“Un passo difficile e generoso per la pace. Che i palestinesi facciano altrettanto”

La dichiarazione del primo ministro israeliano sul congelamento delle nuove costruzioni in Cisgiordania

di Benjamin Netanyahu

image_2675Oggi (25.11.09) il mio governo ha autorizzato una politica di limitazione circa gli insediamenti che contempla una sospensione delle nuove licenze e delle nuove costruzioni in Giudea e Samaria (Cisgiordania) per un periodo di dieci mesi. Il mio governo ha autorizzato questo passo di vasta portata in nome del nostro profondo desiderio di pace.
Noi confidiamo che questa decisione contribuisca ad avviare consistenti negoziati di pace allo scopo di arrivare ad uno storico accordo di pace che finalmente ponga termine al conflitto fra palestinesi e Israele.
Siamo impegnati a operare strettamente con gli Stati Uniti per far progredire il processo per la pace e la sicurezza in Medio Oriente. Ci è stato detto da molti amici che, una volta che Israele avesse fatto il primo passo verso la pace, i palestinesi e il mondo arabo avrebbero a loro volta risposto positivamente con loro misure, così da creare un circolo virtuoso della buona volontà. Ebbene, oggi il governo israeliano fa questo passo, davvero grande e difficile, in nome della pace. Mi auguro che i palestinesi e il mondo arabo sappiano cogliere questa opportunità e lavorare insieme a noi per dare vita a un nuovo inizio e un nuovo futuro per i nostri figli e per i loro figli.
Sin dal giorno in cui si è insediato, otto mesi fa, il nostro governo ha invocato negoziati diretti con i palestinesi. Nel frattempo abbiamo adottato molte misure concrete volte a migliorare la vita quotidiana dei palestinesi e creare un’atmosfera capace di offrire le migliori chance di successo ai negoziati politici. Abbiamo smantellato centinaia di posti blocco e di controllo, abbiamo esteso gli orari di apertura del Ponte di Allenby (fra Cisgiordania e Giordania), abbiamo rimosso ostacoli burocratici allo sviluppo economico palestinese. Questi interventi hanno contribuito a stimolare un’impennata, un boom dell’economia palestinese. Nello stesso tempo migliorava il clima di sicurezza grazie sia all’ opera incessante delle Forze di Difesa israeliane, sia all’impegno di forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese meglio addestrate. Ora vogliamo aggiungere a questo miglioramento economico e della sicurezza dei negoziati politici di sostanza.
Abbiamo già detto che non verranno creati nuovi insediamenti e che non verranno espropriati altri terreni per gli insediamenti già esistenti. Ho detto anche che avremmo limitato le attività negli insediamenti esistenti ed è proprio questo ciò che oggi abbiamo deciso di fare. Mi sono tuttavia impegnato a permettere la continuazione di una vita normale per i trecentomila nostri concittadini israeliani, uomini e donne, che vivono in Giudea e Samaria (Cisgiordania). Questo è il motivo per cui la sospensione non riguarderà costruzioni già oggi in corso, e non includerà scuole, asili, sinagoghe ed edifici pubblici necessari perché la vita possa continuare normalmente durante il periodo della sospensione. Ovviamente, durante questo periodo saranno anche garantite la strutture che possano rendersi necessarie per proteggere la sicurezza nazionale e salvaguardare la vita dei nostri cittadini.
Circa Gerusalemme, capitale sovrana d’Israele, la nostra posizione è nota. Non poniamo restrizioni alle attività edilizie nella nostra capitale sovrana. E come sempre, restiamo impegnati a tutelare la libertà di culto per tutte le fedi e a garantire trattamento eguale e corretto a tutti i cittadini della città, ebrei e arabi allo stesso modo.
Quando terminerà il periodo di sospensione, il mio governo tornerà alle politiche dei governi precedenti riguardo alle costruzioni.
Voglio dire con chiarezza ai palestinesi: è ora di avviare negoziati. Ora è il momento di far progredire il processo di pace. Non c’è più tempo da perdere. Israele ha fatto un passo generoso in nome della pace. È tempo che i palestinesi facciano altrettanto.

(Da: MFA Newsletter, 25.22.09)