Una guida alle intricate elezioni israeliane (aggiornata agli ultimi sondaggi)

La partita della competizione democratica appare molto aperta, a differenza di quanto poteva sembra anche solo qualche mese fa

Schede per le elezioni israeliane

Lo scorso 24 dicembre, la sera in cui vennero indette le elezioni anticipate israeliane, una conduttrice della tv Al Jazeera chiese se vi fosse qualche possibilità che il primo ministro in carica Benjamin Netanyahu perdesse le elezioni. Quando le venne risposto che Israele è una vera democrazia, a differenza della maggior parte dei paesi che guardano Al Jazeera, e che quindi tutto può succedere, la conduttrice si fece una risata po’ troppo forte e un troppo lunga, come a dire: “ma figuriamoci”. Invece, puntualmente, le elezioni israeliane – a poco meno di un mese dalla data del voto – sono diventate uno show molto movimentato e alquanto imprevedibile.

Da quel giorno di fine dicembre, vi sono stati almeno quattro momenti che hanno impresso svolte importanti alle prospettive elettorali. Il 27 dicembre è entrato in lizza l’ex capo di stato maggiore Benny Gantz. Il 29 gennaio Gantz ha tenuto il suo primo discorso politico. Il 21 febbraio è stata formata la nuova lista “Blu e Bianco” dall’unione del partito di Gantz Resilienza d’Israele e con il partito Yesh Atid, di Yair Lapid. Infine, il 28 febbraio, è stata annunciata l’incriminazione, in attesa di udienza, del primo ministro Netanyahu. In corrispondenza di ciascuno di questi eventi i sondaggi pre-elettorali hanno registrato sensibili spostamenti, sebbene quello che sembra aver avuto meno impatto politico immediato sia stato – per la sorpresa degli osservatori – il quarto evento: l’annuncio delle incriminazioni a carico di Netanayhau. In linea generale il Likud, il partito di Netanyahu, si è mantenuto relativamente costante attraverso i vari snodi, mentre i suoi avversari si riorganizzavano in modo strategico.

Nel frattempo un dato che emerge è che, per una corretta valutazione del risultato delle elezioni del 9 aprile, sarà determinante non solo la serrata competizione di testa (con il quesito ormai tradizionale a cui gli israeliani sono abituati, riassumibile nella battuta: “To Bibi or not to Bibi”). Sarà determinante anche la non meno serrata competizione che si svolge in fondo alla classifica, fra le formazioni che si giocano la partita sul crinale della soglia di sbarramento del 3,25% dei voti: infatti, per la formazione della futura coalizione di governo è cruciale capire quali partiti riusciranno a entrare nella Knesset e quali ne resteranno esclusi. Dopo il voto, il presidente d’Israele Reuven Rivlin attribuirà l’incarico di formare il governo considerando non solo quale partito avrà ricevuto il maggior numero (relativo) di voti, ma anche quale blocco si presenterà come potenzialmente maggioritario (almeno 61 seggi sui 120 del parlamento monocamerale), e quale leader di partito potrà vantare un maggior numero di raccomandazioni da parte dei vari gruppi rappresentanti alla Knesset. Fra adesso e quel momento, la situazione potrebbe mutare e persino ribaltarsi più volte (nei sondaggi) a vantaggio ora del blocco di centro-sinistra ora del blocco di centro-destra.

Per facilitare coloro che intendono seguire il complicato dibattito pre-elettorale israeliano, riportiamo di seguito una sintetica “guida” tratta dal Jerusalem Post con: i partiti, i loro principali esponenti, la posizione attuale nei sondaggi e la questione cruciale delle rispettive preferenze in fatto di future coalizioni.
Avvertenza: i sondaggi cambiano in continuazione. Si veda la scheda in calce per un aggiornamento dell’ultima ora.

Blu e Bianco (Kahol Lavan)
alleanza fra Hosen L’Yisrael (Resilienza d’Israele), Yesh Atid (C’è un futuro) e Telem
Seggi attributi dai sondaggi: 35-37
Seggi nella Knesset attuale: 11 di Yesh Atid
Primi candidati in lista: 1. Benny Gantz, 2. Yair Lapid, 3. Moshe Ya’alon, 4. Gabi Ashkenazi, 5. Avi Nissenkorn, 6. Meir Cohen, 7. Miki Haimovich, 8. Ofer Shelah, 9. Yoaz Hendel, 10. Orna Barbivai
Preferenze di coalizione: un governo di unità nazionale guidato da Gantz come primo ministro, con un Likud post-Netanyahu come partner principale. Non aderirebbe a un governo guidato da Netanyahu.

Likud
Seggi attributi dai sondaggi: 29-31
Seggi nella Knesset attuale: 30
Primi candidati in lista: 1. Benjamin Netanyahu, 2. Yuli Edelstein, 3. Israel Katz, 4. Gilad Erdan, 5. Gideon Sa’ar, 6. Miri Regev, 7. Yariv Levin, 8. Yoav Gallant, 9. Nir Barkat, 10. Gila Gamliel.
Preferenze di coalizione: un governo di destra guidato da Netanyahu con 61 deputati del blocco di centro-destra, più un altro partito o due per garantirsi una maggioranza non troppo stretta.

Partito Laburista (HaAvoda)
Seggi attributi dai sondaggi: 7-9
Seggi nella Knesset attuale: 19 del partito laburista (nel 2015 era in associazione con HaTnuah, il Movimento, di Tzipi Livni, dentro Unione Sionista)
Primi candidati in lista: 1. Avi Gabbay, 2. Tal Rousso, 3. Itzik Shmuli, 4. Stav Shaffir, 5. Shelly Yacimovich
Preferenze di coalizione: un governo guidato da Gantz. Non entrerà a far parte di un governo guidato da Netanyahu né di una coalizione con Yisrael Beytenu e/o Unione dei Partiti dell’Ala Destra.

Hadash-Ta’al
formazioni prevalentemente arabe
Seggi attributi dai sondaggi: 7-9
Seggi nella Knesset attuale: 6 (nel 2015 erano in associazione con Balad e Lista Araba Unita nella Lista Araba Congiunta)
Primi candidati in lista: 1. Ayman Odeh, 2. Ahmad Tibi, 3. Aida Touma-Sliman, 4. Osama Sa’adi, 5. Ofer Kassif
Preferenze di coalizione: nessuna

Ebraismo Unito della Torah (Yahadut HaTora HaMeuhedet)
aggregazione di Degel HaTorah e Agudat Israel (ultra-ortodossi askenaziti)
Seggi attributi dai sondaggi: 7
Seggi nella Knesset attuale: 6
Primi candidati in lista: 1. Ya’acov Litzman, 2. Moshe Gafni, 3. Meir Porush, 4. Uri Maklev, 5. Yaakov Tessler
Preferenze di coalizione: una coalizione guidata da Netanyahu che non includa Blu e Bianco.

Unione dei Partiti dell’Ala Destra
nazionalisti religiosi, aggregazione di HaBayit HaYehudi La Casa Ebraica, Tekuma e Otzma Yehudit Forza Ebraica (ispirato a Meir Kahane)
Seggi attributi dai sondaggi: 5-8
Seggi nella Knesset attuale: 5
Primi candidati in lista: 1. Rafi Peretz, 2. Bezalel Smotrich, 3. Moti Yogev, 4. Ophir Sofer, 5. Michael Ben-Ari
Preferenze di coalizione: governo di destra guidato da Netanyahu. Non aderirebbe a un governo guidato da Gantz.

Nuova Destra (HaYamin HeHadash)
Seggi attributi dai sondaggi: 5-7
Seggi nella Knesset attuale: 3 (eletti in HaBayit HaYehud, da cui sono usciti)
Primi candidati in lista: 1. Naftali Bennett, 2. Ayelet Shaked, 3. Alona Barkat, 4. Matan Kahana, 5. Shuli Moalem-Refaeli, 6. Caroline Glick
Preferenze di coalizione: governo di destra guidato da Netanyahu, con Nuova Destra come maggior partner di coalizione. Non aderirebbe a un governo guidato da Gantz.

Meretz
sinistra laica sionista pacifista, unione di Ratz, Mapam e Shinui
Seggi attributi dai sondaggi: 4-6
Seggi nella Knesset attuale: 5
Primi candidati in lista: 1. Tamar Zandberg, 2. Ilan Gilon, 3. Michal Rozin, 4. Esawi Frej, 5. Ali Salalha
Preferenze di coalizione: governo di centro-sinistra guidato da Gantz purché senza Unione dei Partiti dell’Ala Destra e Nuova Destra. Non aderirebbe a un governo guidato da Netanyahu.

Shas
ultra-ortodossi sefarditi
Seggi attributi dai sondaggi: 4-6
Seggi nella Knesset attuale: 7
Primi candidati in lista: 1. Arye Deri, 2. Yitzhak Cohen, 3. Meshulam Nahari, 4. Ya’acov Margi, 5. Yoav Ben-Tzur
Preferenze di coalizione: coalizione guidata da Netanyahu che non includa Blu e Bianco.

Kulanu (Tutti noi)
Seggi attributi dai sondaggi: 4-6
Seggi nella Knesset attuale: 10
Primi candidati in lista: 1. Moshe Kahlon, 2. Eli Cohen, 3. Yifat Shasha-Biton, 4. Roy Folkman, 5. Tali Ploskov
Preferenze di coalizione: preferisce un governo guidato da Netanyahu, ma non esclude di entrare in una coalizione guidata da Gantz. Entrerebbe in un governo guidato da Netanyahu, ma ne uscirebbe se venisse effettivamente incriminato dopo la sua audizione.

Yisrael Beytenu (Israele Nostra Casa)
partito laicista, originariamente espressione degli immigrati dall’ex-Urss
Seggi attributi dai sondaggi: 0-4
Seggi nella Knesset attuale: 5
Primi candidati in lista: 1. Avigdor Liberman, 2. Oded Forer, 3. Evgeny Sova, 4. Eli Avidar, 5. Yulia Malinovsky
Preferenze di coalizione: governo di destra guidato da Netanyahu. Non aderirebbe a un governo guidato da Gantz.

Lista Araba Unita-Balad
islamisti e nazionalisti pan-arabisti
Seggi attributi dai sondaggi: 0-4
Seggi nella Knesset attuale: 6 (nel 2015 erano in associazione con Hadash e Ta’al nella Lista Araba Congiunta)
Primi candidati in lista: 1. Mansour Abbas, 2. Mtanes Shehadeh, 3. Abdel Hakim Haj Yahya, 4. Hibi Yazbek, 5. Taleb Abu Arar
Preferenze di coalizione: nessuna.

Gesher (Ponte)
Seggi attributi dai sondaggi: 0-4
Seggi nella Knesset attuale: 1
Primi candidati in lista: 1. Orly Levy-Abecassis, 2. Dedi Perlmutter, 3. Yifat Bitton, 4. Hagai Reznik, 5. Gilad Semama
Preferenze di coalizione: politicamente flessibile. Entrerebbe in un governo guidato da Netanyahu, ma ne uscirebbe se venisse effettivamente incriminato dopo la sua audizione.

Zehut (Identità)
Seggi attributi dai sondaggi: 0-4
Posti attuali della Knesset: 0
Primi candidati in lista: 1. Moshe Feiglin, 2. Haim Amsalem, 3. Gilad Alper, 4. Ronit Dror, 5. Libby Molad
Preferenze di coalizione: politicamente flessibile.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 10.3.19)

Stando agli ultimi sondaggi diffusi domenica, il partito Likud del primo ministro Netanyahu ha ridotto la distanza dalla lista Blu e Bianco di Benny Gantz.
In un sondaggio condotto da Yediot Aharonot, il Likud si conferma secondo dietro a Blu e Bianco con 29 seggi, ma il partito di Gantz se otterrebbe 33: in calo rispetto ai 35 seggi che gli venivano attribuito nei precedenti sondaggi. In queste condizioni, il blocco di destra sembrerebbe in grado di creare una coalizione ristretta con 61 seggi (su 120). A Ebraismo Unito della Torah vengono attribuiti 7 seggi, a Shas 6, all’Unione dei partiti dell’ala destra 6, alla Nuova Destra 5, mentre Yisrael Beytenu e Kulanu ne avrebbero 4. A sinistra, il partito laburista sale a 10 seggi e Meretz a 5. Tra i partiti arabi, alla lista Hadash-Ta’al vengono attribuiti 7 seggi e a Lista Araba Unita-Balad 4. Né Zehut di Moshe Feiglin né Gesher di Orly Levy-Abecassis supererebbero la soglia elettorale, secondo questo sondaggio.
Sempre domenica, in un sondaggio condotto da Ha’aretz la lista Blu e Bianco scende a 31 seggi, in netto calo dalla media di 36 dei sondaggi precedenti. Il Likud mantiene il secondo posto con 28 seggi, mentre i laburisti si vedono attribuire 10 seggi. A destra, Unione dei partiti dell’ala destra ottiene 8 seggi, mentre la Nuova destra e Ebraismo Unito della Torà ne prendono 7 ciascuno. Shas si ferma a 5 seggi e Kulanu a 4. Secondo questo sondaggio Zehut di Moshe Feiglin, definito da Ha’aretz un “voto da spareggio”,  guadagnerebbe 4 seggi ed è la prima volta che il suo partito supera la soglia elettorale nei sondaggi. A sinistra, Meretz prenderebbe 4 seggi, mentre tra i partiti arabi Hadash-Ta’al ne ottiene 8 e Lista Araba Unita-Balad 4. Stando a questo sondaggio, Yisrael Beytenu e Gesher non superano la soglia elettorale.

Il succo di tutti i sondaggi di domenica (di Yediot, Ha’aretz e Israel HaYom) – scrive Joshua Davidovich su Times of Israel – è che il blocco della destra (inclusi gli ultra-ortodossi) sarebbe in grado di formare una coalizione, mentre centro-sinistra e partiti arabi resterebbero al di sotto dei 60 seggi.

Moshe Feiglin, leader di Zehut, partito nazionalista che si definisce libertario e che ha posto la legalizzazione della marijuana al centro del suo programma radicale e iconoclasta

Gli sviluppi più notevoli, tuttavia, sono quelli che si registrano nelle liste minori, con la battaglia all’ultimo voto su chi riuscirà a superare il quorum. Nel sondaggio di Ha’aretz, come in quello di Israel HaYom, il partito di destra Zehut, guidato da Moshe Feiglin, entra alla Knesset, mentre ne restano fuori Israel Beytenu e Gesher. Secondo il sondaggio di Yedioth, entra Yisrael Beytenu e restano fuori gli altri due. Ha’aretz sottolinea che “per vari motivi, Yisrael Beiteinu pone delle difficoltà ai sondaggisti. È comunque probabile che la sua presenza significativa nelle amministrazioni locali lo aiuti nelle elezioni nazionali”. Sebbene sia Yisrael Beytenu che Zehut siano decisamente di destra, entrambi i loro leader hanno litigato con Netanyahu e potrebbero finire col giocare il ruolo dell’ago della bilancia. Lo stesso vale per Kulanu, che è considerato un po’ meno di destra, ma che sembra andare d’accordo con il Likud. Gesher potrebbe giocare lo stesso ruolo, anche se è visto come più incline verso il centro-sinistra.

Un discorso a parte va fatto per Moshe Feiglin, un outsider annessionista, avversario degli accordi di Oslo, da tempo in rotta con Natanyahu, da qualche anno conquistato alla causa della legalizzazione della cannabis. La sua improvvisa ascesa in alcuni sondaggi ha catturato l’attenzione dei commentari israeliani. Persino Ha’aretz lo definisce “alla moda”. Yedioth non sa bene come spiegarsi la sua inattesa popolarità e la attribuisce almeno in parte a elettori di sinistra orfani della lista mono-tematica “Foglia Verde” favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere.

Solo alcuni di queste formazioni minori entreranno effettivamente alla Knesset, e quelle che ce la faranno potrebbero rivelarsi determinanti per risolvere l’intera faccenda.

(Da: Times of Israel, 10.3.19)