Cambiano solo i nomi

Questa era solo una battaglia dell’infinita guerra imposta da sempre a Israele.

Di Eitan Haber

image_3595Israele non ha alcun bisogno di un successo militare per porre fine alla battaglia. Non ha bisogno di una “foto” di vittoria per terminare l’operazione “Colonna di nube difensiva”.
Fin dal suo inizio il movimento sionista, nelle sue diverse forme, si è trovato in stato di guerra con arabi e palestinesi, ormai da più di centoventi anni. I “tumulti del 1929”, la “guerra d’indipendenza”, la “guerra dei sei giorni” e una sfilza di altri nomi per ogni operazione, scontro e battaglia. I nomi sono l’unica cosa che cambia.
Anche l’operazione “Colonna di nube difensiva” fa parte di quella stessa guerra, che verosimilmente non è destinata a finire tanto presto. Come tale, essa ha già registrato diversi risultati: l’eliminazione del capo militare di Hamas e di altri capi terroristi, colpi diretti inferti ai centri di Hamas, l’intercettazione di intere raffiche di razzi con il sistema “Cupola di ferro”. Dunque non c’è alcun bisogno di un “colpo vittorioso”, di una immagine che soddisfi il desiderio popolare di una tangibile vittoria militare.
Lo Stato d’Israele è circondato da più di 200.000 missili e razzi. I paesi arabi attorno a noi, e i palestinesi, hanno imparato la lezione: non possono sopraffare esercito e forze aeree dì Israele. Hanno anche imparato un’altra cosa, molto probabilmente con la Guerra del Golfo del 1991: la popolazione civile è vulnerabile e reagisce con sbalzi d’umore estremi. In base a questa consapevolezza, i paesi arabi e i gruppi terroristici si sono armati con una incredibile quantità di missili e razzi. Ma le azioni delle Forze di Difesa israeliane in quest’ultima settimana hanno messo gli arabi di fronte a una nuova prospettiva: la combinazione di un eccellente lavoro di intelligence e di forze aeree eccezionali può neutralizzare in modo significativo la minaccia di razzi e missili. Il sistema “Cupola di ferro” accresce il duro colpo che ha subito la loro strategia.
“Colonna di nube difensiva” non è che l’ennesimo capitolo nel libro delle guerre che Israele ha dovuto combattere. Fra due mesi, o due anni, se non addirittura prima, la situazione tornerà a ripetersi. Ancora una volta cercheranno di colpirci con i missili, ancora una volta le forze aeree israeliane si lanceranno nei raid, e ancora una volta le batterie di “Cupola di ferro” si attiveranno per neutralizzare la minaccia sulle città israeliane.
Così è la nostra vita, in questa “villa in mezzo alla giungla” – come una volta ebbe a definire Israele il ministro della difesa Ehud Barak.
Non vi è alcuna necessità di una “immagine di vittoria”. È più che sufficiente che il capo di stato maggiore Benny Gantz, il cui esercito ha fatto un ottimo lavoro in questi ultimi giorni, dichiari che questa fase è finita. Con la scritta “continua alla prossima puntata”, purtroppo.

(Da: YnetNews, 20.11.12)

Nella foto in alto: Eitan Haber, autore di questo articolo