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E’ deceduto lunedì per le ferite riportate un bambino palestinese di due anni e mezzo colpito da proiettili vanganti durante uno scontro a fuoco scoppiato giovedì scorso quando due terroristi palestinesi hanno aperto il fuoco sulla comunità ebraica di Neve Tzuf (alias Halamish), in Cisgiordania, e soldati di stanza nei pressi avevano risposto al fuoco. Pochi istanti dopo lo scambio di colpi, un palestinese e il figlio si sono presentati all’ingresso di Neve Tzuf con gravi ferite chiedendo assistenza medica. Il bambino, apparso subito in condizioni critiche, è stato trasportato con un elicottero militare allo Sheba Medical Center di Ramat Gan, ma non è sopravvissuto. Proseguono le ricerche dei due aggressori.

Tre soldati uccisi sabato da un poliziotto egiziano infiltrato in territorio israeliano: Lia Ben-Nun (19 anni), Ohad Dahan (20 anni) e Ori Itzhak Ilouz (20 anni). Ben-Nun e Itzhak Ilouz sono stati sorpresi e uccisi in una postazione di guardia vicino alla barriera di confine con l’Egitto. Successivamente Dahan, che faceva parte delle squadre sopraggiunte, è rimasto ucciso nello scontro a fuoco in cui è stato ucciso anche il terrorista. Questa settimana, Lia aveva postato un video su TikTok in cui condivideva le foto delle esperienze del suo servizio militare. Cicca qui per il video su YnetNews

Dalle prime indagini risulta che l’ufficiale di polizia egiziano aveva pianificato ogni fase dell’attentato. Conoscendo bene la barriera di confine per via del suo ruolo di guardia di frontiera, sapeva dove si trovava un’apertura di emergenza destinata al passaggio di forze in caso di necessità, e dove si trovava la postazione dei soldati che ha ucciso. Aveva anche predisposto un nascondiglio dove rintanarsi all’interno del territorio israeliano, contrassegnato da un gruppo di pietre come riferimento.

Da sinistra: Ohad Dahan, Ori Yitzhak Illouz, Lia Ben-Nun (clicca per ingrandire)

Secondo un sondaggio diffuso da Canale 13 in occasione del Gay Pride di Gerusalemme, il 61% degli israeliani sostiene il riconoscimento della piena parità di diritti alle persone LGBT. Tra gli israeliani ebrei il tasso di sostegno risulta ancora più alto, con il 68% favorevoli e solo il 17% contrari. Viceversa, tra gli israeliani non ebrei il livello di opposizione è molto più alto (73%), mentre solo il 22% si esprime a favore della piena parità di diritti. Per quanto riguarda in particolare il matrimonio tra persone dello stesso sesso, il 52% degli israeliani intervistati si dice favorevole, contro il 36% che si dice contrario. In un analogo sondaggio dello scorso anno i favorevoli erano solo il 45%, il che indica un incremento di favorevoli del 7%. Tra gli elettori del Likud, il 50% si esprime a favore del matrimonio omosessuale mentre il 33% si dice contrario. Tra gli elettori dei partiti di estrema destra Otzma Yehudit e Sionismo Religioso, il sostegno al matrimonio tra persone dello stesso sesso è notevolmente aumentato, passando dal 4% dell’anno scorso al 19% di quest’anno.

Il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ha firmato un decreto presidenziale che rende reato (con pena fino a due anni di carcere) negare che la Nakba (“catastrofe”), il termine usato dai palestinesi per riferirsi alla fondazione dello stato d’Israele il 14 maggio 1948, sia stata “un crimine contro l’umanità” compiuto da “bande sioniste”.

Hamas condanna il corteo Gay Pride in programma per giovedì a Gerusalemme ed esorta i palestinesi a “contrastare” la manifestazione “a difesa della moschea Al-Aqsa”. “Noi, Movimento di resistenza islamica Hamas – si legge in un comunicato diffuso mercoledì – condanniamo fermamente le autorità di occupazione fasciste [sic] per aver consentito l’organizzazione di una marcia provocatoria per ‘pervertiti’ che intende girovagare giovedì per le strade della Gerusalemme occupata”.

Una misteriosa esplosione nella notte ha causato la morte di almeno cinque miliziani palestinesi in una base del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comado Generale (PFLP-GC, gruppo terrorista strettamente legato al regime siriano) nel villaggio libanese di Qussaya, vicino al confine con la Siria. Dopo che mass-media arabi, tra cui Al Jazeera, l’avevano attribuita a un “bombardamento israeliano” (smentito delle Forze di Difesa israeliane), mercoledì mattina un alto esponente del PFLP-GC ha ammesso alla AFP che l’esplosione è stata un “incidente sul lavoro” causato da “un vecchio razzo che è esploso in un magazzino di armi nella base”. Più tardi, nel pomeriggio di mercoledì, il FPLP-GC ha smentito che si sia trattato di una “esplosione interna”.

Meir Tamari, elettricista israeliano di 32 anni, è stato mortalmente ferito, martedì, in un attentato terroristico con armi da fuoco presso Hermesh (Cisgiordania nordoccidentale). Lascia la moglie e due figli in tenera età. È il ventesimo israeliano ucciso a sangue freddo dai terroristi dall’inizio dell’anno. Secondo le prime indagini, i terroristi hanno esploso almeno sette colpi di mitra M16 contro l’auto in cui transitava la vittima, per poi  fuggire verso la città di Jenin. Le Forze di Difesa israeliane sono alla caccia dei responsabili. Il ramo di Tulkarem delle Brigate Martiri di Al-Aqsa, gruppo paramilitare affiliato al Fatah di Abu Mazen, si è assunto la responsabilità dell’attentato dichiarato che “i guerrieri si sono ritirati sani e salvi”. Secondo l’esercito, diversi membri delle Brigate Martiri di Al-Aqsa sono impiegati dalle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese e sono tra i protagonisti degli scontri a fuoco quasi quotidiani che ingaggiano con le Forze di Difesa israeliane impegnate nell’arresto di terroristi nelle regioni di Tulkarem, Nablus e Jenin. Hamas ha elogiato l’attentato.

Lunedì notte un’ambulanza militare era stata presa di mira in un attacco con armi da fuoco nel sud della Cisgiordania. Domenica terroristi palestinesi avevano aperto il fuoco contro una comunità ebraica nel nord della Cisgiordania e contro una città all’interno di Israele appena al di là della barriera di sicurezza, causando danni ma non vittime.

Meir Tamari, ucciso a sangue freddo martedì mattina in un attentato terroristico palestinese