Yehuda Amichai

Autobiografia nel 1952

Autobiografia nel 1952

Mio padre mi fabbrico’ addosso un’ansia vasta come una darsena
e una volta ne uscii fuori ancora incompiuto
e lui resto’ con la sua ansia, vasta e vuota.
E mia madre era un albero in riva al mare fra le sue due braccia
tese ad inseguirmi.

E nel ’31 le mie mani erano piccole e allegre
e nel ’41 impararono a maneggiare il fucile
e al tempo del primo amore
i miei pensieri erano un mazzo di palloncini colorati
e la mano bianca della ragazza tutti li stringeva
con una cordicella – poi li lasciava volare.

E nel ’51 la mia vita si muoveva
come una turba di schiavi al remo della galea,
e il viso di mio padre come un fanale di coda del treno dileguava,
e mia madre rinchiudeva il mucchio di nuvole nell’armadio marrone.
E salivo per l’erta della mia via
e il secolo ventesimo era il sangue delle mie vene,
sangue che desiderava sgorgare in molte guerre
e percio’ mi martella dentro la testa ora
e mi raggiunge il cuore in ondate irose.

Ma adesso, aprile del ’52, io vedo,
che sono tornati piu’ uccelli di quanti partirono
lo scorso inverno.
E torno a casa scendendo per la collina
e nella mia stanza c’e’ la donna dal corpo grave
e pieno di tempo. Le poesie sono pubblicate in Italia da Crocetti Editore.