23 maggio 2018

Il ministro degli esteri dell’Autorità Palestinese, Riyad al-Malki, ha chiesto martedì alla Corte Penale Internazionale di avviare una “indagine immediata” su presunti crimini israeliani contro i palestinesi. Il Ministero degli esteri israeliano ha reagito definendo l’iniziativa “cinica e priva di basi legali”. “L’Autorità Palestinese – afferma la nota del Ministero – continua a sfruttare la Corte Penale Internazionale per discutibili scopi politici, anziché adoperarsi per promuovere il processo diplomatico di pace. Israele si aspetta che la Corte Penale Internazionale e il suo pubblico ministero non si pieghino alle pressioni palestinesi volte a politicizzare la Corte facendola deviare dal suo mandato. E’ assurdo che i palestinesi facciano questa mossa mentre continuano a fomentare il terrorismo e l’uso di donne e bambini come scudi umani a copertura di tentativi violenti di colpire la sicurezza dei cittadini d’Israele. Il presunto rinvio a giudizio – prosegue la nota – sarebbe anche legalmente infondato: la Corte Penale Internazionale non ha giurisdizione sulla questione israelo-palestinese dal momento che Israele non è membro della Corte e l’Autorità Palestinese non è uno stato costituito”. Oltretutto, Israele indaga regolarmente i propri presunti crimini di guerra e questo preclude un intervento della Corte Penale Internazionale in base allo Statuto di Roma della Corte stessa. “Israele – sottolinea la nota – agisce in conformità con i meccanismi di verifica giudiziaria indipendenti ed esaustivi che si addicono a uno stato democratico, e in conformità con il diritto internazionale”.