Israele denuncia le responsabilità della Siria

Israele non escute operazioni militari contro obiettivi in Siria

image_342Parlando della responsabilità di Damasco nel doppio attentato di martedì a Be’er Sheva (16 morti, quasi 100 feriti e mutilati), il vice ministro della difesa israeliano Ze’ev Boim ha dichiarato che Israele non escute operazioni militari contro obiettivi in Siria.
“La regola per cui chiunque sia implicato in attività terroristiche contro Israele è nel nostro mirino – ha detto Boim a Israel Radio – deve essere ribadita e sostenuta”. Boim ha aggiunto che in ogni caso Israele starà attento a non innescare nessuna “conflagrazione”, nel caso dovesse decidere di colpire obiettivi sul suolo siriano. “Sono convinto – ha spiegato il vice ministro – che è possibile condurre attacchi selezionando con cura gli obiettivi nella giusta ‘dose’, marcando i limiti che vanno marcati, senza pensare in termini di escalation, cosa che non risponde certo agli interessi d’Israele”.
Fonti governative israeliane indicano Moussa Abu Marzook, un alto esponente di Hamas che attualmente risiede a Damasco e che figura anche sulla lista dei terroristi ricercati dagli Stati Uniti, come una delle menti dietro al doppio attentato di Be’er Sheva. Fonti di stampa menzionano anche il leader di Hamas Khaled Mashal, anch’egli operativo dalla capitale siriana. “Non esistono impunità – ha detto Boim – e, se necessario, agiremo”.
Secondo quanto riferito da Israel Radio, Gerusalemme ha già fornito agli Stati Uniti “prove concrete” del coinvolgimento siriano negli ultimi attentati. Facendo probabilmente riferimento alle sedi dei terroristi che operano a Damasco alla luce del sole, il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom ha dichiarato: “La Siria è implicata senza sosta col terrorismo, e si rende responsabile degli atti di terrorismo e della protezione che garantisce al terrorismo. Pertanto la consideriamo responsabile, dal momento che quelle organizzazioni prendono ordini direttamente dai loro quartieri generali a Damasco. Rendendosi responsabile, la Siria deve anche capire che la cosa può avere chiare conseguenze”.
Meno di un anno fa, l’aviazione militare israeliana aveva attaccato degli obiettivi in territorio siriano (una base terroristica abbandonata) come avvertimento all’indomani di una strage terroristica in un ristorante di Haifa.
“In linea di principio – ha specificato Shalom – non ci precipitiamo ad attaccare la Siria. Quando lo facciamo, è solo perché riteniamo che Damasco abbia superato i limiti”.
Mercoledì il ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz aveva dichiarato che “gran parte del terrorismo nei territori” proviene dal quartier generale di Hamas a Damasco e dagli Hezbollah libanesi (sostenuti dalla Siria). “Non si può separare ciò che è avvenuto a Be’er Sheva da ciò che avviene in Libano”, aveva aggiunto.
Anche il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha additato il quartier generale di Hamas a Damasco come il responsabile della decisione del doppio attentato a Be’er Sheva.
“Ci occuperemo di tutti coloro che appoggiano il terrorismo ad ogni livello – ha dichiarato il capo di stato maggiore israeliano Moshe Ya’alon – sia nell’Autorità Palestinese, sia in Hezbollah, sia nei quartier generali di Damasco che operano con il permesso della Siria, ed anche chi è implicato nel trasferimento di armi e soldi ai gruppi terroristi sotto il patrocinio dell’Iran”.

(Da: Ha’aretz, 2.09.04)

Nella foto in alto: Mousa Abu Marzook, alto esponente dei terroristi Hamas con base a Damasco