Wiesenthal Center: “ipocriti” quelli che si oppongono al nuovo museo a Gerusalemme

Nel ’45 erano i musulmani che volevano costruire proprio sopra il cimitero islamico

image_2759Il Simon Wiesenthal Center di Los Angeles accusa di “smaccata ipocrisia” gli avversari del progetto di costruzione di un nuovo museo accanto ad un ex cimitero islamico nel centro di Gerusalemme. L’accusa è stata mossa dopo che il Centro è venuto in possesso di informazioni che dimostrano che nel 1945, durante il Mandato Britannico sulla Palestina, il Supremo Consiglio Islamico aveva progettato di costruire un grande centro commerciale esattamente sopra quello stesso ex-cimitero.
Il Wiesenthal Center sta subendo pesanti e prolungati attacchi ad opera degli avversari dei suoi lavori per la costruzione di un nuovo “Museo della Tolleranza” sullo spiazzo di un ex parcheggio municipale, nel centro di Gerusalemme, che confina con il cimitero di Mamilla, un terreno di sepoltura musulmano vecchio di secoli. Un paio di settimane fa gli avversari del museo hanno inoltrato una petizione all’Onu sostenendo che costruire sul sito significherebbe arrecare disturbo alle tombe secolari e profanare il cimitero. Nel 2004, gruppi palestinesi e filo-palestinesi avevano presentato istanza contro la progettata costruzione, e da allora non hanno smesso di contestarla. La Corte Suprema ha studiato per quasi quattro anni gli argomenti delle due parti, e infine nel 2009 ha dato luce verde al progetto.
Ora il Wiesenthal Center rende noto, dopo che è stato “postato” su un blog, un articolo pubblicato il 22 novembre 1945 sul “Palestine Post” (nome del Jerusalem Post prima della nascita dello Stato) che parla dei progetti islamici di costruire direttamente sopra l’ex cimitero (e non accanto, come il previsto museo). Nell’articolo si leggeva che “una superficie di più di 450 dunam nel cuore di Gerusalemme, che oggi costituisce il cimitero Mamilla, verrà trasformata in un centro commerciale” (“an area of over 450 dunams in the heart of Jerusalem, now forming the Mamilla Cemetery, is to be converted into a business centre”). “Il progetto cittadino – continuava l’articolo – verrà realizzato con la supervisione del Supremo Consiglio Islamico, congiuntamente al Consigliere Governativo per la pianificazione urbanistica. Le principali strutture saranno un edificio di sei piani che ospiterà il Supremo Consiglio Islamico e altri uffici, un hotel di quattro piani, una banca e altri edifici annessi, un college, un club e un’officina. Vi sarà anche un parcheggio chiamato Salah ed Din Park, dal nome del guerriero musulmano del tempo delle crociate”.
L’articolo del 1945 descriveva anche il progetto del Consiglio di trasferire i resti sepolti nel cimitero “in un’area separata, cinta da un muro”, e citava le delibere di eminenti chierici islamici del tempo che consentivano l’avanzamento dei progetti di costruzione. “In un’intervista al settimanale di Gerusalemme Al-Wih-da – proseguiva l’articolo del Palestine Post – un membro del Supremo Consiglio Islamico ha affermato che l’uso di cimiteri musulmani per il pubblico interesse ha molti precedenti in Palestina e altrove. Il membro del Consiglio ha aggiunto che il Supremo Consiglio Islamico intende pubblicare una dichiarazione che riporti le dispense da firma di chierici d’Egitto, dell’Hijaz e di Damasco, che convalidano il programma di costruzioni. Il membro del Consiglio ha sottolineato che i lavori verranno compiuti per fasi mediante gare pubbliche d’appalto. Diverse società sono già state formate in anticipo e i fondi abbondano”.
Dice il fondatore e decano del Centro Wiesenthal, Marvin Hier, che la scoperta dell’articolo dimostra la “smaccata ipocrisia” di chi si oppone al progetto del nuovo museo che, Hier tiene a sottolineare, “non viene nemmeno costruito sul cimitero vero e proprio”, ma accanto. “Siamo stati calunniati da giornali in tutto il mondo – continua Hier – e ora vedere questo documento, da cui emerge che un certo numero di eminenti chierici musulmani si erano pronunciati a favore della costruzione addirittura di un centro commerciale proprio sopra al cimitero stesso, dimostra una volta di più il doppio standard che viene applicato. Attendo di vedere se tutti quei giornali europei, che hanno tanto parlato di questa vicenda senza mai riferire la nostra versione, daranno conto ora di questo sviluppo. Ma penso proprio che non avranno il fegato di farlo”.

(Da: Jerusalem Post, 17.2.10)

Si veda il sito del Simon Wiesenthal Center di Los Angeles, con il testo completo dell’articolo del 1945:

http://www.wiesenthal.com/site/apps/nlnet/content2.aspx?c=lsKWLbPJLnF&b=4441467&ct=8009907

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