24 marzo 2024

24 marzo, festa di Purim. Al suono delle sirene d’allarme, bambini israeliani riuniti per una tradizionale festa in maschera nel nord del paese sono stati costretti a sdraiarsi a terra e mettersi al riparo. Cessato l’allarme, i ragazzini hanno voluto riprendere la festa. Nella notte fra sabato e domenica Hezbollah ha lanciato circa 50 razzi sul nord di Israele.

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Un giovane in maschera per Purim passa accanto a un murale che invoca la liberazione degli ostaggi (clicca per ingrandire)

24 Marzo 2024 News

24 marzo 2024

News

27 Aprile 2024

Hamas ha pubblicato sabato sera un altro dei suoi video di propaganda terroristica volti ad esercitare uno spietato ricatto piscologico sugli israeliani: in questo, vengono mostrati gli ostaggi Keith Siegel, 64 anni, e Omri Miran, 46 anni. Le famiglie di Siegel e Miran hanno approvato la diffusione del video. Nel video di tre minuti, pesantemente editato, Siegel e Miran si identificano, parlano alle loro famiglie e dicono di sperare in un accordo che veda tornare a casa loro e gli altri ostaggi. Naturalmente è del tutto ragionevole supporre che le cose dette nel video siano state dettate o comunque “approvate” dai terroristi carcerieri affinché rispondano ai loro interessi. Il video non è datato, ma Miran dice di essere stato tenuto prigioniero per 202 giorni e Siegel menziona la festa della Pasqua ebraica, il che indica che è stato girato di recente. Siegel, con doppia cittadinanza israeliana e statunitense, è stato sequestrato e deportato a Gaza insieme alla moglie dalla loro casa nel kibbutz Kfar Aza il 7 ottobre. La moglie Aviva Siegel è stata successivamente rilasciata durante la breve tregua di novembre. Miran è stato catturato il 7 ottobre dai terroristi palestinesi nel kibbutz Nir Oz.

Gli ostaggi Keith Siegel (a destra) e Omri Miran nel video diffuso dai loro aguzzini di Hamas (clicca per ingrandire)

27 Aprile 2024

Le agenzie delle Nazioni Unite citano regolarmente le statistiche di Hamas senza specificare che provengono da un’organizzazione terroristica e senza nemmeno badare al fatto che tali cifre sono spesso totalmente incoerenti. Lo ha scritto venerdì su jns.org Mike Wagenhei, corrispondente dagli Usa dell’emittente israeliana i24NEWS, facendo notare che i funzionari Onu continuano ad affermare che a Gaza verrebbe ucciso un bambino ogni 10 minuti. Ad esempio, una settimana fa l’Unrwa ha twittato: “Ogni 10 minuti nella striscia di Gaza viene ucciso un bambino. Un cessate il fuoco immediato è l’ultima speranza che rimane”. Non è chiaro come l’agenzia abbia calcolato questa cifra, nota Mike Wagenhei, che significherebbe che a Gaza dal 7 ottobre sono stati uccisi più 29.000 bambini, un numero che nemmeno Hamas ha mai sostenuto.

27 Aprile 2024

Hamza Howidy, un abitante di Gaza che si identifica come palestinese attivista pacifista, ha criticato le manifestazioni nei campus degli Stati Uniti definendole dannose per la causa palestinese. In un articolo pubblicato sulla rivista americana Newsweek ha scritto: “Sapete cosa aiuterebbe i palestinesi di Gaza? Condannare le atrocità di Hamas”. Hamza Howidy condanna le intimidazioni a danno di ebrei e israeliani nei campus e scrive: “Quelle persone sarebbero i vostri partner se le proteste riguardassero il conseguimento di una pace duratura e della giustizia per palestinesi e israeliani”.

27 Aprile 2024

Truppe delle Forze di Difesa israeliane hanno messo in sicurezza i funzionari delle Nazioni Unite finiti sotto il fuoco di mortai, mercoledì, mentre visitavano il sito di un molo in costruzione ad opera di personale militare statunitense sulla costa della striscia di Gaza destinato a incrementare la quantità di aiuti in arrivo. I soldati israeliani hanno precipitosamente portato al riparo i funzionari Onu quando i terroristi palestinesi hanno lanciato proiettili contro l’installazione. “Le organizzazioni terroristiche continuano a colpire sistematicamente gli sforzi umanitari, mettendo anche a rischio la vita degli operatori delle Nazioni Unite”, ha denunciato l’esercito israeliano. Un portavoce del Pentagono ha confermato giovedì che forze armate statunitensi hanno iniziato a costruire il molo per aumentare le consegne di aiuti. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha accolto con favore l’iniziativa, affermando che essa contribuirà al crollo di Hamas. “Faremo in modo che gli aiuti raggiungano coloro a cui devono arrivare” ha detto Gallant, sottolineando che il corridoio di aiuti via mare è “progettato per portare assistenza diretta ai residenti e continuare così a indebolire il predominio di Hamas a Gaza: porteremo gli aiuti attraverso una rotta marittima coordinata con gli Stati Uniti sul piano umanitario e di sicurezza, con l’aiuto degli Emirati sul piano civile e opportuni controlli a Cipro. Le merci saranno portate da organizzazioni internazionali con l’assistenza americana”.

27 Aprile 2024

Secondo i media israeliani, il gabinetto allargato ha approvato un piano che prevede che due osservatori stranieri accompagnati da un giudice israeliano visitino in carcere i detenuti palestinesi appartenenti alla forza Nukhba di Hamas (protagonista della carneficina del 7 ottobre). Secondo quanto riferito, hanno votato contro solo i ministri Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich. Secondo Walla, che cita un funzionario israeliano, tali visite faranno parte di un progetto-pilota in base al quale Israele approverà l’identità degli osservatori prima delle visite. Il funzionario ha anche aggiunto che Israele non ha permesso finora alla Croce Rossa di visitare in carcere i terroristi della forza Nukhba poiché l’organizzazione internazionale non visita gli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza.

27 Aprile 2024

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27 Aprile 2024

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27 Aprile 2024

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27 Aprile 2024

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26 Aprile 2024

Secondo una fonte israeliana anonima citata venerdì sera da Channel 12, Israele ha chiarito agli egiziani, e attraverso di essi al capo di Hamas a Gaza Yahya Sinwar, che questo è “l’ultimo momento” per un accordo perché, altrimenti, le Forze di Difesa israeliane inizieranno le operazioni di terra a Rafah. La fonte afferma che Israele non è disposto a lasciare che Sinwar tiri per le lunghe i negoziati: “o un accordo nell’imminente futuro oppure Rafah”. Il reportage conferma che Israele è pronto ad accettare il rilascio di meno dei 40 ostaggi vivi richiesti in precedenza, ma anche che non accetterà che ne vengano liberati solo 20 come avrebbe indicato Hamas di recente. Secondo il reportage, Israele ritiene che Hamas detenga almeno 33 ostaggi vivi che corrispondono alla cosiddetta definizione “umanitaria” (donne, bambini, uomini di età superiore ai 50 anni e malati) e insiste perché siano liberati. Come parte dell’accordo, Israele sarebbe disposto a consentire ai residenti di tornare nel nord di Gaza, forse addirittura senza i controlli necessari per impedire che ai civili si mescolino membri di Hamas. Nel frattempo, Israele avrebbe completato i preparativi per l’operazione a Rafah, che tuttavia resta in sospeso per coordinarla con l’amministrazione statunitense.

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24 marzo 2024