Quando l’Onu giustifica il terrorismo (ma solo quello contro Israele)

Netanyahu a Ban Ki-moon: “I terroristi palestinesi non vogliono costruire uno stato: vogliono distruggere uno stato, e lo dicono apertamente”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (a sinistra) e il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon

Le parole di Ban Ki-moon “fomentano il terrorismo”. Questo il duro commento del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alle dichiarazioni del Segretario generale dell’Onu che, parlando martedì a una sessione del Consiglio di Sicurezza dedicata alla situazione attuale in Medio Oriente, ha stigmatizzato l’attuale ondata di terrorismo palestinese contro Israele, ma subito dopo l’ha anche giustificata dicendo che “è nella natura umana reagire all’occupazione”, e soffermandosi sulla “frustrazione” dei palestinesi per la “paralisi del processo di pace”.

“Il terrorismo non ha alcuna giustificazione – ha dichiarato Netanyahu – I terroristi palestinesi non vogliono costruire uno stato: vogliono distruggere uno stato, e lo dicono apertamente. Vogliono uccidere ebrei ovunque, e anche questo lo dicono apertamente. Non uccidono per la pace e non uccidono per i diritti umani”. Netanyahu ha aggiunto che l’Onu “da tempo ha perso la sua neutralità e la sua forza morale, e queste dichiarazioni del Segretario generale non fanno nulla per migliorare tale situazione”.

Anche Yair Lapid, leader del partito all’opposizione Yesh Atid, ha aspramente criticato le frasi di Ban Ki-moon: “Ci sono milioni di persone in tutto il mondo – ha detto Lapid – la cui vita è molto più difficile di quella dei palestinesi. In Africa, in Asia, in Medio Oriente. Ci sono centinaia di milioni di persone in tutto il mondo per le quali l’Onu non ha creato un’agenzia apposita, e alle quali non invia miliardi di dollari (per poi chiudere gli occhi quando vengono rubati da un governo corrotto). Per qualche ragione, queste persone non pensano minimamente che qualcosa dia loro licenza di afferrare un coltello e pugnalare una madre di sei figli, afferrare un coltello e pugnalare una donna incinta al quinto mese, afferrare un coltello e pugnalare una meravigliosa 23enne che non aveva mai fatto del male a nessuno. Il terrorismo contro civili innocenti – ha concluso Lapid – non può essere giustificato e nessuno dovrebbe offrirgli giustificazioni, certamente non il Segretario generale delle Nazioni Unite”.

Shlomit Krigman, 23 anni, accoltellata a morte lunedì da due terroristi palestinesi alle porte di un negozio di Beit Horon, a nord di Gerusalemme

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Intervenendo al Consiglio di Sicurezza, l’ambasciatore israeliano Danny Danon ha accusato di ipocrisia l’organismo internazionale: “Negli ultimi quattro mesi – ha detto – degli israeliani sono stati pugnalati nelle loro case, bersagliati con armi da fuoco per le strade, deliberatamente travolti da terroristi che usano l’auto come un’arma. Durante questo stesso periodo, il Consiglio di Sicurezza ha adottato dodici risoluzioni contro il terrorismo, condannando gli attentati terroristici in Francia, nel Sinai, in Libano, nel Mali, in Tunisia, in Turchia, in Iraq, in Siria, in Nigeria, nel Burkina Faso, in Somalia e in Sudan. Ma non una sola volta la vita degli israeliani uccisi dai terroristi è stata riconosciuta da questo Consiglio: nessuna condanna, nessuna espressione di solidarietà, neanche un’espressione di preoccupazione”.

Danon ha poi parlato della minaccia che Israele deve fronteggiare a causa di Hamas a sud, ma anche di Hezbollah, a nord, che “ha trasformato interi villaggi in avamposti del terrorismo. Questo è il vero volto di Hezbollah – ha detto Danon – un’organizzazione spietata che mira ai civili israeliani usano come scudo i civili libanesi: il che significa un doppio crimine di guerra. Israele ha ripetutamente messo in guardia questo Consiglio circa la minaccia di Hezbollah, e ha chiesto di agire. Lasciatemelo dire chiaramente ancora una volta: Hezbollah sta preparando il prossimo round di combattimenti. E sia chiaro: Israele ha i mezzi per difendersi. Prenderemo tutte le misure necessarie per proteggere la nostra popolazione”. L’ambasciatore ha aggiunto che il legame tra la minaccia di Hamas e quella degli Hezbollah è la Repubblica Islamica d’Iran. “Ovunque c’è terrorismo, c’è Iran”, ha detto Danon.

(Da: Jerusalem Post, Times of Israel, 26.1.16)