Una vittoria di Pirro

Guai se gli oppositori al ritiro superano il limite fra opposizione ed eversione.

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_810La grande manifestazione anti-ritiro a Kfar Maimon punta esplicitamente a far naufragare il piano di disimpegno del primo ministro israeliano Ariel Sharon. Si tratta essenzialmente di una forma di disobbedienza civile di massa tesa a fermare un processo che, per quanto fortemente osteggiato da una parte dell’elettorato, è stato comunque legalmente approvato dal parlamento sovrano d’Israele. Pertanto, se gli oppositori dovessero riuscire a bloccare il disimpegno con mezzi diversi dall’unico lecito, vale a dire il capovolgimento del voto in parlamento, essi infliggerebbero un colpo durissimo non tanto alla legittimità del governo di Sharon, quanto allo stesso stato d’Israele.
Nei giorni scorsi si sono registrati sporadici scoppi di violenza al valico di Kissufim fra Israele e striscia di Gaza, quando alcuni coloni e loro sostenitori hanno tentato di forzare il blocco delle forze di sicurezza che hanno il compito di far rispettare il divieto di ingresso per i non residenti in quella che ora è una zona militare off limits.
[…] Come questo giornale va sostenendo da mesi, una parte non piccola della responsabilità per l’escalation del dissenso interno ricade sulle spalle del primo ministro israeliano. Ma per quanti errori possa aver commesso Sharon, la responsabilità della situazione, oggi, ricade sui suoi oppositori.
[…] Una minoranza degli oppositori al ritiro sembra pronta a qualunque cosa. Se questo vuol dire intimidire e insultare soldati e poliziotti israeliani, lo si fa. Se vuol dire spingere le forze di sicurezza a disobbedire alle direttive del governo, lo si fa. Se vuol dire paragonarsi agli ebrei vittime del nazismo, lo si fa. Se vuol dire chiamare nazisti i soldati e i poliziotti israeliani, lo si fa. Se vuol dire piazzare bombe “finte” impegnando le squadre di artificieri in un paese dove purtroppo non mancano le bombe vere, messe dai nemici, si fa anche questo.
Che vittoria di Pirro sarebbe se gli oppositori al disimpegno riuscissero nel loro intento, infrangendo il limite che esiste fra una franca opposizione e l’aperta eversione dell’ordinamento democratico.

(Da: Jerusalem Post, 20.07.05)