Messaggio dal Sinai

Impossibile battere la jihad senza abbandonare lidea fascista e genocida che Israele non debba esistere.

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_1188La condanna ufficiale dal parte del governo dell’Autorità Palestinese dell’orrendo attentato a Dahab non fa rendere ancora più sconcertante la giustificazione e legittimazione da parte di quello stesso governo dell’attentato contro civili israeliani a Tel Aviv una settimana prima. A differenza di Hamas, la maggior parte dei regimi arabi “moderati”, come l’Egitto, da qualche tempo hanno rinunciato al tentativo di distinguere fra il terrorismo “buono”, quello contro gli ebrei, e il terrorismo “cattivo” contro gli arabi. A quanto pare l’Egitto starebbe persino cercando di convincere Hamas a muoversi verso il riconoscimento del diritto di Israele ad esistere. Ma la strage nel Sinai dimostra quanto sia indifendibile il continuo tentativo dei regimi arabi di barcamenarsi a cavallo delle parole, fra estremismo e democrazia, fra guerra e pace. Lo strumento del terrorismo, il cui uso contro Israele venne a suo tempo entusiasticamente abbracciato da tutto il mondo arabo, si è ora rivoltato contro gli stessi arabi.
La classica risposta di questi regimi alla minaccia islamista è stata il ricorso alla mano pesante e a tutti i poteri tipici delle dittature per schiacciare l’opposizione islamista mentre, nello stesso tempo, soprattutto nel caso dell’Araba Saudita, si elargivano lauti finanziamenti alle scuole di indottrinamento islamista, permettendo la più sfrenata demonizzazione di Israele, nemico comune di estremisti e moderati.
Entrambe le strategie sono ora giunte al capolinea. La vittoria elettorale di Hamas è il classico esempio di come anni di alleanza occidentale con regimi dispostici e corrotti (in questo caso, l’Autorità Palestinese di Fatah) possa spingere la gente nelle braccia degli islamisti. Ma i regimi arabi “filo-occidentali” non possono respingere all’infinito la crescente domanda di democrazia e diritti umani.
Non c’è modo di tornare indietro.Il cancro islamista indirizza il suo odio contro l’occidente, ma non è meno minaccioso per il mondo arabo. L’obiettivo dei jihadisti islamisti è quello di creare un regime in stile talebano che si estenda sull’intero mondo arabo: una vasta dittatura determinata a soggiogare i popoli arabi almeno quanto l’occidente.
Per i governi arabi, il migliore antidoto di fronte a questa minaccia non è – come credono – quello di inasprire la repressione tenendo sempre accese nel frattempo le braci del conflitto arabo-israeliano, bensì esattamente il contrario: liberalizzazione all’interno e piena normalizzazione con Israele. I governi arabi, se vogliono sopravvivere, hanno bisogno di offrire ai loro popoli pace e prosperità, non il pungo di ferro e un conflitto infinito. I regimi arabi che diventeranno meno dispotici, meno corrotti e meno isolati sul piano diplomatico ed economico avranno una chance di competere contro quelli che offrono soltanto un ritorno alle usanze e alle guerre dell’XI secolo.
Il vecchio schema repressione-condiscendenza-istigazione anti-Usa e anti-Israele è fallito. Anzi, è proprio quello che ha contribuito a creare al-Qaeda e che continuerà ad alimentare l’estremismo islamista se non verrà interrotto. E il segnale più concreto in questo senso sarebbe che gli altri stati arabi seguissero l’esempio di Egitto e Giordania nel porre fine formalmente alla loro guerra contro Israele, e che Egitto e Giordania rendessero i loro trattati di pace con Israele una realtà ben più vitale
È impossibile sconfiggere l’estremismo islamista senza abbandonare definitivamente ed esplicitamente l’idea fascista e genocida che uno stato ebraico non abbia diritto di esistere per il solo fatto di essere ebraico e di essere in Medio Oriente. Oltretutto la jihad contro Israele è inseparabile, in teoria e in pratica, dalla jihad contro l’America e tutto l’occidente. Non esiste più una posizione terza neutrale, per i paesi arabi, fra l’estremismo jihadista e l’occidente: ecco il messaggio che viene dagli attentati nel Sinai. La jihad o sarà sconfitta dagli stessi musulmani insieme all’occidente, o travolgerà mondo arabo e occidente. In definitiva, o arabi israeliani europei e americani si uniranno per sconfiggere la jihad islamista, o cadranno insieme.

(Da: Jerusalem Post, 26.04.06)

Nella foto in alto: egiziani a Dahab , 26 aprile 2006.