Abu Gosh: la coesistenza sul fronte interno

Una speciale unità delle Forze di Difesa israeliane formata da arabi musulmani impegnati a salvare vite umane

image_1383Il Commando Abu Gosh è una squadra di salvataggio sul fronte interno di Israele e i suoi membri sono tutti arabi musulmani, residenti nel villaggio arabo-israeliano di Abu Gosh, sulle montagne a ovest di Gerusalemme. I suoi volontari sono fieri di indossare l’ uniforme delle Forze di Difesa israeliane. La compagnia militare comprende un’équipe medica con volontari del Magen David Adom (Stella Rossa di Davide), elettricisti, operatori di attrezzatura pesante, autisti di camion e muratori. L’età va dai 20 ai 30 anni, anche se Zecharia e Halil Jaber, padre e figlio, lavorano fianco a fianco.
La compagnia ha un ufficiale di collegamento e un sistema di chiamata per emergenze. La settimana scorsa è stata chiamata per tre giorni di richiamo del servizio di riserva, e tutti i membri della compagnia senza eccezione si sono presentati per l’addestramento annuale.
Il comandante del reggimento Nir Neuman è orgoglioso della compagnia di volontari arabi. Eseguono i loro compiti in modo molto accurato, dice. La loro professionalità, la loro abilità nell’individuare i feriti e la loro capacità con l’attrezzatura superano quelle di altre compagnie.
L’idea di costituire la compagnia è venuta ad una riunione tenuta tra la polizia di Gerusalemme ed il capo dell’amministrazione comunale. Mentre continua l’eterna disputa se il servizio civile per gli arabi israeliani debba diventare legge, ad Abu Gosh non hanno aspettato che la legge fosse approvata. Il volontariato nel commando di Abu Gosh è stata una decisione presa collettivamente dagli abitanti del villaggio ed è appoggiata dal capo dell’amministrazione comunale, anch’egli parte della compagnia.
Attualmente circa 60 volontari sono membri attivi della squadra e altri 60 circa sono in attesa di essere arruolati. Le Forze di Difesa israeliane hanno trovato tutte le soluzioni legali per organizzare i volontari, compreso il pagamento per il servizio di riserva e l’emissione di cedole di stipendio.
Alla domanda che cosa porti gli arabi ad indossare l’uniforme delle Forze di Difesa israeliane, il comandante della compagnia Hunni Jaber ha detto che per tutta la vita si è considerato cittadino di Israele e come tale sentiva il dovere di entrare volontario nell’esercito.”Ora cammino a testa alta”, dice. Aggiunge che il fronte interno è impegnato a salvare vite umane, senza distinzione di razza e religione. “Il nostro lavoro volontario è un ottimo esempio delle coesistenza e cooperazione tra arabi ed ebrei”, dice.
Un altro membro della squadra è Ismail Jaber. Lavora come fornaio in uno dei grandi alberghi di Gerusalemme, ma anche lui non rinuncia all’opportunità di fare il suo servizio di riserva, nonostante la mole di lavoro durante le feste ebraiche. Dice che si è arruolato nella compagnia per dimostrare che la coesistenza è possibile. “Il mio lavoro volontario mira a rafforzare la pace, il nostro lavoro qui consiste nel salvare vite” dice.
Le due soldatesse, Reut Rozman e Maya Norno, che hanno tenuto lezioni sulle teorie del salvataggio, dicono che non avevano mai conosciuto prima studenti così motivati. Dicono che la più grossa differenza tra la compagnia di Abu Gosh e le altre compagnie è che tutti i membri di Abu Gosh si conoscono: “E’ come una famiglia”.
Il fronte interno sta cercando un modo per trasformare la compagnia di Abu Gosh in un modello per un’opzione di servizio nazionale per arabi israeliani, nella speranza di costituire un’unità simile a Sachnin, nel nord di in Israele.

(Da:YnetNews, 26.09.06)

Nell’immagine in alto: l’emblema di Abu Gosh