Un governo di unità palestinese non cambia di per sé la posizione verso Israele

Lo ha detto il ministro Tzipi Livni ricordando le richieste del Quartetto

image_1425Il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni sollecita la comunità internazionale a non sospendere il boicottaggio del governo dell’Autorità Palestinese guidato da Hamas a meno che esso non cambi sostanzialmente la propria insostenibile posizione contro Israele. Tzipi Livni ha ripetuto questo concetto mentre proseguono gli incontri fra Fatah e Hamas nel tentativo di varare un governo di unità nazionale con lo scopo di riguadagnare legittimità eludendo le condizioni poste dalla comunità internazionale.
Nel frattempo i ministri degli esteri di Francia e Italia hanno già annunciato che accoglierebbero con favore l’eventuale nuovo governo palestinese, lasciando intendere che tale nuovo governo potrebbe portare al cessazione dell’embargo degli aiuti alle istituzioni governative dell’Autorità Palestinese decretato otto mesi fa, senza specificare se restano o meno sul tavolo le condizioni allora poste dal Quartetto (Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Onu): riconoscimento dello stato di Israele, ripudio della violenza, accettazione degli accordi già firmati fra Israele e Olp.
Secondo i progetti finora emersi nelle trattative fra opposte fazioni palestinesi, l’attuale primo ministro palestinese Ismail Haniyeh (di Hamas) verrebbe sostituito da un’altra persona, scelta da Hamas, mentre i suoi ministri verrebbero sostituiti da una squadra di “tecnici” (otto scelti da Hamas, quattro da Fatah) nella speranza che tale mossa si dimostri sufficiente per ripristinare il flusso di aiuti finanziari internazionali all’Autorità Palestinese, che attualmente continuano ma solo in modo indiretto, aggirando le istituzioni governative.
Haniyeh e il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) si sono ripetutamente incontrati a Gaza fra lunedì e martedì nel tentativo di finalizzare questo progetto.
L’eventuale formazione di un governo di unità nazionale palestinese non cambia di per sé la posizione dell’Autorità Palestinese verso Israele e dunque nemmeno la posizione di Israele verso l’Autorità Palestinese, fa notare il ministro Tzipi Livni in una conversazione con il Jerusalem Post alla vigilia della sua partenza per una visita ufficiale a Los Angeles (Usa). Che Hamas sia o meno presente all’interno della compagine governativa non è di per sé rilevante. “Non importano i nomi – spiega il ministro – Ciò che importa sono le linee programmatiche del governo palestinese. Qualunque governo palestinese deve innanzitutto aderire alle tre premesse fondamentali: riconoscimento del diritto ad esistere dello stato di Israele, ripudio del terrorismo e della violenza, accettazione di tutti i precedenti accordi ufficiali israelo-palestinesi”.
La piattaforma programmatica emersa finora del governo di unità nazionale palestinese si presenta invece molto vaga.
Tzipi Livni dice di non vedere alcun motivo per cui il Quartetto dovrebbe cambiare posizione se non cambia la posizione dell’Autorità Palestinese, e aggiunge: “Mi auguro che non si verifichi un’erosione nella determinazione del Quartetto”.
Tuttavia il ministro degli esteri francese Philippe Douste-Blazy ha affermato che l’Unione Europea chiederebbe alla Banca Mondiale di non aggirare più le istituzioni governative palestinese nel suo invio degli aiuti, e a Israele di scongelare le rimesse fiscali palestinesi se solo vedesse la luce un governo di unità nazionale palestinese. “Se ci sarà un nuovo governo ci piacerà subito”, ha detto Douste-Blazy e ha aggiunto: “L’Unione Europa sarà presente fin dall’inizio”.
Viceversa, il primo ministro britannico Tony Blair ha dichiarato che Londra è disposta a negoziare con qualunque governo palestinese, anche guidato da Hamas, purché aderisca alla richiesta internazionale di rinunciare alla violenza e riconoscere Israele. “Non si può negoziare una soluzione basata su due stati, Israele e Palestina, se una parte di coloro con cui si negozia dice: non vogliamo che Israele esista”, ha spiegato Blair.
Tzipi Livni sottolinea con soddisfazione come la comunità internazionale abbia mantenuto una posizione ferma rispetto all’Autorità Palestinese sin da quando Hamas è salita al potere. “Undici mesi fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo” sul fatto che i principali protagonisti sulla scena mondiale si sarebbero attenuti ai tre punti posti dal Quartetto come prerequisiti per finanziare il governo palestinese. E invece la comunità internazionale si è mantenuta ferma su queste richieste e anche sulla “definizione di Hamas come organizzazione terroristica”.

(Da: Jerusalem Post, 7.11.06)

Nella foto in alto: Il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni