Un programma di guerra contro Israele

Incompatibile con un compromesso di pace la piattaforma elettorale di Hamas.

image_1048“La nostra nazione è attualmente in una fase di liberazione nazionale ed ha il diritto di agire per riconquistare i propri diritti e porre fine all’occupazione facendo uso di ogni mezzo, compresa la lotta armata. Dobbiamo usare tutti i mezzi al fine di sostenere il nostro popolo e creare uno stato la cui capitale sia Gerusalemme”. È quanto si legge nella piattaforma programmatica che Hamas ha pubblicato in vista delle elezioni parlamentari palestinesi di fine gennaio: una versione leggermente più edulcorata e diplomatica della manifesto programmatico dell’organizzazione datato 1988 e delle dichiarazioni pubbliche dei suoi dirigenti in tutti gli anni successivi, che indicano esplicitamente come principale ragion d’essere del movimento jihadista palestinese la distruzione di Israele e la creazione al suo posto di uno stato arabo-islamico su tutto il territorio a ovest del Giordano.
La piattaforma elettorale, invece, evita di specificare quali siano secondo Hamas i territori da liberare dall’occupazione. Essa comunque definisce il “diritto al ritorno” all’interno di Israele dei profughi palestinesi (e di tutti i loro discendenti) come “un inalienabile diritto sul quale non deve essere fatta alcuna concessione”.
Nell’introduzione alla piattaforma programmatica, Hamas spiega d’aver deciso di partecipare alle elezioni perché ritiene che ciò possa contribuire alla liberazione della Palestina, al ritorno del popolo palestinese nelle sue terre e nella sua patria, e alla creazione di uno stato indipendente la cui capitale sia Gerusalemme. La nostra partecipazione alle elezioni – continua il documento – rafforza e sostiene il programma della resistenza e l’intifada, che sono l’opzione privilegiata dalla nazione per porre fine all’occupazione”.
La piattaforma afferma inoltre che Hamas considera la Palestina come “parte del territorio arabo e islamico, e un assoluto diritto palestinese che nessuno strumento legale o militare può alterare”.

(Da: Ha’aretz, 11.01.06)