Una piccola grande potenza nel campo dell’innovazione

Con una popolazione di poco più di 8 milioni di persone, Israele ha più start-up di qualsiasi altro paese al mondo dopo gli Stati Uniti

Carlos M. Gutierrez Jr.

Carlos M. Gutierrez Jr., autore di questo articolo

Carlos M. Gutierrez Jr., autore di questo articolo

Il settore tecnologico israeliano, uno dei più dinamici al mondo, era e rimane un importante motore della crescita economica e dell’innovazione del paese. Costantemente classificato fra i paesi più innovativi del mondo, Israele continua a produrre un numero sorprendente di start-up high-tech di alta gamma. In effetti, pur avendo una popolazione di poco più di 8 milioni di persone, Israele ospita più start-up rispetto a qualsiasi altro paese al mondo, a parte gli Stati Uniti. Dalla finanza all’istruzione, dalla sanità all’agricoltura ai trasporti, le start-up israeliane usano la tecnologia per contribuire alla soluzione di alcuni dei problemi più urgenti del mondo.

I successi globali delle start-up israeliane sono ben noti, ma è importante notare che il ruolo di Israele sulla scena tecnologica globale non si limita semplicemente ai successi commerciali. Oltre al lancio di alcune delle start-up più innovative e di successo di questo inizio di secolo come Waze, Viber, Wix, e Mobileye, Israele è un protagonista importante non solo nel guidare l’innovazione globale, ma anche nell’allargare l’uso di nuove tecnologie al miglioramento del benessere di molte delle popolazioni più vulnerabili del mondo.

Dato lo status di Israele come potenza dell’innovazione e della tecnologia globali, i paesi di tutto il mondo fanno la fila per sviluppare con Israele partenariati che promuovano le capacità dei loro cittadini di apprendere, collaborando con alcuni degli imprenditori tecnologici più innovativi del globo. In Asia, un accordo recentemente firmato tra Cina e Israele faciliterà l’apertura di centri di innovazione israeliani in tutto il paese. Il Giappone, già di per sé uno dei paesi più innovativi del mondo, ha firmato nel 2014 con Israele un accordo industriale di Ricerca e Sviluppo (R&D), il primo accordo di questo tipo nella sua storia. Un po’ in tutta l’Europa iniziative guidate dal settore pubblico (come UK-Israel Tech Hub, EXIST Startup Germany e Israel-Italy Joint Innovation Program for Industrial, Scientific and Technological Cooperation in R&D) aprono la strada a una sempre maggiore cooperazione tecnologica. Non sono da meno nazioni dell’America Latina come Uruguay, Colombia e Messico che hanno firmato accordi di R&D con Israele. Anche i paesi africani hanno mostrato un forte interesse a collaborare e imparare da Israele, interesse testimoniato dal recente programma “Israeli Technology and Innovation for Africa” tenuto durante la riunione di quest’anno dell’Assemblea Generale Nazioni Unite.

Eppure l’azione forse più incisiva è quella dell’uso e dell’applicazione diretta della tecnologia d’Israele all’estero. Colpiti da siccità di dimensioni storiche, stati americani come la California si sono rivolti al know-how israeliano per mitigare gli effetti della scarsità d’acqua, e così si è vista la società israeliana di desalinizzazione IDE Technologies gestire con successo un impianto a Carlsbad sin dal 2014. In India l’esperienza e la tecnologia israeliana in campo agricolo hanno svolto un ruolo fondamentale per lo sviluppo di una maggiore diversificazione delle colture e una crescita della sicurezza alimentare tra gli abitanti del subcontinente.

Tende gonfiabili sterili della israeliana SYS Technologies usate nella lotta contro l’epidemia di Ebola

Tecnologie sviluppate in Israele hanno anche svolto un ruolo chiave nel salvare vite umane dopo grandi catastrofi naturali. Esempi importanti sono l’uso degli apparecchi respiratori mobili israeliani per il trattamento dei sopravvissuti al terremoto dello scorso anno in Nepal, e il ruolo determinante della start-up israeliana Watersheer nel garantire il rifornimento di acqua potabile nei giorni successivi al terremoto e allo tsunami in Giappone. Tende gonfiabili sterili create in Israele sono state fra gli strumenti cruciali nel trattamento dei pazienti durante l’epidemia di Ebola in Africa nel 2014.

Indiscutibilmente i progressi tecnologici e le start-up innovative israeliane stanno esercitando un forte impatto globale non solo sul piano commerciale, ma anche sotto l’aspetto della loro influenza sullo sviluppo economico e l’assistenza umanitaria. In base a dati recenti, si stima che nella prima metà del 2016 sono stati investiti circa 2,8 miliardi di dollari in 361 start-up, totalizzando complessivamente un incremento degli investimenti su base annuale del 35%. Se dobbiamo giudicare il successo e l’impatto futuro della tecnologia sviluppata in Israele sulla base alle prestazioni precedenti, allora possiamo stare certi che la prossima ondata di start-up israeliane continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nel plasmare il nostro futuro globale. Senza dubbio, il mondo continuerà a prenderne atto, e risulterà un posto migliore.

(Da: Times of Israel, 20.11.16)

Si veda anche: Una mappa interattiva delle start-up israeliane