Lista Araba Comune: gli islamisti hanno sconfitto la convivenza

Il rifiuto di stringere un accordo elettorale con il più a sinistra dei partiti sionisti rivela che i veri obiettivi non sono l'uguaglianza e la convivenza arabo-ebraica

Di Ben-Dror Yemini

Ben-Dror Yemini, autore di questo articolo

Ben-Dror Yemini, autore di questo articolo

L’ipocrisia ha anche un lato positivo giacché implica una sorta di vergogna. I razzisti sono a volte consapevoli delle gravi deficienze del loro pensiero pregiudiziale circa le persone di una diversa ascendenza, religione o colore della pelle. Se ipocritamente nascondono il loro razzismo è perché un po’ se ne vergognano. Non si deve disprezzare questo genere di ipocrisia, che è un ingrediente fondamentale in una società che attraversa processi di cambiamento. Vale sia per gli ebrei che non amano molto gli arabi, sia gli arabi che non amano gli ebrei.

Negli ultimi due mesi, la Lista Araba Comune (composta da Lista Araba, Ta’al, Balad e Hadash) è riuscita a presentarsi come un partito democratico che sostiene la convivenza arabo-ebraica. Alcuni ebrei innocenti e di buoni sentimenti, così come altri non così buoni e non così innocenti, hanno aderito alla campagna volta a presentare la Lista Araba come parte integrante del campo democratico. Il presidente della lista, Aiman Uda, è diventato la vetrina del partito, con un’offensiva del sorriso che fa sfoggio di empatia verso l’elettorato ebraico. Non bisognerebbe dimenticare che si tratta della stessa persona che ha guidato il Comitato contro l’arruolamento volontario di giovani arabi nel servizio militare e nel servizio civile, locale o nazionale; ma le sue attuali dichiarazioni sulla volontà di promuovere convivenza e uguaglianza rappresentano un fatto positivo.

Una manifestazione di attivisti arabi israeliani a Giaffa

Una manifestazione di attivisti arabi israeliani a Giaffa

Tuttavia alcuni giorni fa il velo di ipocrisia è scomparso, e con esso la vergogna. Non esiste nessuna Lista Araba democratica: quello che c’è è una lista nazionalista e islamista. Infatti, sotto la pressione dei membri islamisti e nazionalisti di Balad, la formazione ha deciso che non c’era nessuno spazio per un accordo elettorale con il Meretz per via del fatto che il Meretz, certamente “pacifista”, è però un partito sionista. Era da anni che il Meretz non riceveva un tale complimento. Negli ultimi tempi, bisogna ammetterlo, stando a diverse voci provenienti da quel partito sembrava che non sapesse più nemmeno d’essere sionista.

Nonostante questa decisione, noi non diremo che “tutti gli arabi” sono nazionalisti fanatici. Quello che è successo, in realtà, è qualcosa che accade molto spesso nel mondo arabo e musulmano, e cioè che generalmente sono i fanatici quelli che impongono il proprio punto di vista. Sono più determinati. Sono più intimidatori e mettono paura. Parecchi arabi hanno contestato la decisione; il problema è che l’hanno sempre vinta aggressivi e prepotenti.

Inoltre, il connubio fra nazionalisti e islamisti caratterizza gran parte del mondo arabo. Ci sono molti elementi di discordia tra questi due campi, ma c’è perfetta unanimità su una cosa: l’odio verso Israele. Questa combinazione sta riuscendo a imporsi anche nella Lista Araba Comune.

Lucy Aharish, araba musulmana, reporter e conduttrice di i24news.tv, è uno dei 14 cittadini israeliani scelti quest’anno per accendere le torce il prossimo 22 aprile durante la cerimonia che apre la Giornata dell’Indipendenza

Lucy Aharish, 34 anni, araba musulmana, reporter e conduttrice di i24news.tv, è uno dei 14 cittadini israeliani scelti quest’anno per accendere le torce, il prossimo 22 aprile, durante la cerimonia che apre la Giornata dell’Indipendenza

Merita attenzione questo fatto della convivenza. Contro chi si è scagliata la Lista Araba Comune? Non contro il Likud; non contro Avigdor Lieberman. Si è scagliata contro il partito che rappresenta la parte più di sinistra del settore ebraico: un partito i cui attivisti sono la spina dorsale di numerose ONG che conducono campagne che spesso superano il confine tra critica legittima e istigazione anti-Israele; un partito che praticamente in tutte le controversie con i palestinesi si schiera dalla parte palestinese. Che diamine, la presidente del Meretz, Zehava Galon, ha sistematicamente cancellato la linea di separazione tra Meretz e Hadash. Ma non è servito a niente. La Lista Araba Comune non è contro la convivenza con il Likud: è contro la convivenza con il Meretz. Come disse una decina d’anni fa l’allora presidente di Balad, Azmi Bishara, il vero nemico è la sinistra sionista. Non è chiaro se è stato lui ha dettare quest’ultima mossa da Doha (Qatar) dove si trova latitante (essendosi sottratto a un processo per complicità con i terroristi Hezbollah), ma è chiaro che è la sua ideologia quella che detta le regole.

La popolazione araba israeliana ha ottime rivendicazioni rispetto ai governi del paese. Ma la tragedia degli arabi israeliani è la loro dirigenza, che non perde occasione per mettere in chiaro che l’obiettivo non è l’uguaglianza o la convivenza: l’obiettivo è erodere costantemente la realizzazione del fondamentale principio dell’autodeterminazione. Essenzialmente non sono a favore dei diritti degli arabi: sono contro il diritto degli ebrei.

Bisogna sempre ricordare che esiste un’ampia popolazione araba – la maggioranza – composta da leali cittadini, lavoratori e contribuenti onesti. Meritano piena parità di diritti. Questa maggioranza dovrebbe farsi un esame di coscienza, giacché il voto per la Lista Araba Comune è un voto contro l’uguaglianza e contro la convivenza: un brutto voto per gli ebrei, ma un voto ancora peggiore per gli arabi.

(Da: YnetNews, 8ì9.3.15)