Una legge per bloccare i premi in denaro ai terroristi

Stando alle sue regole, l’Autorità Palestinese verserà fino a 3 milioni e mezzo di dollari al massacratore della famiglia Salomon

Omar al-Abed, l’assassinio della famiglia Salomon, durante un’udienza in tribunale

La Knesset ha approvato lunedì sera in prima lettura un disegno di legge volto a contrastare la pratica dell’Autorità Palestinese di pagare stipendi e vitalizi a terroristi responsabili di stragi e omicidi a sangue freddo di innocenti.

La proposta del Ministero della difesa, che ha avuto il sostegno dei partiti della coalizione di governo e di gran parte dell’opposizione, permetterebbe alle autorità di detrarre l’ammontare dei finanziamenti per i terroristi dall’importo di tasse e tariffe che Israele riscuote per conto dell’Autorità Palestinese e trasferisce periodicamente nelle casse di Ramallah.

Secondo un rapporto del Ministero della difesa basato sui dati del bilancio dell’Autorità Palestinese, nel 2017 il governo del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha versato ai terroristi più di un miliardo di shekel ($ 347 milioni di dollari) e nel bilancio per il 2018 ha aumentato tale importo a più di 1.4 miliardi di shekel (403 milioni di dollari).

Citando la versione americana del disegno di legge, denominata Taylor Force Act, che esclude aiuti all’Autorità Palestinese finché questa continua a finanziare il terrorismo, il ministro della difesa Avigdor Liberman ha detto: “Non possiamo chiedere agli altri di cessare i finanziamenti al terrorismo se non lo fa per primo Israele. L’Autorità Palestinese è di fatto il più grande finanziatore del terrorismo contro gli ebrei. Dobbiamo intervenire. Ogni singolo shekel consegnato agli assassini verrà detratto dalle entrate fiscali dell’Autorità Palestinese: in questo modo smetteremo di finanziare il terrorismo”. “Dobbiamo fermare l’incentivo economico che l’Autorità Palestinese garantisce ai terroristi – ha detto il parlamentare Elazar Stern dle partito d’opposizione Yesh Atid, uno degli estensori del disegno di legge – Se l’Autorità Palestinese vuole continuare a pagare i terroristi, che lo faccia senza l’assistenza di Israele”.

I locali dell’abitazione della famiglia Salomon, dopo il massacro all’arma bianca

Secondo i calcoli del Ministero della difesa, l’Autorità Palestinese paga oltre un miliardo di shekel all’anno tra stipendi a terroristi detenuti e vitalizi ai famigliari di terroristi morti mentre effettuavano attentati. “Si immagini quanti asili e quante scuole si potrebbero costruire con quei soldi”, ha detto il vice ministro della difesa Eli Ben-Dahan.

Liberman ha fatto l’esempio del terrorista Omar al-Abed che l’anno scorso assassinò a sangue freddo Yosef Salomon e due suoi figli, Elad e Chaya, sorpresi nella loro casa mentre celebravano la nascita di un nipote, e ne ferì la moglie Tovah mentre la moglie di Elad si nascondeva coi suoi figli in un’altra stanza, da dove i piccoli hanno dovuto sentire il massacro in corso. Abed è stato condannato a quattro ergastoli. In base alle regole dell’Autorità Palestinese e calcolando la durata di vita media (80 anni), si prevede che il terrorista, nel corso della sua vita, percepirà dall’Autorità Palestinese più di 12,6 milioni di shekel (3,48 milioni di dollari). Dal canto loro, i tre terroristi che nel 2015 hanno ucciso a colpi di arma da fuoco Naama ed Eitam Henkin mentre guidavano verso casa con i loro quattro bambini in macchina, riceveranno nel corso della loro vita fra i 10 e gli 11,23 milioni di shekel (da 2,7 a 3,1 milioni di dollari). Abed al-Karim Adel Asi, il terrorista arabo-israeliano che lo scorso 18 marzo assassinò il rabbino Itamar Ben-Gal poco fuori Ariel, ha già ricevuto dall’Autorità Palestinese il suo primo compenso mensile di 1.400 shekel. Si prevede che durante la sua vita riceverà più di 12,6 milioni di shekel (3,48 milioni di dollari).

Il terrorista al momento dell’arresto, nella casa dei Salomon

Il reddito medio di un palestinese che lavora in Cisgiordania è di 2.092 shekel (580 dollari) al mese, che è ciò che l’Autorità Palestinese versa ai terroristi condannati a tre-cinque anni di carcere. Ma ai terroristi condannati a 20 anni o più – in altre parole, quelli che hanno commesso crimini di sangue molto più gravi – l’Autorità Palestinese versa fino a cinque volte tanto, ogni mese, per il resto della loro vita. I terroristi arabi con cittadinanza israeliana ricevono un bonus extra di 523 shekel (145 dollari) che, sommato allo “stipendio” dell’Autorità Palestinese per i crimini più gravi, arriva a più di 10.461 shekel (2.900 dollari) al mese, cioè più del reddito medio mensile israeliano che è di circa 9.740 shekel (2.700 dollari). Sono inoltre previsti ulteriori aumenti per i terroristi sposati e con figli. Quando un terrorista viene rilasciato in anticipo o muore in carcere, lui o la sua famiglia possono continuare a percepire lo stipendio mensile a tempo indeterminato.

I parlamentari della Lista Araba Comune, gli unici che hanno contestato il disegno di legge, sostengono che non si tratta di incoraggiamento al terrorismo ma di assistenza sociale. Il parlamentare arabo israeliano Ahmed Tibi ha detto che il governo con questa legge “ruba denaro palestinese” e che “non c’è liberazione senza violenza”. Ha poi aggiunto: “Sostengo la lotta non violenta, come quella al confine di Gaza” (dove i manifestanti lanciano ordigni incendiari, pietre e cercano di piazzare esplosivi).

Secondo il disegno di legge, alla fine di ogni anno il Ministro della difesa presenterà un rapporto al gabinetto di sicurezza su quanto l’Autorità Palestinese ha versato ai terroristi quell’anno e il gabinetto di sicurezza deciderà se detrarre o meno i fondi dalla tasse riscosse, e in che misura, “tenendo conto di particolari ragioni di sicurezza nazionale e dei rapporti internazionali”. I soldi detratti saranno investiti, fra l’altro, in un fondo a favore delle vittime del terrorismo.

(Da: Jerusalem Post, 8.5.18)