Undici paesi UE hanno votato per la prima volta contro lo sclerotico automatismo anti-israeliano dell’Onu

Israele: “Un passo importante nella lunga lotta contro il pregiudizio verso Israele alle Nazioni Unite”

Oltre all’Ungheria, che lo aveva già fatto l’anno scorso, quest’anno anche Germania, Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Grecia, Lituania, Paesi Bassi, Romania e Slovacchia hanno votato contro una risoluzione faziosa anti-Israele

Undici paesi dell’Unione Europea e due latinoamericani (Brasile e Colombia) hanno votato per la prima volta, martedì scorso, contro una risoluzione Onu che viene automaticamente approvata ogni anno dal 1977 per imporre l’esistenza di una speciale “Divisione per i diritti dei palestinesi” all’interno del Segretariato delle Nazioni Unite dedicata a promuovere la narrativa palestinese contro Israele.

La risoluzione è stata comunque approvata con 87 voti a favore, 23 contrari (tra cui Stati Uniti, Canada, Australia, Guatemala, Honduras, Micronesia, Isole Marshall e Nauru) e 54 astensioni. Ma ciò che è significativo è che undici paesi dell’Unione Europea che in passato si erano astenuti (Germania, Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Grecia, Lituania, Paesi Bassi, Romania e Slovacchia) quest’anno hanno votato contro, cosa che l’anno scorso aveva fatto solo l’Ungheria tra tutti i membri UE. Solo due paesi UE hanno votato a favore della risoluzione (Malta e, sorprendentemente, Cipro), mentre i restanti 14 (tra cui Francia, Regno Unito e Italia ) si sono astenuti.

“Sono lieto che un significativo gruppo di paesi abbia deciso di dare voce con chiarezza a una posizione morale contro la discriminazione nei confronti di Israele alle Nazioni Unite – ha dichiarato il ministro degli esteri israeliano Yisrael Katz – Si tratta di un passo importante nella lunga lotta contro il pregiudizio anti-Israele alle Nazioni Unite. Ciò che spicca in particolare è il cambiamento di posizione di diversi stati dell’Unione Europea, e spero che anche gli altri membri dell’UE adottino presto questa posizione”.

Ogni anno le risoluzioni anti-israeliane proposte da palestinesi e paesi arabi vengono sottoposte all’Unione Europea prima d’essere presentate all’Assemblea Generale. Di solito l’Unione Europea modifica un paio di frasi e finisce per votarle. Ciò vale per tutte e 20 le risoluzioni del pacchetto che viene approvato automaticamente dall’Assemblea Generale (si consideri che, a fronte delle 20 risoluzioni anti-israeliane, c’è n’è una sola che tratta della Siria, una sola del Venezuela e due della situazione russo-ucraina). Di queste 20 risoluzioni, 17 sono dichiarative ma le altre tre non sono semplicemente declamatorie, bensì istituiscono organismi effettivi che dispongono di personale e budget. Uno di questi organi è la Divisione speciale dei palestinesi all’interno del Segretariato Generale, ben nota agli addetti ai lavori per le posizioni pregiudizialmente faziose contro Israele che promuove utilizzando staff e risorse di bilancio delle Nazioni Unite. Secondo i funzionari israeliani, da tempo l’Unione Europea riconosce l’esistenza di un grave pregiudizio anti-israeliano nell’esistenza stessa di questi organismi. Tuttavia, ad eccezione dell’Ungheria, finora i paesi europei non avevano mai votato contro, limitandosi all’astensione. Il voto di martedì è il primo segnale di un vero cambiamento in questo meccanismo che si auto-perpetua in modo sclerotico.

Anche se il pacchetto annuale di risoluzioni anti-israeliane all’Onu sostanzialmente non ha mai cambiato nulla sul terreno, esse esercitano un impatto cumulativo in quanto determinano la percezione di Israele all’interno delle Nazioni Unite come di un paese che non viene trattato allo stesso degli altri 193 membri, bensì come una sorta di stato-paria. Il che costringe sulla difensiva i suoi rappresentanti, che devono impiegare tempo ed energie a difendersi dalle risoluzioni faziose anziché promuovere programmi positivi.

(Da: Jerusalem Post, Israel HaYom, 4.12.19)