Diritti palestinesi e diritti curdi. Quale differenza?

Non importa nulla dei curdi, perché sono oppressi da nazioni arabe e musulmane.

Di Alan Dershowitz, docente di diritto allUniversità di Harvard

image_324Ho una bella domanda per coloro che condannano sempre e solo Israele per l’occupazione e si fanno paladini della creazione di uno stato palestinese indipendente: qual è la vostra posizione sull’occupazione del Kurdistan e sulla richiesta d’indipendenza dei curdi nella loro terra ancestrale?
Qual è la posizione dei palestinesi, ve lo dico io: la loro dirigenza si oppone risolutamente agli sforzi dei curdi per porre fine all’occupazione e creare un proprio stato. I palestinesi appoggiano e hanno sempre appoggiato i regimi che occupano il Kurdistan, e cioè Siria, Turchia, Iran, Iraq.
La cosa non deve sorprendere. Basta ricordare che Yasser Arafat nel 1989 fu il primo a congratularsi con il governo cinese “a nome del popolo palestinese” per la feroce repressione delle manifestazioni e l’uccisione di dimostranti democratici in piazza Tiananmen. Lo stesso Arafat è presidente di un regime che punisce i dissidenti con l’intimidazione e l’omicidio. Nessuno faccia affidamento su processi regolari. La dirigenza palestinese non si schiera per i diritti umani in generarle, si schiera solo per i diritti dei palestinesi che appoggiano ciecamente i rovinosi programmi di Arafat.
Ma dove sono le Nazioni Unite, la chiesa presbiteriana, la sinistra antisionista dura e pura, la comunità europea, Nelson Mandela, Ralph Nader e gli altri che spargono lacrime di coccodrillo sempre e solo per gli oppressi palestinesi? Il loro silenzio sui curdi è assordante.
Può darsi che l’attenzione di alcuni di questi gruppi e personaggi non sia tanto concentrata sugli oppressi, quanto piuttosto sui presunti oppressori. Fingono di preoccuparsi della condizione dei palestinesi, ma gli interessa solo perché è Israele che viene accusato di opprimerli. Non gli importa nulla dei curdi, perché sono oppressi da nazioni arabe e musulmane, esattamente come non si preoccupano più di tanto dei tibetani occupati e oppressi dalla Cina, o ai ceceni angariati dai russi. Così come non gli importava nulla degli stessi palestinesi negli anni in cui la Cisgiordania era occupata dalla Giordania e la striscia di Gaza era occupata dall’Egitto.
La causa per la fine dell’occupazione del Kurdistan e l’istituzione di uno stato curdo indipendente è almeno altrettanto consistente, e per molti aspetti assai più consistente, di quella per la fine dell’occupazione in Cisgiordania e la creazione di uno stato palestinese (la fine dell’occupazione della striscia di Gaza finirà comunque fra poco).
Esiste già uno stato con una maggioranza di palestinesi, la Giordania, mentre i curdi non sono maggioranza in nessun paese, nonostante il fatto i curdi siano molti di più dei palestinesi. I curdi hanno sofferto molto di più dei palestinesi: almeno centomila di loro sono stati gassati da Saddam Hussein mentre il mondo stava a guardare. Ai curdi è stato promesso uno stato sin dalla fine della prima guerra mondiale, quando il presidente americano Woodrow Wilson prese questo impegno, e il trattato di Sevres diceva che avrebbero potuto avere uno stato se la maggioranza dei curdi avesse appoggiato l’indipendenza.
I palestinesi, invece, hanno più volte rifiutato l’offerta di indipendenza, dapprima nel 1937, poi nel 1947, più recentemente a Camp David e Taba nel 2000-2001. Secondo i più aggiornati sondaggi, la maggior parte dei palestinesi non si dichiara soddisfatta all’idea di uno stato palestinese in Cisgiordania e striscia di Gaza, essi dichiarano di volere vedere la scomparsa dello stato ebraico d’Israele. I curdi, dal canto loro, non perseguono la distruzione di nessuno stato esistente, ma soltanto l’indipendenza sulla loro terra.
Personalmente sostengo la fine dell’occupazione in Cisgiordania e striscia di Gaza e la creazione di uno stato palestinese pacifico, prospero, democratico in quei territori (con alcuni marginali aggiustamenti di confine, in conformità a quanto prescritto dalla risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza). La maggior parte degli israeliani appoggia questa soluzione “due popoli-due stati” a condizione che possa essere garantita la loro sicurezza.
Perché dunque tutti i paesi arabi, la dirigenza palestinese e molti sostenitori dell’indipendenza palestinese si oppongono con tanta veemenza alle legittime richieste del popolo curdo? Forse perché i curdi non hanno fatto ampio ricorso al terrorismo su scala internazionale, nonostante la lunghissima occupazione delle loro terre e l’oppressione della loro gente? Forse perché coloro che occupano e opprimono i curdi dispongono di vaste riserve petrolifere, che Israele invece non ha? O forse perché occupanti e oppressori dei curdi sono arabi e musulmani, mentre Israele è uno stato di ebrei?
Quale che sia la risposta a queste domande, un punto è chiaro: non c’è nessuna ragione legittima per opporsi alla fine dell’occupazione del Kurdistan e alla creazione di una democrazia curda mentre si sostiene la creazione di uno stato palestinese.
L’onere di spiegare la differenza fra le due cause spetta a coloro che sostengono di fondare le loro prese di posizione sulla base di alti principi morali. Se non riescono a farlo, allora meritano l’accusa di applicare due pesi e due misure ai danni dello stato degli ebrei.
Tutti coloro che sostengono una sola misura, in tema di diritti umani, aspettano una risposta. Inutile aspettarsela tanto presto.

(Da: Jerusalem Post, 10.08.04)