Continua la raccolta fondi per borse di studio d’emergenza all’Università di Gerusalemme

Studenti, membri dello staff e loro figli richiamati in servizio dalle Forze di Difesa hanno bisogno di un aiuto per recuperare lezioni ed esami persi a causa della guerra di Hamas

Per iniziativa della nostra Associazione Amici dell’Università di Gerusalemme, è a buon punto la raccolta per una prima borsa di studio d’emergenza dedicata alla memoria dell’ingegner Alberto Foà, per lunghi anni sostenitore delle nostre attività e presidente del Consiglio dei Revisori

Anche l’Università di Gerusalemme è stata coinvolta nell’emergenza legata al conflitto contro i terroristi di Hamas nella striscia di Gaza.

Per garantire la sicurezza nei nostri campus (uno dei quali si trova a Rehovot, a meno di 50 km da Gaza), sono state fornite istruzioni e consulenze – in ebraico, arabo e inglese – sulle precauzioni di sicurezza e sugli allarmi. Tutti i rifugi nei quattro campus dell’Università (Monte Scopus, Givat Ram, Ein Kerem e Rehovot) sono stati mantenuti funzionanti ed equipaggiati.

Centinaia di studenti, dipendenti e figli di dipendenti dell’Università di Gerusalemme sono stati chiamati al dovere di difendere il Paese come militari di leva o riservisti. Molte famiglie dei nostri studenti vivono nelle zone più vicine al fronte.

Durante i combattimenti, studenti e personale dell’Università hanno organizzato raccolte di solidarietà di beni come indumenti, prodotti per l’igiene e prodotti alimentari spediti ai soldati in prima linea; il campus di Givat Ram “Edmond J. Safra” ha ospitato gruppi di bambini israeliani che vivono al sud offrendo loro una giornata di scienza e soprattutto di pausa dagli incessanti allarmi e lanci di razzi; alcuni studenti del nostro programma “Elite Military Medicine”, accompagnati dal professore a capo del programma e da ufficiali del corpo medico militare, si sono recati in visita ai soldati feriti nell’ospedale Hadassah di Ein Kerem. E non sono che alcuni esempi.

Ora si pone tuttavia un’altra emergenza. Centinaia (in realtà quasi un migliaio) dei nostri studenti e studentesse sono stati richiamati in servizio attivo dalle Forze di Difesa. Mentre rischiavano la vita per difendere il Paese, non hanno potuto né studiare né sostenere esami. Dobbiamo aiutarli. Grazie al cielo, presto saranno tutti di nuovo a casa. Ma dovranno tornare immediatamente allo studio, raddoppiando i loro sforzi. Per sostenerli, l’Università di Gerusalemme ha istituito un fondo speciale per creare borse di studio dedicate agli studenti e alle studentesse che hanno servito nell’operazione anti-terrorismo “Margine protettivo”. A tale scopo, l’Università di Gerusalemme riceverà con gratitudine liberi contributi di qualunque importo per rendere possibili queste borse di studio, che verranno assegnate secondo criteri di servizio e necessità. Ovviamente l’entità delle borse dipenderà dalle donazioni che riceveremo. Saremmo orgogliosi e onorati di poter garantire un assegno minimo di sostegno di 1.000 dollari ad ognuno di questi ragazzi e ragazze che non hanno esitato a lasciare tutto per assolvere il rischioso dovere di difendere il Paese.

Dalla lettera di uno studente dell’Università di Gerusalemme, ufficiale nella Marina israeliana: «Di solito in questo periodo dell’anno starei finendo i miei esami, starei lavorando per mettere via i soldi per l’Università e impiegherei il mio tempo libero nella organizzazione non profit di cui faccio parte. Ma quest’anno il mio programma estivo è molto cambiato… Come capitano di vascello il mio compito è quello di salvaguardare la nave da missili, razzi e altre minacce e mantenere la costa israeliana al sicuro da ogni pericolo. Durante i miei anni di servizio militare ero a capo del corso ufficiali. Molti dei capitani di vascello di oggi sono stati miei allievi, il che mi rende orgoglioso. Quando sono stato richiamato in servizio ho preparato la borsa e sono partito senza sapere quanto sarebbe durata: prima di tutto si deve fare quel che va fatto. Mentre sono qui a difendere il mio Paese, mi rendo conto di quanto sia importante che vi siano persone che contribuiscono ad aiutare noi studenti, prendendosi cura dei nostri problemi per fare in modo che possiamo avere i mezzi per continuare i nostri studi al nostro ritorno». La lettera di Menahem termina dicendo: «Preghiamo perché questo conflitto abbia presto fine, perché nessun bambino debba più temere allarmi e bombe, perché tutti i popoli di questa regione possano vivere in pace».

Chi desidera contribuire alla raccolta fondi per le borse di studio d’emergenza dedicate agli studenti dell’Università di Gerusalemme che hanno prestato servizio nell’operazione anti-terrorismo “Margine protettivo”, si metta in contatto con l’Associazione Italiana Amici dell’Università di Gerusalemme (aug.it@tiscalinet.it).