“Usate coltelli, asce e Kalashnikov”. “Vile ebreo, non hai nessuna storia a Gerusalemme”

La propaganda palestinese ha fatto di tutto per fomentare scontri e violenze nella Giornata di Gerusalemme

Domenica 29 maggio era in programma la tradizionale “sfilata delle bandiere” che si tiene ogni anno in occasione di Yom Yerushalayim, la Giornata di Gerusalemme nella quale gli israeliani commemorano la riunificazione della città avvenuta nel 1967 dopo 19 anni di divisone e occupazione illegale della parte est da parte della Legione Araba di Giordania che aveva anche cacciato tutti gli abitanti ebrei dalla Città Vecchia, distrutto le antiche sinagoghe e vietato a tutti gli ebrei l’accesso ai loro luoghi santi, compreso il Muro Occidentale (“del pianto”.

Lo scorso 19 maggio Jamal Al-Huwail, membro di Jenin del Consiglio Rivoluzionario di Fatah (il movimento che fa capo ad Abu Mazen), intervenendo in una trasmissione della tv libanese Mayadeen (Libano) ha elogiato Raad Hazem e Diaa Hamarshah, due terroristi delle Brigate Martiri di al-Aqsa di Fatah responsabili di recenti attentati mortali in Israele, e ha esortato i membri del movimento giovanile di Fatah Shabiba a “insorgere da ogni parte” per “difendere” Gerusalemme dalla sfilata delle bandiere in programma per il 29 maggio:

Jamal Al-Huwail: “I combattenti della resistenza qui sono un gruppo di giovani nati dopo la battaglia [a Jenin] del 2002. Hanno pochi mezzi. Comprano proiettili con i loro soldi, come hanno fatto gli eroi Raad Hazem e Diaa Hamarsheh. Hanno comprato i proiettili con i loro soldi, hanno pianificato da soli [gli attentati] e li hanno portati a termine da soli. Per Allah, sorella, questi eroi amano la vita ma se arriva il martirio, allora la vita che amano è la vita eterna, in Paradiso. Questo è ciò in cui credono i nostri martiri. […] Diaa Hamarsheh era delle Brigate Martiri di al-Aqsa [di Fatah]. Così anche Raad Hazem. Ma per piacere, cos’altro possiamo dire? Le Brigate Martiri di al-Aqsa, le Brigate Al-Quds [della Jihad Islamica Palestinese sponsorizzata dall’Iran] e tutti i combattenti della resistenza appartengono allo stesso esercito. […] Il mio messaggio allo Shabiba [movimento giovanile] di Fatah, allo Shabiba di Marwan Barghouti ovunque: insorgete da ogni parte per difendere Gerusalemme dalla Marcia delle bandiere. Voi siete la spina dorsale della resistenza e della lotta. Oh Shabiba di Fatah, siate fedayeen [combattenti pronti al sacrificio], non siate politici! Unite le forze con le masse e non sarete sconfitti, sarete sempre vittoriosi!”.

(Da: memri.org, 19.5.22)

 

Lo scorso 23 maggio l’attore palestinese di Gaza Alaa Gadouha ha postato sulla sua pagina Facebook una breve scenetta in cui incita i palestinesi a uccidere gli israeliani con ogni mezzo durante la “sfilata delle bandiere” che si tiene ogni anno. Affermando che gli israeliani intendevano entrare nella moschea di al-Aqsa – cosa falsa, giacché la sfilata si dirige verso il Muro Occidentale (“del pianto”) –, uno dei personaggi della scenetta esorta i palestinesi a trucidare i “coloni” nei modi più cruenti con il pretesto di “difendere” la moschea:

Primo attore: “I coloni hanno in programma di entrare nella moschea di al-Aqsa con la loro Marcia delle Bandiere tra pochi giorni, il 29 maggio. Cosa consigli di fare tu, il capo villaggio, ai nostri giovani?”
Secondo attore: “Ho solo tre soluzioni, tre opzioni e tanto basta. Opzione numero uno: il coltello. Tutti hanno un coltello in casa. Non ci sono scuse. Prendete il coltello e sgozzateli. Dovete sgozzare i coloni”.
Primo attore: “Qual è la seconda opzione?”
Secondo attore: “La seconda opzione è l’ascia. Anche se è un’ascia usata, funziona comunque. Se vedete un colono davanti a voi, tagliategli la testa”.
Primo attore: “Qual è la terza opzione”?
Secondo attore: “La terza opzione è l’AK-47 [fucile d’assalto Kalashnikov]”. […]
Secondo attore: “Ma non usate la modalità a colpi singoli. Mettetelo in automatico! In automatico!”
Primo attore: “Se uno non ha un coltello, un’ascia o un AK-47, cosa può fare”?
Secondo attore: “Usate la vostra auto. Investiteli!”
Primo attore: “Questo è il più facile”.
Secondo attore: “Saranno radunati tutti insieme, investiteli! Uccideteli! Al-Aqsa è in pericolo. Dobbiamo difenderla”.

(Da: memri.org, 23.5.22)

 

Sabato scorso il movimento Fatah (che fa capo ad Abu Mazen) ha postato sulla sua pagina Facebook ufficiale un video della tv Awdah, gestita da Fatah, che esortava esplicitamente i palestinesi a impedire con la forza la sfilata israeliana delle bandiere a Gerusalemme:

Voce fuori campo della tv Awdah gestita da Fatah: “O guardiani delle mura [di Gerusalemme]! O guardiani delle sue moschee, delle sue chiese e delle sue pietre! O voi che issate la vostra bandiera sulla Cupola della Roccia! Poiché difendere Gerusalemme non è un normale dovere quanto piuttosto un test della nostra coscienza religiosa e nazionale, Fatah vi chiama a schierarvi contro la provocatoria marcia delle bandiere che si terrà domani, domenica, a Gerusalemme nel quadro dei tentativi dell’occupazione e dei suoi coloni di giudaizzare la nostra capitale eterna. Gerusalemme aspetta i suoi guardiani, quindi non siate apatici e non lasciate che le loro bandiere sventolino nel nostro cielo”.

(Da: palwatch.org, 28.5.22)

 

Un altro video postato sabato sulla pagina Facebook di Fatah contiene un esplicito appello alla violenza in nome dell’islam, ingiungendo all’ebreo “vigliacco” di andarsene “perché non hai storia nella nostra Gerusalemme”:

Voce fuori campo: “O vigliacco, devi andartene perché non hai storia nella nostra Gerusalemme, e non è la tua patria”.
La folla: “Con lo spirito, con il sangue ti redimeremo, oh moschea di al-Aqsa. Allahu Akbar (Allah è il più grande)”.

(Da: palwatch.org, 28.5.22)