Visita senza precedenti in Israele di una delegazione di giornalisti arabi

E immediate si scatenano accuse, minacce e aggressioni da parte di gruppi e organizzazioni palestinesi

Al centro della foto, il blogger saudita Mahmoud Saud alla Knesset lunedì con Avi Dichter (a sinistra), presidente della Commissione esteri e difesa, e Hassan Kaabia, portavoce in lingua araba del Ministero degli esteri israeliano

Un gruppo di sei giornalisti e blogger arabi, per la prima volta anche da Arabia Saudita e Iraq, è arrivato in Israele domenica scorsa attraverso il ponte Allenby sul Giordano per una serie di visite e incontri organizzati dal Ministero degli esteri israeliano. La delegazione include anche un rappresentante della Giordania.

Hassan Kaabia, portavoce in lingua araba del Ministero degli esteri israeliano, ha spiegato che la delegazione è composta da persone che conosce bene e include fra l’altro un accademico, uno studente e uno scrittore dei quali tuttavia non ha rivelato i nomi per evitare che abbiano problemi al rientro in patria. Kaabia ha detto che la visita è stata organizzata senza coordinarsi con le autorità degli stati da cui provengono i membri della delegazione, e che questa è la prima volta che questo tipo di delegazione arriva direttamente in Israele da paesi che non hanno relazioni diplomatiche con Gerusalemme. “Vogliamo offrire loro uno sguardo diretto sulla vera realtà politica, geografica e sociale d’Israele sotto ogni aspetto”, ha detto Kaabia.

In questi giorni i sei giornalisti visiteranno Tel Aviv, Haifa, Nazareth e Gerusalemme (compresi i Luoghi Santi e Yad VaShem, il memoriale e museo della Shoà) dove avranno modo di incontrare membri della Knesset, rappresentanti del Ministero degli esteri e personalità dell’accademia.

Khaled Abu Toameh

Riferisce Khaled Abu Toameh, sul Jerusalem Post, che lunedì il Palestinian Journalists Syndicate, controllato da Fatah (la fazione che fa capo presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen), ha condannato con forza la visita in Israele dei giornalisti arabi definendola un attacco volto a “minare la posizione nazionale del sindacato contro la normalizzazione” e una “benedizione per l’occupazione”. Il sindacato dei giornalisti palestinesi esorta la Federazione dei giornalisti arabi e altre organizzazioni di mass-media nel mondo arabo a “mettere sulla lista nera” i giornalisti che sono in visita in Israele. Secondo il sindacato dei giornalisti palestinesi, la visita dei giornalisti arabi “rientra nei tentativi della cospirazione sionista-americana per liquidare la causa palestinese”.

Anche il Fronte Popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), un gruppo dell’Olp definito “terrorista” da Unione Europea, Stati Uniti, Canada, Giappone e Australia oltre che da Israele, ha accusato i giornalisti arabi in visita in Israele di “promuovere la narrativa e la normalizzazione sionista” e ha esortato i mass-media arabi a “mettere sulla lista nera” i giornalisti implicati e a riaffermare l’opposizione “a tutte le forme di normalizzazione con Israele”.

Mahmoud Saud, studente di legge saudita e noto blogger che fa parte della delegazione di giornalisti arabi in visita in Israele, è stato aggredito e insultato lunedì da attivisti palestinesi mentre si recava alla moschea al-Aqsa, sul Monte del Tempio di Gerusalemme. Un video mostra Mahmoud Saud che cammina sulla spianata delle moschee mentre dei palestinesi gli gridano “traditore”, “animale”, “normalizzatore”, “vai a pregare in sinagoga” e dei ragazzini si avvicinavano e gli sputano in faccia. In un altro video si vede che gli vengono lanciate addosso sedie e bastoni mentre cammina in un vicolo della Città Vecchia.

Mahmoud Saud è l’unico membro della delegazione di sei persone che si è detto disposto a presentarsi in pubblico e che ha accettato di farsi fotografare nella Knesset con il presidente della Commissione affari esteri e difesa Avi Dichter. Secondo una dichiarazione di Dichter, un membro della delegazione araba ha dichiarato: “Questa visita in Israele è come visitare un paese da sogno. Se solo potessimo portare centinaia di persone dai nostri paesi in modo che, tornando, potessero raccontare ciò che hanno visto e sentito”.

Il portavoce del Ministero degli esteri israeliano Nizar Amer ha dichiarato su Twitter che Israele “condanna con forza il comportamento brutale e immorale di alcuni palestinesi vicino alla moschea di al-Aqsa nei confronti di una personalità dei mass-media sauditi venuta a Gerusalemme come un ponte per la pace e la comprensione tra i popoli”, e che gli aggressori “usano il luogo santo musulmano come uno strumento politico”.

 

Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz (a sinistra) e il suo omologo del Bahrain Khalid bin Ahmed Al-Khalifa, giovedì scorso al Dipartimento di stato Usa a Washington

Giovedì scorso a Washington, si sono incontrati per la prima volta pubblicamente i ministri degli esteri di Israele, Israel Katz, e del Bahrain, Khalid bin Ahmed Al Khalifa, un altro paese che non intrattiene relazioni diplomatiche con Gerusalemme. La foto dei due è stata twittata dall’inviato della Casa Bianca Jason Greenblatt. Lunedì il ministro degli esteri israeliano Katz ha detto che presto inviterà il suo omologo del Bahrain a venire a trovarlo nella sua casa, nel moshav agricolo di Kfar Ahim, nel sud di Israele.

Venerdì, sempre a Washington, intervenendo a un evento dell’Atlantic Council, Khalid bin Ahmed Al Khalifa ha accusato l’Iran di usare il conflitto israelo-palestinese come mezzo per aumentare il proprio potere nella regione. “Non vogliamo lasciare che questo problema [il conflitto israelo-palestinese] continui ad essere usato da paesi o gruppi terroristici che cercano di dominare la regione – ha affermato il ministro degli esteri del Bahrain – e questo ci porta alla questione dell’Iran. Se non fosse per l’appoggio dell’Iran a Hamas con soldati iraniani, denaro iraniano e sostegno iraniano, e per i jihadisti che hanno il controllo di Gaza, saremmo molto più vicini a una pace tra palestinesi e israeliani, e avremmo chance molto migliori”.

(Da: Jerusalem Post, Times of Israel, i24news, YnetNews, 22.7.19)