È cresciuta e si è arruolata la bambina sopravvissuta all’attentato del Caffè Apropo

Shani Winter aveva sei mesi quando sua madre restò uccisa facendole scudo col proprio corpo. Oggi la poliziotta che allora la prese fra le braccia è al suo fianco nel giorno del reclutamento

Shani insieme all’agente Ziona, al centro di reclutamento delle Forze di Difesa israeliane

Shani in compagnia dell’agente Ziona, al centro di reclutamento delle Forze di Difesa israeliane

Quando, a fine dicembre, Shani Winter è arrivata al centro di reclutamento dell’esercito israeliano per arruolarsi nel servizio di leva, era accompagnata da famigliari e amici stretti venuti a salutarla. Una persona, però, non poteva esserci: sua madre. Shani ha perso la mamma, Anat Winter-Rosen, quando aveva soltanto sei mesi in un attacco terroristico al Caffè Apropo di Tel Aviv, 18 anni fa.

Il giorno 21 marzo,1997, vigilia di Purim (il carnevale ebraico), Anat e la sua neonata figlia Shani si recarono al Caffè Apropo per incontrare una cara amica di Anat, Yael Gilad. Alle 13.40 un attentatore suicida palestinese entrò nel Caffè e si fece saltare in aria. Anat e Yael furono uccise all’istante, assieme a Michal Avrahami, mentre altre 48 persone rimasero ferite. La piccola Shani era nella sua carrozzina e si salvò. ” Mamma mi ha semplicemente coperto con il suo corpo: per lei era più importante proteggere me che se stessa”, racconta Shani al giornale Yediot Aharonot.  Shani fu leggermente ferita. Le schegge della bomba provocarono due piccole cicatrici alla gamba e alla mano.

Il primo a notarla, dopo l’esplosione, fu un uomo arrivato da un negozio vicino. Egli estrasse la bambina dalle macerie del Caffè e la affidò a una agente, Ziona Bushri, accorsa sulla scena dell’attentato. La foto della giovane vigilessa con in braccio la bambina mascherata da clown per la festa di Purim commosse tutta Israele quando comparve su Yediot Aharonot.

La foto che commosse Israele diciotto anni fa: l’agente Ziona Bushri porta fra le braccia la neonata Shani subito dopo l’attentato al Caffè Apropo

La foto che commosse Israele diciotto anni fa: l’agente Ziona Bushri porta fra le braccia la neonata Shani subito dopo l’attentato al Caffè Apropo

Da allora sono passati quasi 18 anni. “Io sono la bambina dell’attentato all’Apropo Caffè e questo lo porterò con me per tutto il resto della mia vita – dice Shani, che in questi anni è stata cresciuta dal papà Miki – Invidio i miei amici che hanno la mamma. Io non so com’è avere una madre. D’altro canto, trovo conforto nel fatto che la mamma mi ha salvato, che io ero parte di lei e mi ha protetto”.

Shani è arrivata al centro di reclutamento di Tel HaShomer, vicino a Tel Aviv, dove l’assenza di sua madre si è molto sentita, mentre tutt’attorno le madri salutavano le figlie che si arruolavano. “Sono molto eccitata per questo nuovo viaggio – aggiunge Shani – e per il ruolo impegnativo che mi aspetta durante il mio servizio militare”.

Anche Zehava Rosen, la nonna materna, è venuta ad accompagnarla: “Dopo tutti questi anni difficili di sofferenza, siamo venuti tutti per augurarle buona fortuna in un grande abbraccio”.  Dopo l’attentato, Shani e la nonna sono sempre rimaste in contatto con la vigilessa Ziona Bushri. ”E’ stato molto importante per me trovare Ziona dopo l’attentato – racconta Zehava – e da allora l’ho adottata come membro della nostra famiglia”.

Nel 1997 la sergente Ziona Bushri faceva parte del dipartimento traffico della Polizia di Tel Aviv. Oggi è sergente maggiore senior e presta servizio nel reparto della polizia investigativa distrettuale di Tel Aviv. Ziona, oggi quarantaseienne, è madre di due ragazze e un maschio e vive a Yavne con la sua famiglia. Ziona e Zeahava parlano al telefono regolarmente, anche più volte al giorno. Ziona è stata sempre presente nella vita di Shani, facendole gli auguri di compleanno o partecipando alle commemorazioni per la madre Anat. Col passare degli anni Ziona ha avuto ogni volta una buona parola, un consiglio e un sostegno per Shani. L’altra settimana Ziona era lì ad accompagnare “la sua bambina” al centro di reclutamento, assieme a suo padre e agli altri membri della famiglia. “I ricordi di quel terribile attentato sono con me ogni giorno – confida Ziona – Non dimenticherò mai il momento in cui presi in braccio Shani e cominciai a correre alla ricerca della sua famiglia. Ed eccola qui, la bambina che tutti ricordiamo è cresciuta e si arruola nell’esercito. Sono qui per abbracciarla e tenere le dita incrociate augurandole tanto successo.”

(Da YnetNews, 4.1.15)