Applicare all’Iran lo schema che sta funzionando con la Siria

Ma smantellare l’arsenale di armi chimiche siriane potrebbe rivelarsi un obiettivo tutt’altro che semplice per la comunità internazionale

Membri della squadra investigativa Onu inviati nei sobborghi est di damasco lo scorso agosto

Membri della squadra investigativa Onu inviati nei sobborghi est di Damasco lo scorso agosto

La disponibilità della Siria a considerare la cessione alla comunità internazionale del controllo sui suoi arsenali di armi chimiche nella speranza di scongiurare interventi militari da parte degli Stati Uniti e altri paesi occidentali dovrebbe servire come modello per la strategia della comunità internazionale nell’affrontare la questione del nucleare iraniano. Lo hanno detto martedì fonti diplomatiche israeliane citate da Israel Radio.

Pur restando scettici circa la reale volontà della Siria di consegnare il proprio arsenale di armi chimiche, i funzionari di Gerusalemme hanno detto che la proposta stessa è la dimostrazione che una minaccia militare vera e credibile “ottiene risultati”. “Quando gli americani schierano le loro navi da guerra nel Mediterraneo, i siriani si spaventano e si dicono pronti a discutere la possibilità di mettere il loro arsenale di armi non convenzionali sotto controllo internazionale, e forse anche di rinunciare del tutto a quelle armi”, osserva la fonte israeliana citata da Israel Radio Israele. E aggiunge: “Anche l’Iran cambierebbe atteggiamento sulla questione del suo programma nucleare, se si prospettasse una vera e propria minaccia, credibile e determinata”.

Alcuni siti di armi chimiche in Siria (secondo Foreign Policy magazine)

Alcuni siti di armi chimiche in Siria (secondo Foreign Policy magazine)

Tuttavia, smantellare l’arsenale di armi chimiche siriane potrebbe rivelarsi un obiettivo tutt’altro che semplice. Qualsiasi accordo con Damasco sulla consegna delle sue armi chimiche nel bel mezzo del caos di una feroce guerra civile sarebbe difficile da applicare e da far rispettare; inoltre, per la distruzione di quelle armi ci vorrebbero probabilmente anni, avvertono funzionari ed esperti americani.

La Siria, che non ha mai firmato il trattato globale contro lo stoccaggio di armi chimiche, si ritiene che detenga grandi scorte di sarin, iprite e gas nervini VX. Non lo stoccaggio, ma l’effettivo utilizzo di armi chimiche è vietato da una convenzione del 1925 sottoscritta anche da Damasco.

La conta dei depositi di armi chimiche siriane, che si pensa siano distribuiti in decine di sedi diverse, sarebbe assai difficile, così come la protezione degli ispettori dalle violenze della guerra civile. “E’ una buona idea, ma difficile da realizzare – dice un funzionario americano – Siamo nel mezzo di una brutale guerra civile in cui il regime siriano sta massacrando il suo stesso popolo. Qualcuno pensa che sia possibile interrompere improvvisamente gli ammazzamenti quotidiani che durano da due anni e mezzo per consentire agli ispettori di prendere il controllo e distruggere tutte le armi chimiche?”.

(Da: Jerusalem Post, 10.9.13)