Un Saddam Hussein a Damasco

Il dittatore iracheno faceva strage di suoi cittadini col gas e utilizzava il pan-arabismo per perpetuare una dittatura tribale e settaria. Come il regime siriano

Di Salman Masalha

Il poeta, scrittore e saggista arabo israeliano della comunità drusa, Salman Masalha, autore di questo articolo. Masalha, fra l’altro, insegna Lingua e Letteratura Araba all’Università di Gerusalemme

Il poeta, scrittore e saggista arabo israeliano della comunità drusa, Salman Masalha, autore di questo articolo. Masalha, fra l’altro, insegna Lingua e Letteratura Araba all’Università di Gerusalemme

All’inizio della cosiddetta primavera araba, il presidente siriano Bashar Assad dichiarava ad ogni occasione che la Siria non è la Tunisia né l’Egitto. Naturalmente aveva ragione. Non perché credesse che il popolo siriano lo amasse e che non si sarebbe mai ribellato, come avveniva nelle altre “repubbliche” arabe; ma perché lui e quelli della sua cerchia avevano già programmato la loro risposta assassina a qualunque segnale di ribellione.

La Siria in effetti non è né la Tunisia né l’Egitto. È piuttosto una replica esatta dell’Iraq di Saddam Hussein. Il regime siriano, come quello di Saddam a suo tempo, è interamente controllato dal partito Ba’ath che professa il panarabismo, la resistenza anti-occidentale e l’anti-imperialismo, ma è impregnato di settarismo etnico e tribale.

Come si sa, gli slogan del panarabismo non sono mai riusciti a unificare i due stati, Siria e Iraq, nonostante fossero guidati da uomini apparentemente fautori della stessa ideologia. Anzi, a un certo punto la finzione dietro a tutte le chiacchiere sulla resistenza all’imperialismo occidentale si rivelò in tutta la sua nudità. Accadde quando Assad padre si unì alla coalizione “imperialista” del presidente Usa George Bush padre (nel 1991), inviando addirittura delle unità del suo esercito a combattere nella guerra contro Saddam e contro il partito Ba’ath iracheno.

Anche nel suo uso di armi chimiche contro i civili, così come nella struttura e nel funzionamento del suo governo, la Siria è una copia del modello iracheno. Saddam, che eliminava chiunque si parasse sulla sua strada, utilizzava l’ideologia del partito Ba’ath per perpetuare una dittatura tribale e settaria (rispettivamente dei Tikriti e dei sunniti). Non si fermava davanti a nulla pur di conseguire questo obiettivo. Il partito Ba’ath siriano ha fatto lo stesso, a partire da Hafez Assad per poi continuare con il figlio Bashar: è lo stesso sistema di pensiero che sta dietro all’impulso tribale che sta rapidamente distruggendo l’Oriente arabo.

Ormai da due anni e mezzo il regime siriano sta massacrando i suoi cittadini ribelli. I crimini perpetrati in Siria fanno impallidire tutte le altre “nakbe”. Non sono io a dirlo. Dopo una recente visita in Siria, il ministro palestinese del lavoro Ahmed Majdalani ha dichiarato al sito web palestinese Dunya al-Watan che la guerra civile ha distrutto lo stato siriano, e ha aggiunto: “La nakba dei siriani è peggio della nakba palestinese del 1948”.

Quando non seppe opporsi a suo padre, Assad decretò di suo pugno la bancarotta morale sua e del suo regime

“Quando non seppe opporsi a suo padre, Assad decretò di proprio pugno la bancarotta morale sua e del suo regime”

Io non so quale ordine l’Occidente voglia imporre a questa regione, e mi pare che nemmeno l’Occidente lo sappia. Anche i più accaniti pacifisti non possono più distinguere ragioni e torti, quando si tratta di Siria. Va al di là della mia comprensione come certa sinistra possa opporsi a un intervento occidentale in Siria e contemporaneamente invocare l’intervento occidentale per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Sono posizioni prive di onestà intellettuale, che oltretutto minano la credibilità dell’agenda politica e sociale che quella sinistra sostiene di rappresentare.

Sebbene Assad fosse salito al potere con un colpo di stato tribale pianificato, orchestrato e pilotato da suo padre, molti riposero in lui le loro speranze per via del fatto che è un medico che ha studiato in occidente e che capisce persino di internet. Ma Assad non ha serbato nulla di quel che c’è di buono nella cultura politica occidentale. Quando non seppe opporsi a suo padre, decretò di proprio pugno la bancarotta morale sua e del suo regime.

Ci sono momenti in cui non si può stare a guardare. Il mondo deve fermare la carneficina in Siria. Il regime tribale e settario Ba’athista che ha distrutto l’Iraq sta ora distruggendo la Siria. Quel regime con la sua falsa ideologia, così come la falsa ideologia islamista dell’altra parte, deve essere gettato nella spazzatura della storia, e il più presto possibile.

(Da: Ha’aretz, 8.9.13)