Vi meritare di sentirvi offesi

Persone che desiderano solo visitare il luogo più santo per la loro religione vengono bollate come “estremisti fondamentalisti”, e chi le aggredisce viene visto come una vittima giustamente indignata

Di Gary Willig

Gary Willig, autore di questo articolo

Gary Willig, autore di questo articolo

Se la vista di un ebreo in preghiera vi offende, allora vi meritate di sentirvi offesi. Se il suono di un ebreo che recita una benedizione sull’acqua, o che recita lo Shemà, o che dice semplicemente “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla” vi offende, allora vi meritate di sentirvi offesi. Se la vista di bambini ebrei vi spinge a urlargli in faccia e sputargli addosso, allora vi meritate di sentirvi offesi. Se gli ebrei profanano i vostri luoghi sacri col solo fatto di avvicinare ad essi i loro piedi, allora vi meritate di pensare che il vostro luogo santo è “profanato”.

Viviamo tempi folli. Persone che desiderano semplicemente visitare e pregare nel luogo più santo per la loro religione vengono bollate come “estremisti fondamentalisti di destra”, mentre coloro che usano violenza e intimidazione per impedire loro di farlo vengono considerati degli innocenti i cui diritti sono minacciati ogni volta che un ebreo osa citare un passo del Libro dei Salmi.

Gli ebrei che pregano e recitano una benedizione sono una minaccia per la pace. Che diamine, ebrei che se ne vanno per la loro strada occupandosi degli affari loro costituiscono una minaccia per la pace, in questo mondo alla rovescia dove i lanciatori di molotov e di pietre praticano – chissà come – una forma di protesta “non-violenta” nonostante le persone ne risultino uccise o mutilate.

La realtà, naturalmente, è tutta al contrario. Le persone che non vogliono fare altro che visitare e pregare nel luogo che considerano il più sacro della Terra non sono una minaccia per niente e per nessuno. Quelli che le tormentano e aggrediscono sono la vera minaccia, sia per la sicurezza del prossimo che per  la pace che da anni cerchiamo di raggiungere.

La libertà di religione non autorizza a maltrattare persone che cercano di praticare la propria religione. Sentirsi offesi non dà licenza di sputare addosso e aggredire coloro dai quali si dice di sentirsi offesi. A volte, il fatto che vi sentite offesi dimostra solo che il problema siete voi e non chi in realtà non fa nulla di offensivo.

Se gli ebrei che passeggiano e magari persino pregano sul Monte del Tempio (sulla spianata, non dentro le moschee) vi fanno infuriare al punto da gridargli sulla faccia e coprirli di insulti e sassi e bombe incendiarie, allora non state facendo mostra di una virtuosa indignazione, né state difendendo alcunché: vi state solo comportando con un odio bestiale, che non dovrebbe avere posto nel mondo civile.

Chi dice che la campagna per garantire che il Monte del Tempio sia per sempre Judenrein è giustificata dal fatto che gli ebrei lo profanano con i loro “piedi sozzi”, come ha detto di recente il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, perde ogni diritto di essere definito “un moderato”: in realtà, è un sobillatore di violenza e un predicatore di antisemitismo.

E se voi, dagli elevati pulpiti nell’Unione Europea, nelle Nazioni Unite o negli Stati Uniti, non riuscite a vedere che non si minaccia la pace recitando qualche silenziosa preghiera e che non si promuove la pace difendendo da ogni conseguenza coloro che lanciano pietre e bombe incendiarie su ebrei innocenti, allora anche voi siete parte del problema, e non riuscire mai e poi mai a dare un contributo per una vera pace in questa parte del mondo. Perché non vedete nulla di sbagliato nel fatto che delle persone vengano offese per il fatto di essere ebrei.

(Da: Times of Israel, 20.9.15)