Centinaia gli attacchi terroristici sventati dai servizi israeliani negli ultimi mesi

Il capo dei servizi di sicurezza: “Ingannevole la calma al confine con Gaza”

Nadin Argaman, capo dei servizi di sicurezza israeliani (Shin Bet)

Dall’inizio di quest’anno i servizi di sicurezza israeliani (Shin Bet) hanno sventato circa 200 attacchi terroristici, 70 dei quali nei soli mesi di luglio e agosto. Lo ha rivelato domenica il direttore dei servizi di sicurezza, Nadin Argaman, intervenendo alla riunione settimanale del governo israeliano. Tra gli attacchi sventati, si contano attentati suicidi, sequestri di persona e aggressioni con armi da fuoco.

Secondo Argaman, nonostante la relativa calma, la situazione della sicurezza in Cisgiordania è “fragile” ed è caratterizza da una particolare reattività ai temi religiosi, come la moschea di Al-Aqsa sul Monte del Tempio di Gerusalemme.

Argaman ha spiegato che l’analisi dell’estensione dell’attività terroristica – sotto forma di attacchi, allarmi-attentato e attentati sventati in tempo – attesta la presenza di un alto livello di minaccia legato sia a organizzazioni terroristiche consolidate, sia a “soggetti indipendenti”. “Sotto la direzione della sua dirigenza nella striscia di Gaza e all’estero – ha spiegato – Hamas continua a perseguire sforzi per promuovere attacchi terroristici in Giudea e Samaria (Cisgiordania) con l’obiettivo di sconvolgere la stabilità nell’area, ma ha difficoltà a realizzarli a causa dell’anti-terrorismo israeliano. Hamas ha inoltre sviluppato, nel corso dell’anno passato, decine di percorsi interregionali con l’unico scopo di realizzare attentati importanti dalla Cisgiordania all’interno di Israele”.

Dall’inizio dell’anno i servizi di sicurezza israeliani hanno sventato 200 attacchi terroristici

Argaman ha specificato che, dopo l’attacco terroristico con armi da fuoco nei pressi del Monte del Tempio dello scorso 14 luglio che ha causato la morte di due agenti israeliani della polizia di frontiera, il numero di allarmi-attentato è improvvisamente triplicato rispetto al mese di giugno. Argaman  ha attribuito tale aumento “alla crescente volontà di realizzare grandi attacchi terroristici e al drastico incremento della retorica aggressiva e dell’istigazione sui social network che sollecitano a compiere attacchi individuali”.

Argaman ha aggiunto che l’establishment della sicurezza israeliana si sta attrezzando per l’aumento dell’attività terroristica che ci si aspetta, come ogni anno, in occasione del periodo della grandi festività autunnali del calendario ebraico.

A proposito di Gaza, Argaman ha affermato che la striscia è attualmente caratterizzata da una “calma ingannevole” caratterizzata da una situazione relativamente stabile della sicurezza, accompagnata da un rafforzamento militare accelerato da parte di Hamas. I tre anni successivi all’operazione anti-Hamas dell’estate 2014 sono stati, sul fronte sud, il periodo più tranquillo degli ultimi trent’anni. Hamas incontra grosse difficoltà a presentare un qualche successo politico e al contempo non riesce a trovare soluzioni decenti ai problemi della vita di tutti i giorni degli abitanti della striscia di Gaza sotto il suo controllo. Tuttavia, ha detto Argaman, Hamas continua a investire considerevoli risorse per la prossima battaglia con Israele “anche a scapito del benessere dei civili: il movimento è già pronto per un altra guerra contro Israele”. Inoltre Hamas sta approfondendo i suoi legami strategici con l’asse sciita nella regione guidato da Teheran “ed è sotto gli auspici dell’Iran che sta stabilendo un avamposto in Libano”.

(Da: Jerusalem Post, Israel HaYom, 10-11.9.17)