Una nazione che non dimentica

Breve resoconto dell’emozionante lancio di paracadutisti israeliani in memoria dell'eroina della seconda guerra mondiale Hannah Senesh e degli altri partigiani ebrei

Di Yaakov Lappin

Hannah Senesh, in uniforme dell’esercito britannico, prima del lancio sull’Europa occupata

I paracadutisti israeliani si sono detti profondamente commossi, la scorsa settimana, dall’esperienza che hanno fatto nel quadro di una spedizione commemorativa tenuta in Slovenia per onorare la memoria di Hannah Senesh (Szenes) e gli altri partigiani paracadutisti ebrei che si lanciarono in quella zona d’Europa durante la seconda guerra mondiale.

“Quando salti dall’aereo, guardi a destra e a sinistra e tutto assume una nuova prospettiva – ha detto a JNS nei giorni scorsi il vice comandante della Brigata paracadutisti, il colonnello riservista Oran Bersano – Hannah Senesh lo fece di notte, in segreto, in modo che nessuno la scoprisse. Oggi, qui, i soldati israeliani si stanno paracadutando in pieno giorno, con i reporter che ci aspettano a terra. E’ commovente”.

Intitolato “The lightning of the heavens expedition”, l’evento commemorativo internazionale con lancio congiunto ha avuto luogo in Slovenia, Croazia e Ungheria in occasione del centesimo anniversario della nascita di Senesh, la prima paracadutista ebrea. All’epoca nella Palestina Mandataria Britannica, Senesh, nota anche per le toccanti poesie che dedicò alla sua terra, si arruolò volontaria nell’esercito britannico nel 1943 e divenne uno dei 37 ebrei dell’Yishuv (la comunità ebraica in Terra d’Israele prima dello stato) pronti a paracadutarsi nell’Europa occupata dalle truppe naziste per cercare di aiutare i loro fratelli ebrei. Fra loro, anche l’italiano Enzo Sereni.

Senesh si paracadutò in Jugoslavia nel marzo 1944. Nel giugno 1944 venne catturata dalle forze ungheresi mentre cercava di attraversare il confine con l’Ungheria. Benché brutalmente torturata, si rifiutò di rivelare importanti codici radio segreti. Fu fucilata nel novembre 1944. Aveva 23 anni.

Il lancio commemorativo

Bersano, la cui nonna 94enne è una sopravvissuta alla Shoà in Ungheria, cerca di esprimere la sensazione d’aver in qualche modo chiuso il cerchio della storia prendendo parte al lancio paracadutistico. “Il fratello di mia nonna – racconta – è stato ucciso nella Guerra d’Indipendenza del 1948, dopo essere arrivato in Terra d’Israele in battello nel 1944. Prima di allora, aveva combattuto come partigiano contro i nazisti nell’area ungherese-rumena. Quindi, per me personalmente questo evento costituisce davvero la simbolica chiusura di un cerchio. Chi l’avrebbe mai detto che nel 2021 saremmo stati qui con le nostre uniformi?”.

Bersano, un padre di quattro figli che serve 100 giorni all’anno come riservista nelle Forze di Difesa israeliane, nel 2019 ha partecipato a un addestramento con l’esercito tedesco: anche quella un’esperienza che ha trovato ricca di echi storici e di significati attuali.

La spedizione della scorsa settimana prevedeva anche una marcia attraverso le foreste che attraversarono i partigiani ebrei paracadutisti. “Mentre parlo – dice Bersano – stiamo passando nelle vicinanze di un idilliaco paesaggio fluviale. Non tantissimo tempo fa, negli anni ’40, degli ebrei vennero gettati in quel fiume. Oggi, noi soldati israeliani siamo qui in uniforme. Il significato dei paracadutisti delle Forze di Difesa israeliane che arrivano in ogni parte del mondo è che siamo una nazione che non dimentica. E che chiunque si trovi in pericolo, noi verremo in aiuto. E’ nel Dna israeliano”.

La rievocazione dello storico lancio con il paracadute è stata eseguita all’aeroporto di Cerklje, in Slovenia, vicino al luogo del lancio originale del 1944. Otto paracadutisti delle Forze di Difesa israeliane si sono lanciati da un’altezza di 12.000 piedi (3.660 m), insieme a paracadutisti di altri quattro paesi: Ungheria, Slovenia, Croazia e Regno Unito. La seconda parte del lancio ha visto ben 100 partecipanti paracadutarsi da un’altezza di 1.000 piedi (300 m). Tra loro, diversi alti ufficiali come il Comandante dei college militari israeliani, generale Itay Veruv, e il Comandante della Brigata paracadutisti, colonnello Yuval Gez, insieme a molti paracadutisti semplici israeliani, sia in servizio che riservisti.

Un paracadutista israeliano durante il lancio commemorativo

Una volta a terra, i partecipanti si sono avviati sulle orme di Senesh e degli altri paracadutisti ebrei, marciando attraverso le foreste dei partigiani attorno alle città di Draga e Šmit. L’ultimo giorno della spedizione, i partecipanti hanno incontrato la comunità ebraica locale e si sono recati alla lapide di Senesh a Kozma, in Ungheria. “Questa non è solo una visita come un’altra a un sito commemorativo dove gli ebrei hanno patito la persecuzione – dice Bersano – Qui si tratta di soldati venuti per commemorare i partigiani ebrei”. Ed è significativa la partecipazione congiunta all’evento di forze britanniche, slovene e croate, aggiunge il vice comandante. I soldati dei diversi paesi si sono scambiati bandiere e berretti.

“Impariamo dalla storia per andare verso un futuro diverso – continua Bersano – Collaboriamo spalla a spalla. Abbiamo camminato insieme e inaugurato insieme il sito commemorativo per Senesh. Abbiamo suonato gli inni nazionali di Israele e Slovenia: un messaggio per il mondo di cooperazione e pace per scrivere una nuova pagina di storia”.

L’ultima volta che le Forze di Difesa israeliane hanno utilizzato il lancio col paracadute in operazioni di guerra è stato nella campagna del Sinai del 1956. Da allora, i paracadutisti hanno preso parte a tutte le guerre per la difesa di Israele, ma senza lanci bellici. Tuttavia Bersano spiega che salvaguardare la capacità di lanciare truppe dall’alto rimane importante perché non puoi mai sapere quando potrebbe risultare necessaria in un futuro campo di battaglia contro un nemico attuale o futuro. “Dobbiamo salvaguardare questa capacità – conclude – E’ stato importante negli anni ’40 e devo presumere che potrebbe essere importante anche per operazioni in futuro”.

(Da: jns.org, 27.7.21)

Ritratti di attivisti della Resistenza ebraica in vari Paesi europei. Da: Archivio Storico CDEC, Milano. In alto, da sinistra: Enzo Sereni e Hannah Senesh (clicca per ingrandire)