Un preoccupante quadro di complicità Onu coi crimini di guerra palestinesi

Il rapporto Onu sulla guerra a Gaza rivela abusi e incompetenze delle sue agenzie, e pone inquietanti interrogativi

Di Anne Herzberg

Anne Herzberg, AUTRICE DI QUESTO ARTICOLO

Anne Herzberg, autrice di questo articolo

La settimana scorsa l’Ufficio del Segretario Generale delle Nazioni Unite ha pubblicato una sintesi dell’atteso rapporto della Commissione di inchiesta sulla guerra di Gaza dell’estate 2014. La Commissione era incaricata di indagare gli incidenti che hanno coinvolto sedi e strutture delle Nazioni Unite durante i 50 giorni di conflitto.

Il mandato della Commissione era generalmente imparziale, non presupponeva in anticipo la colpevolezza di Israele e la Commissione stessa era composta da persone che apparivano esenti da pregiudizi. Di conseguenza, il governo israeliano ha pienamente collaborato con la missione.

Sia la composizione che l’origine della Commissione spiccano in netto contrasto con l’inchiesta tuttora in corso da parte del Consiglio Onu per i Diritti Umani, che è invece viziata da un mandato fazioso, da conclusioni predeterminate sulle violazioni israeliane e da uno staff decisamente prevenuto. Inoltre, questa seconda missione si svolge nella cornice del Consiglio Onu per i Diritti Umani, un organismo controllato dall’Organizzazione della Cooperazione Islamica e da molti altri fra i peggiori violatori di diritti umani nel mondo. Al momento in cui scriviamo siamo ancora in attesa dei risultati di questa seconda indagine su Gaza, ma stando alle esperienze del passato è estremamente probabile che essa non affronterà in modo serio l’uso da parte palestinese delle strutture Onu nel quadro della loro strategia di combattimento dietro scudi umani.

Un mortaio di Hamas (nel cerchio rosso) a ridosso di una scuola dell’Unrwa a Beit Hanoun (striscia di Gaza)

Un mortaio di Hamas (nel cerchio rosso) a ridosso di una scuola dell’Unrwa a Beit Hanoun (striscia di Gaza)

Al contrario, la sintesi del rapporto della Commissione istituita dal Segretario Generale descrive un quadro di intensi combattimenti urbani tra Israele e i gruppi terroristici palestinesi, l’utilizzo delle strutture Onu da parte dei palestinesi per lanciare attacchi e immagazzinare armi, e la mancanza di certezze circa il fatto se gli edifici siano stati colpiti dalle Forze di Difesa israeliane o da Hamas. Essa inoltre rivela, nella migliore delle ipotesi, una madornale incompetenza da parte dell’UNRWA (l’agenzia Onu per i profughi palestinesi), che a quanto pare non ha messo in atto nessuna misura volta a prevenire le attività illegali presso le sue strutture. Secondo il rapporto, l’agenzia Onu in pratica ha consegnato i razzi trovati in edifici scolastici dell’UNRWA a non meglio identificate “autorità locali”, a guerra ancora in corso, evidentemente senza preoccuparsi affatto del rapporto fra Hamas (che aveva nascosto i razzi nelle scuole) e le “autorità locali” (controllate da Hamas).

Vi sono tuttavia altri aspetti preoccupanti circa il rapporto della Commissione, soprattutto in relazione alla mancanza di trasparenza e alla metodologia di lavoro. Il testo vero e proprio del rapporto è segreto. Se ne conosce solo una sintesi e dunque, in generale, non si sa quale materiale sia stato utilizzato dalla Commissione per arrivare alle sue conclusioni. La sintesi, ad ogni modo, indica che la Commissione ha fatto molto affidamento su interviste a testimoni come il personale dell’UNRWA e altro personale delle Nazioni Unite. Si tratta tuttavia di persone che hanno un chiaro interesse a nascondere l’eventuale ruolo della loro organizzazione nel facilitare o addirittura assistere attivamente Hamas e altri gruppi terroristici palestinesi nel commettere crimini di guerra. E, come è tipico, in tutti i casi esaminati dalla Commissione i “testimoni” palestinesi e quelli delle Nazioni Unite (in genere anch’essi palestinesi) affermano di non aver visto nessuna attività di Hamas da nessuna parte vicino alle strutture dell’Onu in cui hanno avuto luogo operazioni israeliane: affermazioni che non hanno alcuna credibilità come “testimonianza”, giacché si tratta di persone direttamente implicate nell’eventuale crimine indagato. Queste affermazioni inattendibili sollevano anzi ulteriori interrogativi su quante e quanto più ampie attività di Hamas all’interno e a ridosso delle strutture Onu possano essere state minimizzate o nascoste.

nel corile della scuola femminile dell’Unrwa a Beit Lahiya (striscia di Gaza)

Lancia-razzi palestinese (cerchio rosso) nella scuola elementare femminile dell’Unrwa a Beit Lahiya (striscia di Gaza)

Oltre alle dichiarazioni inattendibili di persone interessate a tutelare se stesse, la Commissione ha anche apparentemente utilizzato informazioni ottenute da non meglio specificate ONG. Nessun dettaglio viene fornito su come siano state selezionate queste ONG, quali loro rapporti siano stati esaminati e fino a che punto e secondo quali criteri siano stati ritenuti credibili e fondati. Ma le pubblicazioni finora diffuse dalle ONG sulla guerra di Gaza sono quasi tutte basate su speculazioni e congetture, contengono innumerevoli errori di fatto e di diritto, tacciono le attività dei combattenti palestinesi e descrivono falsamente come civili decine, se non centinaia, di combattenti palestinesi allo scopo di confezionare false accuse su violazioni israeliane. Se è ragionevole non divulgare informazioni classificate, non c’è invece motivo per inserire in questa categoria le informazioni delle ONG, a maggior ragione se è quasi certo che la documentazione fornita dalle ONG alla Commissione non riguarda in modo preciso le violazioni palestinesi.

Nondimeno il rapporto della Commissione, benché involontariamente, smentisce con chiarezza la versione sulla guerra di Gaza delle ONG, le quali accusano falsamente Israele di mirare deliberatamente ai civili e tacciono la misura in cui i palestinesi operano dall’interno delle aree civili per lanciare migliaia di attacchi missilistici deliberatamente mirati contro i civili israeliani, mettendo così a rischio la stessa popolazione di Gaza.

L’Onu sottolinea sempre che le sue strutture sono inviolabili. Però, come risulta chiaramente dal rapporto della Commissione, le strutture dell’Onu sono state sistematicamente sfruttate da Hamas e altri gruppi terroristici palestinesi per immagazzinare armi ed effettuare attacchi. Di più. Dal rapporto si capisce che la maggior parte dei danni è direttamente attribuibile alle azioni di Hamas.

Non vi è dubbio che funzionari e impiegati delle Nazioni Unite (per lo più palestinesi) chiudevano un occhio di fronte a queste manifeste violazioni mentre esse erano in corso, e forse erano persino implicati nell’agevolare tali attacchi. Ed è evidente che, durante la guerra, diversi funzionari delle Nazioni Unite erano più interessati a diffondere propaganda che a prendere atto della realtà di ciò che stava avvenendo sul terreno.

Se l’Onu vuole tutelare davvero le sue strutture ed evitare in futuro morti e feriti, spetta innanzitutto all’Onu stessa farsi carico di far rispettare la legge che predica agli altri e porre fine al ruolo estremamente dannoso svolto da alcuni suoi organismi nel consentire crimini di guerra palestinesi.

(Da: YnetNews, 4.5.15)

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