Letteratura per bambini

Narrativa israeliana per bambini e ragazzi

image_159Pantere, giraffe e bambini a zig zag. Narrativa israeliana per bambini e ragazzi.

Di Claudia Rosenzweig

Forse c’è ancora qualcuno che si ostina a volere regalare ai bambini dei libri, oggetti che sembravano già obsoleti, non fosse che per la benefica rivoluzione portata da Harry Potter. Nonostante tutte le spiegazioni che i vari esperti si affrettano a fornire, rimane il fatto che non è la magia in sé che interessa, quanto piuttosto la vittoria della fantasia, quella potenza infinita che ai bambini viene troppo spesso negata.

Così può darsi che “i grandi” non se ne accorgano, ma i bambini italiani possono leggere moltissimi libri di autori israeliani. Già Sholem Aleikhem e Chayim Nachman Bialik avevano dedicato molte pagine alla letteratura per o sull’infanzia, descritta da entrambi come un periodo di creatività straordinaria e illimitata. Tra gli scrittori della letteratura ebraica moderna questa tradizione continua e si arricchisce sempre di più. Alcuni di questi autori, come ad esempio David Grossman e Meir Shalev, sono molto conosciuti, altri, come Uri Orlev, scrivono soprattutto libri per bambini e per ragazzi. Questa divisione tra libri per bambini e libri per grandi naturalmente non ci è mai piaciuta. Come da bambini si è terribilmente curiosi di leggere proprio i libri per grandi, così succede, una volta grandi, di restare curiosi e di desiderare di leggere proprio i libri per bambini, quelli che si è letti in passato e quelli che per qualche strano caso non ci è capitato di leggere. Si ha nostalgia forse di qualcosa di quella ingenuità e del completo e generoso abbandono alla pagina scritta che si provava quando si era piccoli. David Grossman sembra avere conservato questa ingenuità e la fedeltà al suo sguardo disarmato di bambino. È una caratteristica che si osserva nei suoi romanzi più famosi, Vedi alla voce: amore e Il libro della grammatica interiore (entrambi pubblicati da Mondadori), ma che colpisce ancora di più nei suoi numerosi libri destinati espressamente al pubblico dei bambini. Tra queste vorrei ricordare Il duello (trad. di D. Merlo, ill. di A. Sanna, Mondadori, Milano 2001). In un modo delicato, incantevole, questo libro racconta di un bambino di nome David che fa amicizia con un uomo anziano, di nome Rosenthal, che vive in una casa di riposo in un quartiere di Gerusalemme. La vicenda è narrata in prima persona proprio da David ed è dal suo punto di vista che noi guarderemo il mondo. Ecco una delle sue riflessioni, all’inizio del secondo capitolo: «Uno ha mille strani pensieri, quando cambia la prospettiva dalla quale vede il mondo. Come me, per esempio. Mentre stavo sdraiato a pancia in giù sotto al letto di Rosenthal, nella casa di riposo del quartiere di Beit ha-Kerem, riflettevo sul fatto che da quell’altezza, a livello del pavimento, il mondo faceva terribilmente paura. Il cestino della carta straccia sembrava grande come una botte, la valigetta grigia di Rosenthal si era trasformata in un enorme armadio davanti ai miei occhi, e solo le gambe di Rosenthal, che penzolavano dal letto, erano magre come al solito.

Allora pensai a quanto debbano sentirsi impauriti i bambini piccoli e i neonati, ai quali tutto appare enorme e spaventoso.» Accogliere l’invito a questo cambio di prospettiva significa iniziare un viaggio ricco di suspense e di allegria, una sorta di giallo nel quale una antica storia d’amore mai dimenticata si intreccia con la storia della Gerusalemme di oggi. Questo grazie, naturalmente, al piccolo David. Alcuni di questi elementi si ritrovano in un’altra opera di David Grossman, Ci sono bambini a zig zag (trad. S. Kaminski e E. Loewenthal, Mondadori, Milano 1996), un ulteriore appello alla fantasia e al non-conformismo – un libro, diremmo oggi, contro la “globalizzazione” della fantasia dei bambini e dei ragazzi voluta dai media.

Per i più piccini, consigliamo anche Le avventure di Itamar e Buonanotte Giraffa, entrambi di Grossman e entrambi pubblicati da Mondadori. Il secondo è quasi un libro-gioco, un’idea per giocare insomma alla “giraffa” con i propri bambini.

Un altro libro che colpisce per la fantasia e l’intelligenza dell’autore è L’aggiustasogni di Uri Orlev (trad. di E. Loewenthal, ill. di I. Martinelli, Feltrinelli, Milano 2000). Questo autore, nato a Varsavia nel 1931, è conosciuto soprattutto per alcuni volumi per ragazzi che sono dei veri e propri capolavori e che consigliamo a tutti coloro che non temono di avvicinare i giovani lettori alle vicende di bambini ebrei durante l’occupazione nazista in Polonia. Mi riferisco in particolare a Gioco di sabbia (trad. di E. Löwenthal, Salani, Milano 2000) e a L’isola in via degli uccelli (trad. dall’ingl. di M. Giardina Zannini, Salani, Firenze 1998). I ragazzi, come già messo in luce da Bettelheim, talvolta sono meno “paurosi” degli adulti, e anzi, amano la paura e la tensione, cercano nei libri prove di coraggio e di sopravvivenza. I libri di Orlev non sono libri tristi e dolorosi. Al contrario, le sue sono storie infondono ottimismo, mostrano come anche quando tutto sembra crollare, quando si è travolti e schiacciati dal peso della storia, c’è una fiducia che si trasforma in forza e che permette di superare tutte le difficoltà. I “grandi” sanno che Orlev è stato uno dei bambini fortunati. Altri hanno subito una sorte ben diversa. Ma i suoi libri sono onesti e avvincenti, didattici in modo divertente e non traumatico. L’aggiustasogni è un libro un po’ diverso. Il tema non è la persecuzione anti-ebraica, ma, come per certi versi ne Il duello di Grossman, l’amicizia e la complicità tra un bambino, Michael, e suo nonno: un amicizia con dei “vecchi” che in entrambi i libri viene criticata dai genitori, che vorrebbero che i bambini stessero solo con coetanei, da parte di bambini che si prendono la responsabilità di “disobbedire” ai genitori per intraprendere dei percorsi diversi e insospettatamente avventurosi. Il nonno di Michael ha infatti un dono misterioso, magico e potente che vuole trasmettere al nipotino. Non vi diremo qual’è. Non vogliamo rovinarvi la sorpresa…

Prima di concludere questa breve rassegna, vorrei segnalare anche un libro di Amos Oz che in Italia è uscito dapprima in una collana per ragazzi (Fabbri) e quindi nei Tascabili Bompiani: Una pantera in cantina, nella traduzione di Elena Loewenthal. È un racconto avvincente di un ragazzo (che potrebbe essere l’autore) che narra in prima persona della sua vita a Gerusalemme nel periodo del Mandato Britannico in un momento in cui si stanno creando le basi per la nascita dello Stato di Israele e quindi si combattono gli inglesi. Al tempo stesso i profughi dall’Europa devastata dai nazisti cercano di costruire una nuova cultura alternativa a quella europea, fatale e pericolosa, che li ha traditi. Questo tema, così caro ad Amos Oz e così attuale, quello del rapporto tra gli israeliani e il loro passato, si trasforma qui in una serie di episodi dove i rapporti umani riescono a non restare succubi delle ideologie. Profi, il protagonista, viene bollato come “vile traditore” per l’amicizia con un mite soldato inglese al quale impartisce lezioni di ebraico. L’amicizia che esce dai rapporti previsti, “legittimi”, “normali”, sembra dunque il filo rosso che lega tutti i libri qui ricordati. Una lezione semplice ed elementare, che nel mondo di bambini e ragazzi è legata alla curiosità e al coraggio, ad una sorta di insospettata indipendenza nel modo di guardare la realtà.

Questi sono alcuni dei libri che consiglio per i piccoli lettori. Ma se prima che voi “grandi” li doniate ai loro destinatari li vorrete leggere, non lo diremo a nessuno. Solo state attenti, perché forse l’allegria provocata dalla loro lettura, il persistere del vostro sorriso e una certa luce complice nei vostri occhi vi potrebbero tradire.