Sondaggio: Il 2006 non ha scosso i sentimenti patriottici degli israeliani

Ma cala la fiducia nelle istituzioni politiche e militari

image_1555All’indomani della seconda guerra in Libano e degli altri difficili eventi che hanno caratterizzato il 2006, i cittadini ebrei d’Israele si dichiarano altrettanto patriottici che nel 2005, ma la loro fiducia nel governo, nelle istituzioni e nelle forze armate ha subito un duro colpo. È quanto emerge dall’ultima edizione del sondaggio d’opinione IDB condotto per conto dell’Institute for Policy and Strategy dell’Interdisciplanry Ceneter israeliano in vista della ormai tradizionale Conferenza nazionale di Herzliya che avrà luogo la prossima settimana.
In alcuni casi la ricerca ha rilevato persino un certo aumento del grado di identificazione emotiva degli israeliani con il loro paese proprio come effetto del duro anno trascorso.
Effettivamente il 2006, persino in termini israeliani, è stato un anno denso di eventi notevoli. L’ictus che ha colpito Ariel Sharon, il “big bang” politico e le elezioni anticipate che hanno proiettato alla guida del governo il nuovo partito Kadima, la vittoria di Hamas nelle elezioni palestinesi, il sequestro terroristico di soldati israeliani su suolo israeliano, la guerra in Libano contro Hezbollah, scandali e corruzione ai vertici dello stato, il crescente pericolo nucleare iraniano unito alle esplicite minacce della dirigenza di Teheran.
“Gli eventi dell’anno trascorso e in primo luogo la guerra in Libano – afferma in un comunicato l’Interdisciplanry Ceneter di Herzliya – hanno reso indispensabile l’aggiornamento del sondaggio sul grado di patriottismo per poter valutare le condizioni di spirito e il morale della popolazione israeliana, elemento portante della forza strategica del paese”.
Il sondaggio è stato condotto come quello analogo dell’anno precedente, con soltanto alcuni marginali cambiamenti nelle domande. Le interviste sono state realizzate alla fine di dicembre su un campione rappresentativo di 800 persone.
I risultati mostrano che i cittadini israeliani stabiliscono un collegamento diretto fra i fallimenti della leadership politica e la situazione attuale del paese, ma non intendono rinunciare al loro attaccamento emotivo allo stato e ai suoi simboli.
Il 67% degli intervistati si definisce “patriota israeliano”, un dato simile a quello di un anno fa. Tanto per avere un’idea, gli americani si definiscono patrioti al 72% secondo un sondaggio Gallup condotto negli Stati Uniti nel 2005.
La maggior parte degli israeliani concorda sui valori e sulle caratteristiche che definiscono il concetto di “patriota”: disponibilità a combattere per il proprio paese, uso della lingua ebraica, Gerusalemme capitale, amore per Israele e per il fatto di viverci.
Il patriottismo, a quanto sembra, cresce con l’età: l’84% degli over-60 di definisce patrioti contro il 51% dei 18-29enni. Nel 2005 si definiva patriota il 60% di quest’ultimo gruppo d’età (meno 9%).
Il 77% degli intervistati dice che preferisce vivere in Israele piuttosto che in qualunque altro paese. Gli abitanti del nord, che hanno subito e affrontato le ondate di missili e razzi Hezbollah, risultano più patriottici dell’anno precedente.
Il 92% dice d’essere disposto a combattere per il proprio paese, l’83% si dice orgoglioso d’essere israeliano, l’85-89% ritiene molto importanti simboli nazionali come la bandiera e un anno fa erano la stessa percentuale.
Mediamente i cittadini religiosi ma non ortodossi dimostrano un maggior grado di patriottismo rispetto ai laici. I meno patriottici in assoluto, come prevedibile, risultano gli ultra-ortodossi. Risulta anzi che patriottismo e identificazione con lo stato sono in costante calo in questo settore della popolazione israeliana.
Dal punto di vista degli schieramenti politici, il sondaggio ha registrato un aumento di sentimenti patriottici fra coloro che si definiscono di sinistra, mentre a destra, pur restando alto il livello di patriottismo, è diminuito il grado di fierezza per il proprio paese.
Meno patriottismo, invece, rispetto al 2005 tra i nuovi immigrati (cioè quelli arrivati dopo il 1990).
Generalmente gli israeliani risultano più fieri dei successi del loro paese nella scienza, nella tecnologia e nelle arti, e assai meno fieri per i membri di governo e parlamento.
Netto il calo di fiducia nelle Forze di Difesa registrato nel 2006. Nel 2005, l’88% se ne diceva molto fiero, contro il 64% di oggi. Le Forze di Difesa si piazzano comunque al terzo posto nella classifica dei successi di cui va fiero il pubblico israeliano, dopo scienze e arti.

(Da: Jerusalem Post, 17.01.07)

Vedi anche:
Crisi di leadership

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