Video. L’esperienza di chi vive sotto il fuoco di Hamas

Ascoltiamo per un minuto e mezzo la voce degli israeliani che vivono nelle comunità confinanti con la striscia di Gaza, bersagliate da razzi e incendi dolosi

“Io non li odio, odio quello che mi fanno”

Eddy Polonsky, produttore di latticini, kibbutz Or NaHer: “Io non li odio, odio quello che mi fanno”.

Ofer Liberman, agricoltore, kibbutz Nir Am: “Noi vogliamo la pace. Dal nostro punto di vista, preferiremmo vivere come buoni vicini e lavorare i nostri campi insieme”.

Karen Halperin, del kibbutz Bror Hayil: “Quando di notte corro con i miei bambini nel rifugio, penso alla madre a Gaza, dall’altro lato della recinzione. Anche il suo bambino è spaventato. E stiamo cercando di crescere una generazione che non odi. Ma non puoi amare coloro che cercano di farti del male… e di terrorizzarti…e hai paura”.

Da mesi terroristi incendiari da Gaza appiccano incendi a campi e foreste nel sud di Israele.

“Negli ultimi cento giorni sono andati a fuoco migliaia di ettari”.

Ariel Zahavi, del villaggio di Yakhini: “E’ terribile veder bruciare la tua casa”.

“Corriamo da un incendio all’altro”.

Eddy Polonsky: “I danni sono enormi”.

Sharif al-Garnawi, agricoltore della città (arabo-beduina) di Rahat: “Tutto il frumento è bruciato, i nostri strumenti sono in fiamme”.

“E’ tutto annerito”.

“Questo è il nostro unico Paese, non abbiamo un altro posto dove andare”.

Ariel Zahavi: “La responsabilità gli uni verso gli altri qui è pazzesca”.

Eyal Hajbi, capo della sicurezza del Consiglio Regionale di Sha’ar HaNegev: “Nonostante tutto, viviamo qui e continuiamo a vivere qui. Mi piacerebbe vedere nella Striscia una situazione per cui i palestinesi di Gaza potessero venire qui e gli israeliani andare là, e coltivare alberi e frutta e lavorare insieme”.

Judith ben-Hai, della città di Sderot: “Insha’Allah” (Se Dio vuole, in arabo).