dei villaggi palestinesi. Il risultato di questa mentalità razzista è che i palestinesi pagano costantemente alti prezzi a causa del complesso di crimini e violazioni dell’occupazione. È la mentalità della giudaizzazione e dell’annessione strisciante, che nega il diritto del palestinese alla sua patria e cerca di cambiare i parametri della realtà storica e giuridica, al servizio della narrativa talmudica dell’occupazione, con l’obiettivo di sostituire il carattere politico del conflitto con quello religioso. Questo Ministero condanna con la massima fermezza gli attacchi coloniali israeliani alla Moschea Ibrahimi e ai luoghi santi cristiani e islamici, e il governo israeliano porta la piena e diretta responsabilità per questo crimine. Il Ministero esorta l’Unesco a difendere le sue decisioni e ad adottare le concrete misure necessarie per proteggere la Moschea Ibrahimi e riportarla alla sua realtà storica e giuridica che è stata distorta e rubata dalle forze di occupazione.»

Quando il Ministero palestinese esige che la Grotta dei Patriarchi “torni alla sua realtà storica e giuridica” che è stata “distorta dalle forze di occupazione” intende dire che le cose devono tornare come erano prima del 1967, quando il sito era controllato dalle autorità musulmane e agli ebrei era del tutto vietato accedervi (sin dal 1267, per ordine di Baibars, quarto sultano della dinastia dei Mamelucchi Baḥriti d’Egitto, agli ebrei era concesso salire solo fino al settimo gradino della scalinata esterna sud-orientale).

Ma qual è, insomma, il crimine “razzista, giudaizzante, colonialista e talmudico” che Israele sta per commettere, tanto da giustificare la scomposta invettiva dell’Autorità Palestinese?

L’attuale “accesso” dei disabili alla Grotta dei Patriarchi di Hebron

Si tratta di un ascensore che Israele ha deciso di costruire per consentire alle persone disabili di accedere al luogo sacro.

Allo stato attuale, chiunque sia in sedia a rotelle deve essere fisicamente trasportato su per le antiche scale di pietra per poter accedere al sito. Israele ha deciso unilateralmente di costruire l’ascensore dopo anni di insistenze, perché l’Autorità Palestinese non ha mai accettato nulla del genere. I diritti dei disabili non vengono nemmeno presi in considerazione. In effetti, non risulta nessun attivista anti-israeliano, sedicente campione dei diritti umani, che sostenga l’idea che gli ebrei hanno il diritto di visitare il sito liberamente, per non parlare del diritto delle persone disabili di visitare il sito in sicurezza: evidentemente l’imperativo di schierarsi contro Israele è molto più importante di qualunque diritto umano.

Alcuni mass-media arabi cercano di sostenere che l’ascensore sarebbe riservato ai soli ebrei. E’ una grossolana menzogna: l’ascensore è ovviamente progettato per tutti. Ma l’odio che i propagandisti palestinesi e i loro sostenitori nutrono per gli ebrei prevale di gran lunga sulla possibilità di consentire ai musulmani disabili di visitare i loro luoghi santi se il progetto torna a vantaggio anche degli ebrei.

Quando l’Autorità Palestinese usa parole come “razzista”, “colonialista” e “talmudico” – quest’ultimo uno dei suoi epiteti preferiti – per descrivere un ascensore progettato per aiutare tutti i disabili, dimostra ancora una volta che il vero punto è soltanto l’odio verso gli ebrei e la volontà di negare agli ebrei i loro diritti.

(Da: elderofziyon.blogspot.com, 11.8.21)