Una rara risoluzione Onu a favore del Medio Oriente

Non accadeva da tempo che gli israeliani potessero dire qualcosa di positivo sulle Nazioni Unite

image_349Scrive Ha’aretz (5.09.04): La risoluzione 1559 approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu giovedì scorso, che sollecita il ritiro di tutte le forze straniere dal Libano, lo smantellamento delle milizie e elezioni presidenziali realmente libere, rappresenta un intervento appropriato da parte della comunità internazionale sulla strada per conseguire stabilità e sicurezza in Medio Orient. E’ un sostanziale interesse di Israele che vengano riprisstinate indipendenza e sovranità del Libano, un paese la cui debolezza era e rimane all’origine delle minacce alla nostra sicurezza da nord. Pertanto Israele deve accogliere con favore la risoluzione del Consiglio di Sicurezza e appoggiarne la piena applicazione, compresa l’evacuazione delle forze siriane e iraniane dal Libano e il disarmo degli Hezbollah.

Scrive il Jerusalem Post (6.09.04): Non accadeva da molto tempo che gli israeliani potessero dire qualcosa di positivo sulle Nazioni Unite, ma la scorsa settimana è accaduto qualcosa di buono al palazzo di vetro, quando il Consiglio di Sicurezza ha finalmente preso posizione contro l’occupazione siriana di uno stato sovrano, il Libano, che dura dal 1975. Il successivo asservimento di quel paese, precedentemente noto come la “Svizzera del Medio Oriente”, è stato forse più raffinato di quello del Kuwait da parte dell’Iraq, ma certo non meno accanito. Un aspetto interessante è che la risoluzione è stata presentata insieme da Stati Uniti e Francia. Evidentemente, più deve fare i conti con il fanatismo arabo-islamista, più l’occidente vive quella trasformazione che l’israeliano medio ha già vissuto dall’inizio del processo di Oslo. In altre parole, l’occidente sta gradualmente comprendendo che la fine della guerra fredda non ha dato vita a quell’era di pace che tanti in un primo memento avevano celebrato, e che anzi per molti aspetti il nemico che oggi si deve fronteggiare è persino peggiore di quello di allora. Anche se ben lontano dall’abbattimento di aerei e dalla strage di bambini che ha subito la Russia, o dall’abbattimento di grattacieli subito dagli Stati Uniti, il sequestro in corso di cittadini francesi per costringere la Francia ad annullare il bando del velo nelle scuole pubbliche probabilmente sta avendo un impatto a Parigi, anche se diverso da quello che avevano in mente i sequestratori. Evidentemente da Canberra a Mosca, da Washington a Parigi emerge la consapevolezza che anima e corpo del mondo libero sono sotto un attacco di crescente efficienza e impudenza. Comunque, la risoluzione del Consiglio di Sicurezza della scorsa settimana non si occupa direttamente di questo, giacché affronta una situazione apparentemente fra arabi piuttosto che la più ampia questione dei rapporti islam-occidente. In realtà, però, la situazione libanese costituisce un microcosmo della questione più ampia. Grazie alla determinazione dell’occidente, il Libano potrebbe diventare un test per l’applicazione di nuove regole del gioco in questa regione contaminata dal genere di terrorismo che la Siria abitualmente tollera, incoraggia e protegge.

(Da: Ha’aretz, Jerusalem Post, 5-6.09.04)

Nella foto in alto: Hassan Nasrallah, leader dei terroristi Hezbollah (fondamentalisti sciiti filo-iraniani sostenuti dalla Siria) ha rifiutato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu sul ripristino della sovranità del Libano.