Una campagna indecente indifendibile e vergognosa, che Israele deve comunque subire

Arabi hanno ucciso altri arabi in un luogo santo, gli ebrei cercano di evitare che succeda ancora e il mondo arabo-islamico si leva furibondo contro gli ebrei

Di David Horovitz

David Horovitz, autore di questo articolo

Meno di tre giorni. Questo è il tempo che verosimilmente rimane a Israele per risolvere la demenziale mina innescata dai capi arabi e islamici al Monte del Tempio. Se non si troverà una soluzione per venerdì, quando molte migliaia di fedeli musulmani affluiranno alla Città Vecchia di Gerusalemme per la preghiera settimanale, bisognerà aspettarsi violenze molto peggiori dei tafferugli relativamente contenuti che hanno caratterizzato queste prime giornate di protesta contro i metal detector.

Tutto questo, naturalmente, è ignobile e vergognoso. Ma dirlo non servirà a nulla.

E’ vergognoso che in molte parti del mondo musulmano Israele venga ferocemente attaccato per aver installato dei metal detector che hanno lo scopo di aumentare la sicurezza nel luogo più sacro al mondo per gli ebrei, nonché terzo luogo santo per i musulmani. Non vogliono che venga garantita la sicurezza in quel luogo?

È vergognoso che molti di coloro che attaccano Israele per aver modificato – sostengono – lo status quo alla spianata delle moschee sul Monte del Tempio, lo fanno senza nemmeno menzionare l’attentato omicida che ha profanato il luogo santo e che ha costretto le autorità di sicurezza a installare i metal detector. Ricordiamolo: venerdì scorso tre musulmani arabo-israeliani sono usciti dalla spianata della moschee con le armi spianate e hanno ucciso a tradimento due agenti della polizia di frontiera israeliana che erano in servizio appena fuori il complesso. Capita che i due poliziotti assassinati fossero due drusi, membri cioè di una comunità araba monoteista che abbraccia molti insegnamenti islamici. Dunque, per dirla senza mezzi termini: degli arabi hanno ucciso altri arabi in un luogo santo, gli ebrei stanno cercando di garantire che ciò non accada più e il mondo arabo-islamico si leva furibondo contro gli ebrei. Per inciso, come mostra il filmato (qui sotto riportato), una delle vittime è stata colpita alle spalle mentre voltava la schiena al complesso sacro da cui sono balzati fuori i terroristi: ovvio, perché era lì per proteggere il luogo santo e chi vi si trovava da possibili minacce dall’esterno.

I metal detector anti-terrorismo rifiutati dalla pretestuosa campagna arabo-islamica contro Israele

È vergognoso che la Giordania – che tenne sotto occupazione la Città Vecchia di Gerusalemme (senza tutelare affatto la libertà di culto) prima che nel ’67 Israele la conquistasse e da allora le permettesse di continuare ad amministrare il complesso del Monte del Tempio attraverso il Waqf, l’ente del patrimonio islamico – si sia messa alla testa degli attacchi isterici contro Israele. Sarebbe molto più sensato che la Giordania si mettesse alla testa delle richieste per una migliore protezione del sito sacro. Sarebbe molto più sensato che la Giordania si scusasse per aver impedito, nel recente passato, di installare telecamere di sicurezza in varie posizioni sul Monte del Tempio, una delle misure precauzionali più volte sollecitate da Israele e che avrebbe potuto ostacolare, se non addirittura impedire, l’attentato di venerdì.

È vergognoso che il posizionamento di metal detector al di fuori del complesso venga falsamente descritto come un cambiamento dello status quo post-‘67, quando sin dal ‘67 Israele ha sempre avuto la responsabilità della sicurezza generale del sito, e gli eventi di venerdì hanno drammaticamente dimostrato al di là di ogni dubbio la necessità di maggiori misure di sicurezza attorno al sito e ai suoi ingressi.

Controlli di sicurezza, con metal detector, per l’accesso alla Basilica di San Pietro, a Roma

È vergognoso che i metal detector vengano considerati gravissimi e intollerabili, quando in tutto il mondo i siti religiosi vengono protetti esattamente nello stesso modo, ed esattamente per la stessa sfortunata ragione (la minaccia del terrorismo). Vi sono rigorose misure di sicurezza nei principali siti islamici, a partire da La Mecca e Medina. Vi sono rigorose misure di sicurezza, metal detector compresi, attorno al piazzale del Muro Occidentale (“del pianto”), che si trova immediatamente al di sotto del Monte del Tempio: misure di sicurezza imposte dalla polizia israeliana a tutti i visitatori, ebrei e non ebrei. Vi sono sempre stati metal detector in funzione alla Porta Mughrabi, l’unico ingresso alla spianata delle moschee sul Monte del Tempio utilizzato dai visitatori non musulmani.

È persino peggio che vergognoso il fatto che, quando Israele ha riaperto il complesso soltanto due giorni dopo il mortale attentato, i funzionari di Waqf hanno lanciato quello che si configura come un boicottaggio del loro stesso luogo santo, esortando i fedeli musulmani a non entrare nella moschea di al-Aqsa fino a quando i metal detector resteranno in funzione. Evidentemente i devoti custodi del terzo luogo santo dell’islam odiano d’idea di quella che essi descrivono come un’umiliante sottomissione a controlli di sicurezza gestiti da ebrei più di quanto non abbiano a cuore il diritto di pregare in sicurezza.

Ma – possiamo solo ripeterlo – affermare tutto questo non cambia niente. Certamente non cambia il fatto che venerdì questa indegna e vergognosa campagna possa sfociare in una infernale esplosione.

(Da: Times of Israel, 18.7.17)