Proteste controproducenti

Nulla fa più felice Hamas che vedere manifestanti israeliani che fanno pressione sul loro governo

Da un articolo di Boaz Ganor

image_2280Di recente si è avuta notizia di un gruppo spontaneo di israeliani che si sono riuniti per fare pressione sul primo ministro affinché si adoperasse per assicurare il rilascio di Gilad Shalit (l’ostaggio israeliano nelle mani di terroristi palestinesi a Gaza dal giugno 2006). E’ davvero confortante vedere della brava gente che sente l’urgenza di muoversi e fare qualcosa. Rispetto alla corruzione e ai fallimenti che tanto spesso ci piovono addosso, è bello vedere il lato umano e positivo di questa nostra società nella forma di questo reciproco senso di responsabilità: Kol Israel Arevim Ze La’Ze (tutti in Israele sono responsabili l’uno verso l’altro).
E infatti, chi mai si potrebbe scordare di Gilad Shalit? Chi non prova pena al solo sentire menzionato il suo nome ogni volta che vediamo i suoi genitori, eroi che non hanno scelto di finire sotto i riflettori? Chi non prova rimorsi di coscienza per il fatto che andiamo avanti con la nostra vita normale mentre lui marcisce in qualche buco nelle mani di Hamas? Chi non si è mai detto: se fosse mio figlio, il cielo non voglia, farei veramente qualunque cosa pur di ottenere il suo immediato rilascio?
D’altra parte, c’è forse il minimo dubbio che il primo ministro Ehud Olmert, più di ogni altra cosa, vorrebbe concludere il suo mandato con la liberazione di Shalit? O che il ministro Tzipi Livni vorrebbe restituire ai suoi genitori il ragazzo sequestrato come primo atto del suo nuovo governo, un volta formato?
Il fatto che Olmert e Livni non siano finora riusciti a ottenere la liberazione di Sahlit non vuol dire che non siano angosciati per il dolore della famiglia Shalit, o che non siano dotati del necessario grado di pietà e compassione. Vuol dire, piuttosto, che non ritengono di potersi piegare alle enormi pretese del ricatto di Hamas.
Israele ha già annunciato la propria disponibilità a scarcerare centinaia di terroristi, compresi membri di Hamas, un movimento votato alla distruzione di Israele. Tra questi terroristi, anche molti che si sono personalmente macchiati di gravi reati di sangue. Ma Hamas pretende di più. Ufficiali israeliani della sicurezza paiono convinti che non dovremmo cedere a queste pretese a causa del grande rischio che ciò comporterebbe per la sicurezza di Israele e dei suoi cittadini.
I diligenti allievi di Hamas hanno appreso la dottrina dei loro istruttori di Hezbollah e ingaggiano una guerra psicologica come parte organica del sequestro e del ricatto, e fanno ricorso alla propaganda per spingere l’opinione pubblica israeliana a far pressione sul governo. Non c’è nulla che faccia più felici i terroristi di Hamas che vedere “movimenti di protesta “ israeliani che scendono in piazza per sollecitare il primo ministro ad arrendersi senza indugio le loro pretese.
Dunque, tutti coloro che sono sinceramente in ansia per la sorte di Shalit dovrebbero domandarsi se questi movimenti di protesta in realtà mettano a repentaglio lui e tutti i cittadini israeliani. Hamas farà mostra di maggiore flessibilità nelle sue pretese se saprà che c’è una forte pressione pubblica sul primo ministro perché accetti quelle pretese, o piuttosto sarà più flessibile se vedrà che il primo ministro gode del pieno sostegno dell’opinione pubblica nella sua conduzione delle trattative? In realtà, purtroppo, le proteste non fanno che aumentare il prezzo del ricatto, e rafforzare l’intransigenza di Hamas.

(Da: YnetNews, 6.10.08)

Nella foto in alto: Una immagine d’archivio di Gilad Shalit, l’ostaggio israeliano nelle mani di terroristi palestinesi a Gaza dal giugno 2006