L’atomica iraniana sarebbe devastante (senza nemmeno che Teheran la usi davvero)

Sotto l’ombrello nucleare il regime islamista degli ayatollah potrebbe estendere la sua tradizionale aggressività imperialista e terrorista e innescare una pericolosissima corsa agli armamenti

Di Andrew Lowy

Andrew Lowy, autore di questo articolo

Un Iran dotato di armi nucleari comporterebbe conseguenze catastrofiche per la sicurezza della comunità internazionale.

Lo scorso novembre l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha riferito che l’Iran è in grave violazione del Joint Comprehensive Plan of Action (l’accordo del 2015), spiegando che Teheran ha già 12 volte la quantità di uranio arricchito che sarebbe autorizzato ad possedere in base a quell’accordo. Sono state segnalate anche altre violazioni, ma ciò nonostante vi sono coloro in Occidente che snobbano la minaccia che l’Iran possa dotarsi di armi nucleari sostenendo che, se anche le possedesse, non le userebbe mai davvero. Tuttavia, quand’anche l’Iran non usasse le armi nucleari eventualmente acquisite, la cosa avrebbe comunque conseguenze disastrose per la sicurezza della regione e della comunità internazionale.

Una delle principali conseguenze è che il possesso di armi nucleari da parte dell’Iran spronerebbe le ambizioni imperiali del paese in tutta la regione. Dal 1979, l’Iran ha sempre cercato di diffondere la sua rivoluzione islamista in tutto il Medio Oriente perseguendo l’egemonia regionale. Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha commentato con queste parole la natura imperialista del regime della Guida Suprema iraniana ayatollah Ali Khamenei: “Vuole espandersi. Vuole realizzare il suo progetto in Medio Oriente analogamente a come, all’epoca, voleva espandersi Hitler”. Le nazioni della penisola arabica sono particolarmente minacciate dalle ambizioni dell’Iran.

Il presidente iraniano Hassan Rouhani (a destra) e il direttore dell’Organizzazione Iraniana per l’Energia Atomica, Ali Akbar Salehi, ispezionano un impianto di tecnologia nucleare

Ad esempio il Bahrein è governato dalla famiglia sunnita Al Khalifa, ma la sua popolazione è per tre quarti sciita. L’Iran, che è prevalentemente sciita, considera il Bahrain la sua 14esima provincia. Un Iran dotato di armi nucleari potrebbe tentare di conquistare militarmente e annettersi il Bahrein. L’Iran potrebbe provare anche a replicare questa manovra militare in altre parti della regione, come nelle province orientali dell’Arabia Saudita dove le città di Qatif, Dammam e al-Hasa sono a maggioranza sciita e comprendono alcuni dei più grandi giacimenti petroliferi e impianti di raffinazione del paese. Se l’Iran possedesse armi nucleari, gli altri paesi esiterebbero a intraprendere una risposta militare per paura di provocare una conflagrazione atomica.

Allo stesso modo, l’intensificarsi del terrorismo in tutto il mondo non farebbe che aumentare se l’Iran acquisisse armi nucleari. Nel settembre 2019 l’Iran ha lanciato droni e missili da crociera contro giacimenti petroliferi sauditi, immobilizzando il 5% della normale produzione mondiale di petrolio. A gennaio l’Iran si è anche reso responsabile dell’attacco a truppe statunitensi di stanza in Iraq. Non basta. In quanto principale sponsor mondiale del terrorismo, l’Iran ha fornito armi a nemici di Israele come Hezbollah nel Libano meridionale e Hamas e Jihad Islamica palestinese nella striscia di Gaza: tutte organizzazioni votate, come lo stesso regime iraniano, alla distruzione dello stato ebraico. Teheran fornisce armi anche ad altre organizzazioni terroristiche nella regione, come le milizie sciite in Iraq e i ribelli sciiti houthi nello Yemen. Il terrorismo dell’Iran e dei suoi gregari contro Israele, contro altri paesi della regione e contro il personale militare americano non farebbe che aumentare se l’Iran acquisisse armi nucleari, poiché queste fungerebbero da deterrente contro qualsiasi potenziale contrattacco. Il che sarebbe ancora più vero se l’Iran riuscisse a trasferire tecnologia nucleare ai suoi gregari terroristici.

Il missile balistico iraniano Dezful da più di 1.000 km di gittata

Un’ulteriore conseguenza è che l’Iran potrebbe utilizzare la minaccia delle armi nucleari per imporre un controllo sulle vie di navigazione internazionali. Lo stretto di Bab-el-Mandeb è un’importante via d’acqua per la navigazione mondiale che si trova all’estremità sud-occidentale dello Yemen e costituisce l’ingresso meridionale al Mar Rosso. Dal Mar Rosso, le navi provenienti dall’Oceano Indiano possono attraversare il Canale di Suez e il Mediterraneo per giungere fino all’Oceano Atlantico. Come ebbe a dire il maggiore delle Forze di Difesa israeliane Eliot Chodoff, chiunque controlli lo stretto di Bab-el-Mandeb controlla di fatto il Canale di Suez senza dover essere fisicamente sul posto. Se le navi non possono entrare nel Mar Rosso, il Canale di Suez diventa inutile. Se l’Iran decidesse di chiudere lo stretto di Bab-el-Mandeb, direttamente o tramite i suoi gregari Houthi nello Yemen, la cosa avrebbe effetti devastanti sul commercio globale.

L’altra grande via d’acqua internazionale che l’Iran potrebbe minacciare è lo Stretto di Hormuz, nel Golfo Persico. Lo stretto di Hormuz è probabilmente il collo di bottiglia più importante del mondo attraverso cui transita il petrolio. Secondo la US Energy Information Administration, nel 2018 i flussi di petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz hanno rappresentato un terzo di tutto il traffico di petrolio via mare e circa un quarto del traffico globale di gas naturale liquido. Nell’aprile del 2019 il capo della marina della Guardia Rivoluzionaria iraniana, generale Ali Reza Tangsiri, ha minacciato di chiudere lo Stretto di Hormuz. Se l’Iran decidesse di farlo, la cosa avrebbe una ricaduta molto negativa sul prezzo del petrolio e sull’economia mondiale nel suo complesso. Agendo sotto l’ombrello nucleare, l’Iran potrebbe decidere di bloccare uno di questi cruciali corsi d’acqua internazionali contando di dissuadere altri paesi dall’intraprendere contromisure militari.

Considerando tutte queste minacce, molti paesi del Medio Oriente cercherebbero di contrastare il pericolo di un Iran nucleare cercando a loro volta di acquisire armi nucleari. Mohammed bin Salman ha ribadito che, sebbene l’Arabia Saudita non desideri dotarsi di armi nucleari, “qualora l’Iran sviluppasse una bomba nucleare, ne seguiremo l’esempio prima possibile”. Una corsa agli armamenti nucleari in una delle regioni più instabili del mondo comporterebbe pericoli potenzialmente incommensurabili per la sicurezza globale.

(Da: Jerusalem Post, 30.11.20)