Un messaggio ai nemici

Il test missilistico israeliano significa deterrenza

Da un articolo di Alex Fishman

image_1970Niente paura. Ne abbiamo anche noi, e di migliori, e di gittata più lunga. Dunque mostriamoli, così staranno attenti.
Le condizioni atmosferiche insolitamente nitide, la mattina di giovedì scorso, hanno svelato per un momento il mondo avvincente e segreto delle capacità militari israeliane. Per un momento i cittadini israeliani hanno potuto vedere, nel bel mezzo del cielo, un pezzo dell’altissima tecnologia che viene sviluppata in questo paese e che lo pine tra i paesi di punta in questo campo.
Il missile lanciato con successo giovedì scorso è del tipo a due stadi. Il test è servito per analizzare il momento critico quando si stacca il primo segmento del razzo.
Non solo gli israeliani hanno visto il test nel cielo. Lo hanno visto anche tutti coloro che sono in qualche modo interessati a quanto avviene in Medio Oriente e ci tengono d’occhio dallo spazio, dal mare, o dalle colline tutt’attorno. Soggetti con questo genere di interesse evidentemente analizzeranno il test di lancio del missile e arriveranno alla ragionevole conclusione che questa capacità tecnologica mette Israele in condizione di produrre missili balistici a lungo raggio. In particolare, mette Israele in condizione di produrre missili che possono lanciare satelliti nello spazio e missili in grado di intercettare missili balistici in arrivo, lanciati contro Israele da grandi distanze e a grandi altezze.
Forse è questo il motivo per cui Israele ha deciso di procedere con questa dimostrazione, condotta in condizioni atmosferiche di ottima visibilità. Lo show presentato da Israele giovedì scorso è un segnale esplicito: coloro che si baloccano coi loro missili, come lo Shehab, o che cercano di ottenere armi nucleari, sappiano che non sono i soli a giocare questa partita in questa regione. L’avventurismo ha un prezzo: un fatto noto anche come “deterrenza”.
Queste capacità tecnologiche, a cui Israele sta lavorando da parecchi anni sotto una pesante coltre di segretezza, costano un sacco di soldi. Chi ha visto il missile in cielo, giovedì scorso, deve pensare che una significativa parte del gravoso budget della difesa israeliana si nasconde nella scia lasciata da quel missile. Tendiamo a lamentarci per le crescenti spese della difesa, ispezioniamo l’equipaggiamento dato ai soldati riservisti ed esaminiamo la busta paga degli ufficiali di carriera. Ma la realtà è che, in tutti questi anni, il grosso del denaro è andato altrove.
E se per un attimo vogliamo essere un po’ dietrologici, il clima terso che giovedì ci ha permesso di vedere il missile in volo ha anche permesso al governo di Gerusalemme di risollevare il nostro morale. Ci sparano addosso missili Qassam? Bene, ma noi abbiamo qualcosa di molto meglio (anche se dubito che ciò renda meno infelici gli abitanti di Sderot).

(Da: YnetNews, 19.01.08)