Valichi a rischio

Si tratta di un problema di origine totalmente palestinese.

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_1136Sta avvenendo qualcosa di curioso al valico di Karni fra Israele e striscia di Gaza, aperto e chiuso a intermittenza. Fino a questa settimana il valico – comunemente soprannominato “il salvagente di Gaza” – è rimasto chiuso per più di due mesi a causa di una serie di allarmi relativi a imminenti, gravi attentati terroristici.
Si tratta di un problema di origine totalmente palestinese, conseguenza non solo delle attività di gruppi terroristici palestinesi, ma anche, in generale, del tradizionale rifiuto dell’Autorità Palestinese di adoperarsi seriamente per contrastare le attività dei gruppi terroristici, in particolare la propensione degli stragisti a colpire i valichi di frontiera, che rappresentano uno dei pochi luoghi rimasti dove israeliani e palestinesi vengono a contatto diretto.
L’arresto appena in tempo, martedì, dopo un inseguimento sull’autostrada Tel Aviv-Gerusalemme, di un terrorista palestinese con addosso la cintura da attentatore suicida non fa che sottolineare, ancora una volta, come la guerra terroristica sia tutt’altro terminata. E gli avvertimenti dell’intelligence israeliana circa il valico di Karni non sono allarmismi infondati. Nel gennaio 2005 sei israeliani vennero uccisi e altri feriti e mutilati in un attentato a quel valico.
Finché l’Autorità Palestinese non si sentirà obbligata a garantire la sicurezza ai valichi, il problema persisterà. L’Autorità Palestinese non può continuare tenere il piede in due scarpe: lasciare sostanzialmente mano libera alla furia dei terroristi e contemporaneamente lamentarsi per l’impatto umanitario delle conseguenti, inevitabili contromisure israeliane.

(Da: Jerusalem Post, 22.03.06)

Nella foto in alto: il valico di Karni