Voto OMS su Israele: una “fantastica menzogna”

L’agenzia Onu per la salute attacca Israele (che cura civili siriani e capi palestinesi) senza dire una parola su Siria, Yemen, Venezuela, Hamas

Hillel Neuer, direttore della ong U.N. Watch

La 72esima assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha approvato questa settimana una risoluzione co-sponsorizzata dal blocco arabo e dalla delegazione palestinese, che prende di mira Israele per le “condizioni di salute nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme est e il Golan siriano”. La risoluzione è passata con 96 voti favorevoli, 11 contrari, 21 astenuti e 56 assenti.

L’assemblea di Ginevra si riunisce ogni anno per discutere questioni interne ed esterne che riguardano l’organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite. Fra i temi in discussione, la trasparenza del mercato per i farmaci, i vaccini e altre tecniche sanitarie, la crescita del virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo, riforme della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, strategie per affrontare i danni da morso di serpente, la carenza di operatori sanitari, la copertura sanitaria universale e, infine, la condanna di Israele per il trattamento dei palestinesi in Cisgiordania e dei siriani sulle alture del Golan.

Hillel Neuer, direttore della ong U.N. Watch con sede a Ginevra, denuncia l’abuso fatto dell’agenzia delle Nazioni Unite come di un forum per colpire Israele. “Prendere di mira solo e unicamente Israele costituisce un pervertimento della verità e una perversione dei valori su cui è stata fondata l’Organizzazione Mondiale della Sanità – spiega Neuer a JNS – Si tratta dell’incontro annuale delle delegazioni sanitarie di tutto il mondo incentrato su malattie contagiose come la tubercolosi e l’Aids. Ed ecco che improvvisamente, come dal nulla, salta fuori questa unica e specifica politicizzazione con la quale tutto a un tratto un solo paese viene individuato, preso di mira e rappresentato di fatto come l’unico violatore al mondo dei diritti alla salute: un malcelato tentativo di fare di Israele un capro espiatorio”.

Il dott. Akiva Tamir, direttore di Save a Child’s Heart al Wolfson Medical Center di Holon (presso Tel Aviv). Dal 1995 la ong israeliana Save a Child’s Heart ha curato gratuitamente 5.000 bambini cardiopatici da 59 paesi, tra cui oltre 2.500 bambini palestinesi di Cisgiordania e Gaza

“Su 21 punti all’ordine del giorno – continua Neuer – uno solo, il punto 14 contro Israele, si focalizzava su un paese specifico. Non c’era nessun altro punto né risoluzione su nessun altro paese. Neanche sulla Siria, dove ospedali e infrastrutture mediche hanno subito devastanti bombardamenti da parte delle forze siriane e russe. Né sullo Yemen, dove 19,7 milioni di persone non hanno accesso al servizio sanitario a causa della crisi in corso. Né sul Venezuela, dove il sistema sanitario è collassato causando la fuga di milioni di persone”.

Neuer definisce la risoluzione contro Israele una “fantastica menzogna” e dice che le Nazioni Unite hanno “toccato nuove vette di assurdità promulgando una risoluzione che accusa Israele di violare i diritti della salute dei siriani nel Golan, quando in realtà sono gli ospedali israeliani che hanno garantito cure salvavita ai siriani in fuga dagli spietati attacchi del regime di Assad”.

“In alcuni posti come Ramallah i palestinesi stanno nettamente meglio che nella maggior parte degli altri paesi della regione”, sottolinea Neuer. E aggiunge che certamente nei Territori palestinesi ci sono problemi di sanità da affrontare e risolvere, e Israele non è esente da critiche, ma questi problemi della sanità palestinese sono in gran parte conseguenza delle loro stesse azioni. Basta pensare a Hamas: “Gaza potrebbe essere una Singapore – afferma Neuer – ma Hamas preferisce incanalare tutte le risorse nel costruire tunnel e razzi del terrorismo, invece di investire in ospedali e scuole”. Approvando la risoluzione, l’OMS ha anche adottato un rapporto che accusa Israele per i problemi di sanità e salute mentale derivanti da “traumi ed esposizione alla violenza durante la Grande Marcia del Ritorno”. Naturalmente il rapporto ignora completamente il ruolo cruciale giocato da Hamas e altri gruppi terroristici nell’organizzare scontri violenti e spingere deliberatamente i manifestanti ad avvicinarsi all’area degli scontri tra Gaza e Israele.

In questa foto del 4 aprile 2017, una stanza d’ospedale a Khan Sheikhoun, nella provincia di Idlib (Siria), dopo un probabile attacco con armi chimiche

Alla luce delle assurdità e delle omissioni, hanno votato contro gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Australia, il Canada, il Brasile, la Germania, la Repubblica Ceca, il Guatemala, l’Honduras, l’Ungheria e, ovviamente, Israele. Quelli che avevano già votato “no” l’anno scorso su una risoluzione pressoché identica sono Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Guatemala e Israele, mentre Brasile, Repubblica Ceca, Germania, Honduras e Ungheria solo quest’anno hanno mutato il loro voto in “no”. “Sia il Brasile che, più recentemente, la Germania avevano annunciato che si sarebbero opposti a risoluzioni pregiudiziali contro Israele, e oggi hanno mantenuto la parola”, dice Neuer. Oltre a votare contro, Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Canada hanno preso la parola per contestare con forza la politicizzazione del forum. “È significativo che questi paesi abbiano cambiato il loro voto – osserva Neuer – È un fatto incoraggiante e dimostra che organizzazioni come U.N. Watch e altre che contestano il pregiudizio anti-israeliano all’Onu possono fare la differenza, e continueremo a farlo”.

Neuer sarà a Oslo questa settimana per una conferenza pubblica dopo il voto “vergognoso” a favore della risoluzione dell’OMS che, secondo Neuer, “contribuisce a una sorta di sequestro dell’assemblea annuale della sanità mondiale, sottraendo tempo prezioso, denaro e risorse alle vere priorità della salute globale pur di inscenare un specie di processo politico contro Israele, quando in realtà chiunque abbia mai messo piede in un ospedale israeliano sa vi si garantisce assistenza sanitaria di livello internazionali a migliaia di arabi palestinesi, compreso la scorsa settimana l’esponente palestinese Jibril Rajoub, oltre ai cittadini siriani in figa da Assad. I paesi che hanno veramente a cuore le organizzazioni internazionali – conclude Neuer – dovrebbero essere i primi ad assicurarsi di non essere dirottati da un’agenda politica che mina lo scopo stesso dell’organizzazione”.

(Da: Jerusalem Post, 24.5.19)