Una politica corretta

Cè un punto in cui la speranza sconfina nel campo della fantasia.

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_1087La speranza è un concetto flessibile, un concetto che in linea di principio abbracciamo di tutto cuore. Il che non significa, tuttavia, spingersi fino al punto di abbracciare l’idea che Abu Mazen possa d’ora in avanti controllare Hamas quando lo stesso Abu Mazen non ha saputo farlo prima che Hamas venisse così clamorosamente rafforzata dalla recente vittoria nelle elezioni palestinesi.
C’è un momento in cui la “speranza” non solo sconfina nel campo della fantasia e delle illusioni, ma si fonda a tal punto sulla irrealtà che finisce con l’allontanare ancora di più la vera speranza di pace. (…)
La dichiarata politica del primo ministro israeliano ad interim Ehud Olmert, che si rifiuta di appoggiare o impegnarsi con una Autorità Palestinese dominata da Hamas così come è oggi, e chiede al mondo di fare lo stesso, è assolutamente corretta. È questa la politica che sostiene la speranza di porre finalmente termine al sostegno internazionale per un regime palestinese che è profondamente compromesso e corresponsabile del terrorismo contro Israele. E sostiene la speranza, molto più magra, di poter spingere Hamas a rinunciare alla sua ideologia. (…)

(Da: Jerusalem Post, 7.02.06)