22 ottobre 2021

Una mostra dell’Authority israeliana per le Antichità allestita nel Centro Yigal Allon del kibbutz Ginossar offre uno sguardo su come i “Saggi” riuscirono a ricostruire una comunità ebraica in Galilea nei secoli che seguirono la grande tragedia del I secolo e.v. Il “Percorso del Sinedrio” presenta oltre 150 oggetti del tardo periodo del Secondo Tempio e dei secoli successivi, alcuni dei quali esposti per la prima volta. Il Gran Sinedrio era l’assemblea di 71 Saggi che fungeva da organo di governo del popolo ebraico. Dopo la distruzione del Tempio nel 70 e.v. fu più volte trasferito, come ricorda il Talmud: “E da Yavne [il Sinedrio si trasferì a] a Usha, e da Usha tornò a Yavne, e da Yavne tornò a Usha, e da Usha a Shfaram, e da Shfaram a Beit She’arim, e da Beit She’arim a Tzipori, e da Tzipori a Tiberiade”. La storia e la vita dei cinque centri di Galilea Usha, Shfaram, Beit She’arim, Tzipori e Tiberiade è uno dei focus della mostra. I manufatti esposti comprendono lampade a olio, iscrizioni con le parole “shalom” e “shabbat” e i nomi di Saggi come Yaakov e Shimon in ebraico e in aramaico, e una raccolta di monete d’argento e di bronzo dall’epoca della rivolta contro i Romani guidata da Shimon Bar Kokhba (132-135 e.v.) rinvenuta dentro un edificio bruciato, testimonianza del pesante tributo che il conflitto reclamò anche in Galilea. Inoltre, per la prima volta viene offerta al pubblico l’opportunità di vedere l’originale Pietra di Magdala, trovata nel 2009 a Magdala, un grosso insediamento ebraico del primo periodo romano sulla sponda occidentale del Kinneret (Mare di Galilea). La pietra, che si trovava al centro della sala principale della sinagoga, raffigura il Secondo Tempio di Gerusalemme con una menorà a sette rami scolpita su uno dei lati: costituisce una scoperta cruciale perché la raffigurazione venne incisa quando il Tempio non era stato ancora distrutto.

Una parte della mostra presso l’Yigal Allon Center (clicca per ingrandire)

La pietra di Magdala (clicca per ingrandire)