Un nonsenso, e nel momento sbagliato

Il ministro dell’istruzione israeliano sul boicottaggio accademico britannico

Da un articolo di Yuli Tamir

image_1717C’è un’amara ironia nel fatto che proprio adesso, mentre missili Qassam palestinesi piovono sulle scuole di Sderot e sul College Sapir, il Sindacato britannico delle Università e dei College (University and College Union, UCU) non solo non trova che sia il caso di esprimere solidarietà agli studenti israeliani costretti a subire incessanti attacchi contro la loro vita, ma anzi ha scelto proprio questo momento per lanciare il suo appello per il boicottaggio degli istituti accademici israeliani.
Il ricorso al boicottaggio accademico usato come un’arma sostanzialmente insulta chi lo propugna, perché spoglia l’accademia di una delle sue caratteristiche uniche: la libertà di pensiero e la libertà di scelta dei partner accademici. La libertà di operare con qualunque ricercatore in qualunque momento all’unico scopo di ampliare la conoscenza comune è uno dei principi su cui si fonda l’attività accademica. Quando un accademico non sceglie un partner secondo criteri e interessi accademici ma secondo la sua identità politica, di fatto di spoglia della sua veste di accademico e si trasforma in un politicante le cui posizioni ideologiche fanno premio sulla passione scientifica. Le istituzioni accademiche che si fanno guidare da obiettivi politici dimostrano non solo una grave carenza di comprensione del significato del loro ruolo, ma anche un grado preoccupante di ignoranza storica e sociale.
La possibilità che un boicottaggio accademico porti a un cambiamento della politica israeliana – o di qualunque altro paese – è pressoché nulla. Molto più grande è il rischio che un tale boicottaggio condizioni negativamente proprio coloro che “promuovono dialogo e apertura”. Un boicottaggio “di successo” isola e indebolisce proprio coloro che il boicottaggio sostiene di voler incoraggiare. Un boicottaggio fallito suscita solo la comprensibile ira di coloro che vorrebbe invece sfiancare.
Alla luce di tutto questo, quest’ultimo boicottaggio fallirà sicuramente. Come nei casi precedenti, non ho dubbi che il governo britannico e le migliori università britanniche non aderiranno affatto ai principi decretati da questo boicottaggio.
Le istituzioni accademiche israeliane sono abbastanza forti per affrontare il boicottaggio. In futuro tutto ciò che di esso rimarrà sarà un’ulteriore prova del grado di sconsideratezza a cui può spingersi una visione faziosa e l’incapacità di coloro che, credendo di essere di larghe vedute, non sanno fare un uso appropriato della libertà che il loro status gli garantisce.

(Da:YnetNews, 31.05.07)

Nella foto in alto: il ministro dell’istruzione israeliano Yuli Tamir (laburista), autrice di questo articolo