Probabilmente molti in Occidente pensano che i sentimenti di orrore e di condanna per il massacro degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del settembre 1972 siano un fatto universale, un po’ come il raccapriccio e la riprovazione per le agghiaccianti decapitazioni in video o il turpe mercato di schiave del sesso yazide perpetrati pochi anni fa dall’Isis.
In questa stagione non c’è mass-media che non si senta in dovere di consigliare ai propri lettori un po’ di libri da “portarsi in vacanza” nel fiducioso assunto che in vacanza i lettori non abbiano molto altro da fare
Nell’episodio 10 della terza stagione della geniale serie di cartoni animati Rick and Morty, compare un funzionario che dà questa notizia al presidente americano: “Israele e Palestina hanno annunciato una tregua permanente: hanno firmato una certa cosa chiamata Accordo Abbastanza Ovvio Se Ci Pensi”.
L’ex parlamentare britannico George Galloway non è che un vecchio arnese del più vieto pregiudizio anti-israeliano. Se ci occupiamo di lui è solo perché è incorso in un infortunio web troppo gustoso per non essere ricordato, seppure a qualche mese di distanza.
Esiste un poster degli anni ’30 che affascina i palestinesi tanto da essere diventato un’icona del loro irredentismo. Contiene un’accattivante immagine stilizzata della città vecchia di Gerusalemme accompagnata dalla scritta: Visit Palestine, “visitate la Palestina”. Ciò che sfugge ai tantissimi palestinesi e loro sostenitori che lo esibiscono orgogliosi nelle case, nei negozi, negli uffici o sui social network, è che si tratta di un poster squisitamente sionista.
Da tempo le critiche più severe alla “corrotta, litigiosa e incompetente” leadership palestinese provengono dall'interno dello stesso mondo palestinese, tanto che quasi non fanno più notizia.
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Il direttore di israele.net, Marco Paganoni, ha partecipato la sera di lunedì 11 dicembre su Espansione TV (Como e Italia settentrionale) a una puntata della trasmissione “Il Dariosauro”, condotta da Dario Campione, dedicata al tema “Gerusalemme città contesa”.
E’ stato assolto, dunque è colpevole. Colpevole d’avere spudoratamente mentito quando si è auto-accusato d’aver picchiato un palestinese innocente. Parliamo di Dean Issacharoff, portavoce del gruppo Breaking the Silence
La passione degli israeliani per il pluralismo e il libero dibattito delle idee si riflette anche nei loro giornali, che si fanno un punto d’onore di pubblicare editoriali che esprimono opinioni diverse fra loro e anche in contrasto con la linea generale della testata.
Attenzione: la parentesi è già scomparsa. Lo scorso primo maggio il Corriere della Sera titolava: “Hamas: sì ai confini del 1967 per la Palestina (ma no a Israele)”. La parentesi c’era
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