Riforma giudiziaria: l’allarme lanciato dall’Università di Gerusalemme

"Approfittare di una maggioranza parlamentare per calpestare i valori fondamentali e le regole del gioco della democrazia costituisce una minaccia tangibile per il futuro dello Stato"

Ingresso dell’Università di Gerusalemme

Il Senato accademico dell’Università di Gerusalemme ha messo in guardia rispetto alla riforma giudiziaria promossa dal governo del primo ministro Benjamin Netanyahu affermando che danneggerà il mondo accademico in Israele.

“L’iniziativa in discussione in questi giorni alla Knesset volta ad annullare l’indipendenza del potere giudiziario e il sistema dei consulenti legali – afferma il Senato accademico nella dichiarazione – danneggia gravemente la democrazia e potrebbe nuocere gravemente ai diritti umani. Oltre a mettere a rischio l’eguaglianza davanti alla legge, i diritti umani e le libertà personali, il blitz [legislativo] mette a rischio anche il mondo accademico israeliano. Sin dalla sua istituzione – continua la dichiarazione dell’Università di Gerusalemme – lo Stato d’Israele ha fatto affidamento sull’eccellenza accademica, che rappresenta un importante contributo ai successi economici, diplomatici e culturali e alla difesa della resilienza e della forza della società israeliana”.

Rimarcando che l’indipendenza del sistema giudiziario è essenziale per il funzionamento del sistema accademico, il Senato aggiunge: “Se si realizza il previsto attacco all’indipendenza della magistratura, ne risentiranno le comunicazioni scientifiche, le collaborazioni con i ricercatori di tutto il mondo e persino gli investimenti nella ricerca da fondi internazionali”. L’Università di Gerusalemme indica gli sviluppi politici degli ultimi anni in paesi come Polonia e Ungheria a dimostrazione di come un attacco alla magistratura può consentire interferenze politiche nelle attività delle università ed esercitare un impatto negativo sull’indipendenza dei ricercatori e sulla libertà accademica, cosa che a sua volta può portare a sanzioni dai fondi internazionali, traducendosi in immediate ripercussioni sull’eccellenza accademica di Israele e sulla qualità della ricerca nel paese.

“Il danno previsto – conclude il Senato accademico dell’Università di Gerusalemme – deve destare preoccupazione in ogni cittadino dello Stato di Israele che aspira a vivere in una vera società democratica, nello spirito della Dichiarazione d’Indipendenza. I membri del Senato, che presentano un ampio spettro di convinzioni politiche diverse, sono assolutamente contrari a misure che segnerebbero un cambiamento sostanziale nella forma di governo in Israele. Approfittare di una maggioranza parlamentare per calpestare i valori fondamentali e le regole del gioco della democrazia costituisce una minaccia tangibile per il futuro dello Stato”.

(Da: Jerusalem Post, 26.3.23)